La space economy è un termine che rappresenta tutte le attività economiche che sono fatte nello spazio e grazie alle tecnologie e ai dati spaziali sulla Terra. Un termine ampio che negli ultimi anni ha ricevuto un aggiornamento: la new space economy. Perché le attività spaziali stanno cambiando, e ne abbiamo avuto una prova proprio in questi giorni, mentre in orbita si svolgeva la missione Polaris Dawn, iniziata il 10 settembre. Quattro astronauti, a bordo della capsula Dragon di SpaceX, sono arrivati nello spazio per infrangere decine di record. Uno dei più interessanti è stato lo svolgimento della prima attività extraveicolare mai svolta da astronauti privati, con un mezzo privato, e con tute spaziali progettate e costruite da una azienda privata.
Finora infatti, uscire da una stazione spaziale o da una capsula adatta alla vita in orbita, ed esporsi al vuoto dello spazio protetti solamente da una tuta spaziale, era una attività ancora svolta solo dalle Agenzie spaziali. Gli astronauti americani ed europei escono dalla Stazione spaziale internazionale, come lo fanno i russi. Lo stesso fanno i cinesi uscendo dalla stazione Tiangong, ma nessuna azienda spaziale privata aveva mai avuto fondi e tecnologie per fare tutto da sola. Fino a SpaceX.
La missione Polaris Dawn è nata da un’idea congiunta del miliardario Jared Isaacman, che era già stato nello spazio con la capsula Dragon nel 2021, anche quella volta finanziando completamente il viaggio. Questa volta l’onere è stato spartito con SpaceX, che ha colto l’occasione del desiderio del miliardario, per far volare due sue dipendenti e per testare nuove tecnologie, fra cui le famose nuove tute spaziali di SpaceX. Insieme hanno creato il programma Polaris, composto da tre missioni che serviranno a soddisfare le esigenze e i desideri di Isaacman, e allo stesso tempo permetteranno a SpaceX di eseguire test di tecnologie e servizi che poi l’azienda userà per la Luna, per Marte e probabilmente anche per portare altre persone in orbita terrestre.
Questa prima missione Polaris è stata un ulteriore esempio di una collaborazione fra azienda e singolo che ha portato alla realizzazione di una spedizione storica, carica di record e di significati.
Il primo giorno di missione, ad esempio, la capsula con i quattro astronauti ha raggiunto i 1.400 km di quota, il punto in orbita terrestre più lontano di sempre per un equipaggio umano, tolte ovviamente le missioni Apollo degli anni ‘60 e ‘70 sulla Luna. La stessa attività extraveicolare è stata un momento storico, durante il quale due dei quattro passeggeri sono usciti dalla capsula, anche se tutto il mezzo era depressurizzato e quindi esposto al vuoto spaziale.
Polaris Dawn era anche carica di significati e attività collaterali, tutte cose che durante un’impresa organizzata da un’Agenzia pubblica non si potrebbero fare, come una campagna di donazioni per un ospedale pediatrico, una partnership con una marca di patatine, la registrazione di un documentario e lo svolgimento di esperimenti scientifici per aziende, università ed enti americani.
Quello che SpaceX e il miliardario Jared Isaacman hanno raggiunto oggi è una nuova frontiera di quello che è possibile fare nello spazio con fondi e tecnologie private, che apre a tutta una serie di opportunità nel volo umano privato. Entro la fine del decennio potremmo vedere diverse stazioni spaziali private in orbita (la prima è prevista per il 2027), raggiunte da capsule costruite da privati con a bordo astronauti dipendenti di aziende private, che eseguono ricerche industriali, attività turistiche e di intrattenimento per aziende private. Questo non toglie importanza alle Agenzie Spaziali, che anzi avranno ruolo di supervisione e di guida, ma che potranno anche concentrarsi su attività di ricerca e di esplorazione più ambiziose, utilizzando allo stesso tempo tecnologie e servizi sviluppati a costi minori dai privati.
Insomma, un po’ quello che sulla Terra è successo a molti altri settori, come la tecnologia consumer o l’informatica, negli scorsi decenni. Un passo importante in questa direzione è stato mosso proprio con la prima attività extraveicolare svoltasi durante la missione spaziale Polaris Dawn.