AGI – “I prossimi mesi saranno decisivi per impostare un riordino del comparto del gioco legale, certamente fondamentale e non più prorogabile. Questo importante appuntamento è l’occasione per confrontarsi e mettere a fattor comune le best practice implementate a livello europeo, nonché per fare il punto su cosa a oggi ancora non funziona nel mercato regolamentato italiano, a partire dai distanziometri e dalle limitazioni orarie per arrivare alle disparità di tassazione e vincite che generano indebiti vantaggi competitivi di prodotti o canali distributivi su altri. Una riflessione, quest’ultima, fondamentale per fare finalmente un passo avanti”. Così Emmanuele Cangianelli, Consigliere Delegato FIPE Confcommercio per i giochi pubblici e Presidente EGP FIPE, intervenuto in occasione della 14ª edizione della European Conference on Gambling Studies and Policy Issues a Roma, organizzata dalla European Association for the Study of Gambling, appuntamento biennale tra tutti gli stakeholders continentali del mondo del gioco legale.
“Dal canto nostro non possiamo che sottolineare ancora la centralità del ruolo degli operatori sul territorio, pronti a tutelare i consumatori dai rischi del gioco patologico e dall’illegalità – continua Cangianelli – Tuttavia, per un reale cambio di passo è necessario mettere questi ultimi in condizione di poter agire e per questo occorre abilitare strumenti innovativi, anche dal punto di vista tecnologico. Penso certamente all’uso dell’intelligenza artificiale per la categorizzazione dei giocatori e all’introduzione di un registro unico di esclusione, la cui efficacia è ormai riconosciuta a livello internazionale. Non meno importanti sono un’adeguata formazione del personale e una corretta comunicazione sociale che possa favorire un gioco realmente consapevole. Va da sé che per realizzare tutto questo serve un dialogo costante tra tutti gli stakeholder coinvolti, a partire dalle Istituzioni nazionali e locali.”
I NUMERI DEL SETTORE
L’appuntamento internazionale è anche l’occasione per fare il punto su alcuni trend del mercato italiano in concessione.
Partendo da una mappatura dell’offerta sul territorio italiano, si contano più di 5.000 sale specializzate per i giochi pubblici (sale bingo, negozi scommesse e sale dedicate ad apparecchi da intrattenimento, nelle quali è presente anche offerta di ristorazione ed è vietato l’accesso ai minori), e più di 35.000 pubblici esercizi, differenti dalle ricevitorie di prodotti di lotteria, che propongono solo come attività secondaria e accessoria apparecchi da intrattenimento e raccolta di scommesse.
Per quanto riguarda l’analisi economica del mercato nell’ultimo anno, nel 2023 sono stati spesi in giochi regolamentati circa 20,7 miliardi di euro: 10,4 in apparecchi da gioco, scommesse, bingo in punti vendita, 6,1 in giochi numerici e lotterie, 4,4 nei giochi online. Questa spesa ha generato circa 11,7 miliardi di gettito erariale (inclusa la tassazione delle vincite dei giocatori). I ricavi per i gestori ammontano a 10,1 miliardi di euro. Come noto, parallelamente a quello legale esiste un pericoloso mercato illegale, nel quale è stimabile una spesa dei giocatori non inferiore a ulteriori 7/8 miliardi di euro.
Analizzando i diversi canali, dal 2019 a oggi la quota di denaro speso dagli italiani nel gioco online è più che raddoppiata, passando da meno del 10% al 21,2% del totale. Di questa somma, circa il 53% proviene da slot e poker online, mentre il 38% dalle scommesse. Altro canale importante è quello degli apparecchi da intrattenimento, da cui proviene circa il 41% dei margini lordi di Stato e operatori. Da notare, in questo caso, una importante riduzione rispetto agli ultimi anni (nel 2019 la percentuale sul totale era del 53%) dovuta all’alta tassazione e alle basse vincite consentite rispetto al passato.
In termini di profilazione dei giocatori sulla popolazione generale, secondo i dati IPSAD CNR riportati nell’intervento odierno c’è una leggera maggioranza maschile: 52% uomini, 41% donne. Tra questi, i giocatori stimati ad alto rischio sono 0,8 milioni (circa l’1,7% degli italiani). Per quanto riguarda il problema del gioco minorile, non consentito dalla legge, il CNR ha stimato che a praticare questa attività illecita siano 1,3 milioni di giovani (15-19 anni), di cui circa 70.000 sono ritenuti giocatori problematici.