AGI – La mano quasi tremante sulla lapide del compositore Tommaso Traetta e, in un attimo, gli occhi azzurri e profondi di Cristina Coe si sono riempiti di lacrime. “L’avevo promesso a mia nonna, prima che morisse: sarei venuta in Italia, a Bitonto, per visitare i luoghi del nostro Tommaso”, ha detto guardando amici e parenti che l’hanno accompagnata in questo viaggio alla scoperta delle sue radici nella cittadina, alle porte di Bari, che ha dato i natali al compositore Traetta, famoso per aver suonato alla corte di Caterina II, imperatrice di Russia.
Ed è dal figlio, Filippo Traetta, noto per aver fondato i conservatori di Boston e Philadelphia, che prende vita il ramo familiare di Cristina, che vive in California: “Mia nonna mi ha sempre raccontato le storie della nostra famiglia e delle città italiane dove hanno vissuto i nostri famosi antenati, e per questo amo questa terra. Mi diceva che era un orgoglio per la famiglia, che era molto famoso e che ha avuto un ruolo fondamentale nella musica per le corti europee del Settecento”.
Cristina, tra le tappe a Bitonto, ha fatto visita in corte La Fenice, nel centro storico, dove Tommaso nacque il 30 marzo del 1727, nell’allora Regno di Napoli: all’età di 11 anni fu ammesso al conservatorio di Santa Maria di Loreto di Napoli e, dopo dieci anni, si dedicò all’insegnamento del canto. La sua prima opera, “Il Farnace”, arrivò nel 1750 e fu rappresentata al teatro “San Carlo”. Il successo lo portò prima a Roma, poi in altre importanti città italiane fino al ducato di Parma, dove ebbe l’incarico di insegnare l’arte del canto alle principesse.
A Venezia, anni dopo, prese la direzione del conservatorio per due anni, fino a quando fu chiamato come compositore alla corte di Caterina II, imperatrice di Russia. A causa della salute indebolita, dopo sette anni, si spostò a Londra e poi nuovamente in Italia: morì a Venezia il 6 aprile 1779 e le sue spoglie furono traslate nel 1980 nella sua città natale, Bitonto. Il figlio Filippo, nato nel 1777, è il motivo per cui gran parte della famiglia si trova attualmente in America: durante gli studi a Napoli, con il noto compositore Niccolò Piccinni, nel 1799 fu coinvolto nei moti rivoluzionari contro il re Ferdinando IV di Napoli.
Fu arrestato per aver composto diversi inni patriottici e anti-monarchici e, dopo otto mesi di carcere, riuscì a fuggire imbarcandosi per l’America. Negli Stati Uniti fondò due conservatori, uno a Boston e l’altro a Philadelphia, e diresse spettacoli fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1854. “Due mesi fa ho ricevuto una lettera inaspettata da Cristina, in cui annunciava il suo arrivo a Bitonto”, ha raccontato il sindaco della città, Francesco Paolo Ricci, che ha accolto la famiglia stamattina a Palazzo di Città.
“Una gioia immensa, e in poco tempo abbiamo organizzato questo mini-tour che ci ha portati a visitare il teatro comunale, intitolato a Traetta, la biblioteca dove sono custodite le sue opere manoscritte, e a vivere questa giornata in concomitanza con il Traetta Opera Festival, sostenuto da Ministero, Regione e Comune, che si sta svolgendo proprio in questi giorni. Al termine della giornata, penso che il percorso in memoria di Tommaso possa diventare un itinerario stabile da offrire ai nostri turisti”.
Tra gli scaffali della biblioteca, intitolata al conte Rogadeo, il direttore artistico del festival, il maestro Vito Clemente, ha mostrato a Cristina le copie anastatiche dei manoscritti del musicista, le pubblicazioni discografiche ed editoriali, un lavoro che dura ormai da vent’anni: “Speriamo che Cristina ritorni, insieme a tante altre persone innamorate di Traetta e della nostra città”. Così, salutandoci, chiediamo a Cristina cosa l’ha colpita di più di questa giornata e, prendendoci la mano, ci dice: “Il ritratto di ‘nonno Tommaso’ nell’ufficio del sindaco (dell’artista Vito Cotugno, ndr) è lo stesso che aveva mia nonna a casa. Sono cresciuta con quell’immagine e ora ci sarà un filo indissolubile nel mio cuore, ancora più forte, che mi legherà a Bitonto”.