• 27 Novembre 2024 1:25

Corriere NET

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Che cosa dobbiamo aspettarci dall’Italia alle Olimpiadi degli scacchi

Set 10, 2024

 AGI – Prende il via oggi, con la cerimonia d’apertura, la 45esima edizione delle Olimpiadi degli scacchi, il più importante appuntamento per le federazioni sportive nazionali. Quella di quest’anno, che si svolgerà a Budapest, è un’edizione molto attesa dato che nel 2024 si festeggia anche il centenario della FIDE, il massimo organo scacchistico internazionale, che ha previsto per l’occasione una serie di seminari, incontri e mostre dedicate al gioco e alla propria storia. Gli scacchisti attesi in Ungheria sono quasi 2.000 suddivisi nelle due categorie principali: Open e Femminile. Nella prima sono iscritte 197 squadre, nella seconda 184. Spicca ancora l’assenza di due federazioni di primissimo piano, Russia e Bielorussia, escluse per le vicende tristemente note e legate all’invasione dell’Ucraina.

 

È un evento speciale per l’Ungheria, patria di molti grandi e storici giocatori di scacchi, da Géza Maróczy a Andor Lilienthal, da Laszlo Szabo a Lajos Portisch e Peter Leko. Senza dimenticare le sorelle Polgar (Judit, Susan e Sofia) che hanno scritto pagine importanti per l’evoluzione di questo sport.

 

 

 

 

Come arriva l’Italia

La nazionale azzurra si presenta ai nastri di partenza occupando la 28esima posizione nel torneo Open e la 24esima nel torneo femminile.  Due anni fa, a Chennai, in India, i nostri connazionali vissero momenti di grande esaltazione, come la vittoria contro la Norvegia di Magnus Carlsen, ma anche evidenti ‘down’, con sconfitte inaspettate. Tutto ha portato a un 47esimo posto finale che, visto anche ora a freddo, appare abbastanza deludente. Anche per le donne fu un torneo altalenante chiuso con un onorevole ma incolore 29esimo posto. Insomma, due anni dopo, con maggiore esperienza e con il talento che l’Italia è in grado di schierare, ci si aspetta una crescita in termini di risultati e posizionamento.

 

 

Nel torneo Open, il commissario tecnico Van Wely, dà fiducia alla stessa squadra del 2022 invertendo solo una posizione nell’ordine delle ‘scacchiere’: in prima confermato Daniele Vocaturo, unico giocatore italiano con attualmente oltre 2600 punti Elo; sale in seconda scacchiera Lorenzo Lodici; scende in terza Luca Moroni, chiude Francesco Sonis. Riserva Sabino Brunello. L’alternanza nella posizione tra i giocatori è frutto di scelte strategiche dato che, in una manifestazione del genere, si vince di squadra, portando a casa più punti possibili nelle quattro scacchiere in gioco (un punto per la vittoria, 0,5 per la patta, 0 per la sconfitta).  In campo femminile, Roberto Mogranzini prende il posto di Fabrizio Bellia alla guida della squadra e, rispetto alla spedizione indiana, opta per due cambi in rosa. Confermate Marina Brunello, Olga Zimina e Tea Gueci, entrano Elena Sedina e, debutto olimpico per lei, la diciassettenne Giulia Sala. 

 

L’Italia non è mai riuscita a salire sul podio olimpico e, anche quest’anno, a essere realistici, questa prospettiva appare molto improbabile. L’obiettivo minimo è quello di migliorare la propria posizione di partenza ma, conoscendo la forza dei due gruppi, è lecito sperare nell’inserimento all’interno della top 20 mondiale. 

I favoriti

Le Olimpiadi degli scacchi sono un appuntamento molto seguito anche perché quasi tutti i migliori giocatori del mondo amano rappresentare la propria nazionale. I campioni uscenti dell’Uzbekistan, guidati da Nodirbek Abdusattorov, realizzarono due anni fa un vero exploit e a Budapest partono nel ranking in quarta posizione. In questa edizione la preparazione è stata affidata a un mostro sacro del gioco, il russo Victor Kramnik, e c’è molta attesa per capire se saranno in grado di confermarsi sul gradino più alto del podio. Dovranno fare meglio, in assenza della Russia, di 3 potenze del panorama scacchistico mondiale: gli Stati Uniti d’America, (Caruana, So, Dominguez Perez, Aronian, Robson; assenti Nakamura e Niemann), l’India (Vidit, Praggnanadhaa, Gukesh, Erigaisi e Harikrishna ma senza la leggenda Anand) e la rientrante Cina, assente a Chennai, ma con il Campione del mondo in carica, Ding Liren, in prima scacchiera (Ding, Wei, Yu, Bu e Wang). Seguono l’Olanda di Giri e Van Foorest, la già citata Norvegia di Carlsen e Tari e altre possibili outsider come Germania, Inghilterra, Ungheria e Iran (guidata dal russo Grischuk).

 

 

 

Secondo la FIDE altri nomi che potrebbero richiamare l’attenzione dei media sono il tredicenne prodigio turco Yagiz Kaan Erdogmus, il più giovane GM (grande maestro) del mondo; Javon D James, 7 anni, di Grenada, il più giovane partecipante alle Olimpiadi, e le leggende ucraine Ponomariov e Ivanchuk, capaci ancora di mettere in difficoltà le nuove generazioni di nativi digitali. Presenti anche due squadre di rifugiati, per lo più somali, del campo di Kakuma, in Kenya: una partecipazione sponsorizzata direttamente dalla FIDE nel suo programma di inclusività.

 

In ambito femminile, l’India, seppur priva di Koneru, è attesa al grande risultato anche perché, nella sua storia, è riuscita a strappare solo un bronzo nel 2022, in casa. Principali avversarie sono la Georgia e l’Ucraina che sembrano avere qualcosa in più rispetto a tutte le altre nazionali, ma i pronostici sono assai complicati viste le compagini che possono ben figurare, dalla Polonia all’Azerbaigian, dalla Cina agli Stati Uniti. A dimostrazione della crescita e diffusione degli scacchi nel mondo, sono attese al debutto olimpico ben 8 squadre: Liechtenstein, Guernsey, Grenada, Saint Vincent e Grenadine, Saint Kitts e Nevis, Isole Vergini americane, Saint Lucia e Isole Cayman.

 

Anche in questo caso possibili riflettori su Bodhana Sivanandan, 9 anni, piccolo fenomeno che gioca per l’Inghilterra, per l’ottantenne Rani Hamid del Bangladesh, 20 volte campionessa nazionale iniziando a giocare a scacchi a 34 anni e Natasha Morales Santos, giocatrice ipovedente che guida la squadra di Porto Rico.

 

Una curiosità canora.. 

Scivolando invece nel trash, ecco la canzone ufficiale delle Olimpiadi, scritta da Rose May and Raul e scelta tra le molte inviate alla FIDE.

 

 

Il format di gioco

Si inizia mercoledì 11 settembre alle 15. Sono previsti 11 turni, il regolamento è quello adottato in tutte le competizioni a squadre: quattro partite, vince chi fa almeno 2,5 punti, in caso di 2-2 è pareggio.  Unico giorno di riposo il 17 settembre. L’accoppiamento dei match segue il sistema svizzero per cui gli accoppiamenti sono determinati dai risultati delle partite precedenti.  Le Olimpiadi si svolgeranno al BOK Sports Hall, uno dei centri culturali più moderni di Budapest, capace di ospitare oltre 120 eventi all’anno e 10.000 persone.

 

 

Perché gli scacchi non fanno parte delle Olimpiadi ‘normali’?

Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha riconosciuto ufficialmente gli scacchi come uno sport e la FIDE come federazione di riferimento. Non esiste, quindi, il problema di definire gli scacchi come sport o gioco. Questo riconoscimento però non è sufficiente a garantire la presenza degli scacchi ai Giochi Olimpici. 

Il problema oggi risiede nel fatto che gli scacchi sono ancora considerati come uno sport ‘mentale’ e questo, di per sé, è un elemento sfavorevole alla candidatura. La categorizzazione degli scacchi tra le attività ‘da tavolo’ è da sempre un elemento penalizzante. Ed è ancora più “snervante” considerando che gli scacchi soddisfano in pieno le altre richieste del CIO come ‘la diffusione planetaria’ e ‘il rispetto dei valori olimpici tradizionali’.

 

Un ulteriore problema storico sarebbe il ‘formato’ di gioco. Le partite a tempo classico, come sappiamo, possono durare moltissimo e, per alcuni, questa lentezza, con la conseguente presunta mancanza di spettacolarità, rappresenterebbe un macigno per la nuova candidatura a sport olimpico. Per ovviare a tutto ciò si è parlato spesso di proporre gli scacchi nella loro versione più veloce, rapid e blitz, più appetibile anche per televisioni e media. Negli ultimi anni, infine, sta maturando una nuova via per vedere gli scacchi alle Olimpiadi: quella degli eSports. È una categoria che non comprende solo i “videogiochi” ma che accoglie tutta una serie di attività sportive che si svolgono ‘virtualmente’, soprattutto online. In questo senso gli scacchi hanno trovato, con il successo di app e piattaforme, una cittadinanza e una candidatura fortissima, anche grazie a Chess.com. Le Olimpiadi degli eSports saranno inaugurate, con la prima edizione ufficiale, nel 2025 in Arabia Saudita.

 

 

 AGI – Prende il via oggi, con la cerimonia d’apertura, la 45esima edizione delle Olimpiadi degli scacchi, il più importante appuntamento per le federazioni sportive nazionali. Quella di quest’anno, che si svolgerà a Budapest, è un’edizione molto attesa dato che nel 2024 si festeggia anche il centenario della FIDE, il massimo organo scacchistico internazionale, che ha previsto per l’occasione una serie di seminari, incontri e mostre dedicate al gioco e alla propria storia. Gli scacchisti attesi in Ungheria sono quasi 2.000 suddivisi nelle due categorie principali: Open e Femminile. Nella prima sono iscritte 197 squadre, nella seconda 184. Spicca ancora l’assenza di due federazioni di primissimo piano, Russia e Bielorussia, escluse per le vicende tristemente note e legate all’invasione dell’Ucraina.
 
È un evento speciale per l’Ungheria, patria di molti grandi e storici giocatori di scacchi, da Géza Maróczy a Andor Lilienthal, da Laszlo Szabo a Lajos Portisch e Peter Leko. Senza dimenticare le sorelle Polgar (Judit, Susan e Sofia) che hanno scritto pagine importanti per l’evoluzione di questo sport.
 
 

 
 
Come arriva l’Italia
La nazionale azzurra si presenta ai nastri di partenza occupando la 28esima posizione nel torneo Open e la 24esima nel torneo femminile.  Due anni fa, a Chennai, in India, i nostri connazionali vissero momenti di grande esaltazione, come la vittoria contro la Norvegia di Magnus Carlsen, ma anche evidenti ‘down’, con sconfitte inaspettate. Tutto ha portato a un 47esimo posto finale che, visto anche ora a freddo, appare abbastanza deludente. Anche per le donne fu un torneo altalenante chiuso con un onorevole ma incolore 29esimo posto. Insomma, due anni dopo, con maggiore esperienza e con il talento che l’Italia è in grado di schierare, ci si aspetta una crescita in termini di risultati e posizionamento.
 

 
Nel torneo Open, il commissario tecnico Van Wely, dà fiducia alla stessa squadra del 2022 invertendo solo una posizione nell’ordine delle ‘scacchiere’: in prima confermato Daniele Vocaturo, unico giocatore italiano con attualmente oltre 2600 punti Elo; sale in seconda scacchiera Lorenzo Lodici; scende in terza Luca Moroni, chiude Francesco Sonis. Riserva Sabino Brunello. L’alternanza nella posizione tra i giocatori è frutto di scelte strategiche dato che, in una manifestazione del genere, si vince di squadra, portando a casa più punti possibili nelle quattro scacchiere in gioco (un punto per la vittoria, 0,5 per la patta, 0 per la sconfitta).  In campo femminile, Roberto Mogranzini prende il posto di Fabrizio Bellia alla guida della squadra e, rispetto alla spedizione indiana, opta per due cambi in rosa. Confermate Marina Brunello, Olga Zimina e Tea Gueci, entrano Elena Sedina e, debutto olimpico per lei, la diciassettenne Giulia Sala. 
 
L’Italia non è mai riuscita a salire sul podio olimpico e, anche quest’anno, a essere realistici, questa prospettiva appare molto improbabile. L’obiettivo minimo è quello di migliorare la propria posizione di partenza ma, conoscendo la forza dei due gruppi, è lecito sperare nell’inserimento all’interno della top 20 mondiale. 
I favoriti
Le Olimpiadi degli scacchi sono un appuntamento molto seguito anche perché quasi tutti i migliori giocatori del mondo amano rappresentare la propria nazionale. I campioni uscenti dell’Uzbekistan, guidati da Nodirbek Abdusattorov, realizzarono due anni fa un vero exploit e a Budapest partono nel ranking in quarta posizione. In questa edizione la preparazione è stata affidata a un mostro sacro del gioco, il russo Victor Kramnik, e c’è molta attesa per capire se saranno in grado di confermarsi sul gradino più alto del podio. Dovranno fare meglio, in assenza della Russia, di 3 potenze del panorama scacchistico mondiale: gli Stati Uniti d’America, (Caruana, So, Dominguez Perez, Aronian, Robson; assenti Nakamura e Niemann), l’India (Vidit, Praggnanadhaa, Gukesh, Erigaisi e Harikrishna ma senza la leggenda Anand) e la rientrante Cina, assente a Chennai, ma con il Campione del mondo in carica, Ding Liren, in prima scacchiera (Ding, Wei, Yu, Bu e Wang). Seguono l’Olanda di Giri e Van Foorest, la già citata Norvegia di Carlsen e Tari e altre possibili outsider come Germania, Inghilterra, Ungheria e Iran (guidata dal russo Grischuk).
 

 
 
Secondo la FIDE altri nomi che potrebbero richiamare l’attenzione dei media sono il tredicenne prodigio turco Yagiz Kaan Erdogmus, il più giovane GM (grande maestro) del mondo; Javon D James, 7 anni, di Grenada, il più giovane partecipante alle Olimpiadi, e le leggende ucraine Ponomariov e Ivanchuk, capaci ancora di mettere in difficoltà le nuove generazioni di nativi digitali. Presenti anche due squadre di rifugiati, per lo più somali, del campo di Kakuma, in Kenya: una partecipazione sponsorizzata direttamente dalla FIDE nel suo programma di inclusività.
 
In ambito femminile, l’India, seppur priva di Koneru, è attesa al grande risultato anche perché, nella sua storia, è riuscita a strappare solo un bronzo nel 2022, in casa. Principali avversarie sono la Georgia e l’Ucraina che sembrano avere qualcosa in più rispetto a tutte le altre nazionali, ma i pronostici sono assai complicati viste le compagini che possono ben figurare, dalla Polonia all’Azerbaigian, dalla Cina agli Stati Uniti. A dimostrazione della crescita e diffusione degli scacchi nel mondo, sono attese al debutto olimpico ben 8 squadre: Liechtenstein, Guernsey, Grenada, Saint Vincent e Grenadine, Saint Kitts e Nevis, Isole Vergini americane, Saint Lucia e Isole Cayman.
 
Anche in questo caso possibili riflettori su Bodhana Sivanandan, 9 anni, piccolo fenomeno che gioca per l’Inghilterra, per l’ottantenne Rani Hamid del Bangladesh, 20 volte campionessa nazionale iniziando a giocare a scacchi a 34 anni e Natasha Morales Santos, giocatrice ipovedente che guida la squadra di Porto Rico.
 
Una curiosità canora.. 
Scivolando invece nel trash, ecco la canzone ufficiale delle Olimpiadi, scritta da Rose May and Raul e scelta tra le molte inviate alla FIDE.
 

 
Il format di gioco
Si inizia mercoledì 11 settembre alle 15. Sono previsti 11 turni, il regolamento è quello adottato in tutte le competizioni a squadre: quattro partite, vince chi fa almeno 2,5 punti, in caso di 2-2 è pareggio.  Unico giorno di riposo il 17 settembre. L’accoppiamento dei match segue il sistema svizzero per cui gli accoppiamenti sono determinati dai risultati delle partite precedenti.  Le Olimpiadi si svolgeranno al BOK Sports Hall, uno dei centri culturali più moderni di Budapest, capace di ospitare oltre 120 eventi all’anno e 10.000 persone.
 

 
Perché gli scacchi non fanno parte delle Olimpiadi ‘normali’?
Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha riconosciuto ufficialmente gli scacchi come uno sport e la FIDE come federazione di riferimento. Non esiste, quindi, il problema di definire gli scacchi come sport o gioco. Questo riconoscimento però non è sufficiente a garantire la presenza degli scacchi ai Giochi Olimpici. 
Il problema oggi risiede nel fatto che gli scacchi sono ancora considerati come uno sport ‘mentale’ e questo, di per sé, è un elemento sfavorevole alla candidatura. La categorizzazione degli scacchi tra le attività ‘da tavolo’ è da sempre un elemento penalizzante. Ed è ancora più “snervante” considerando che gli scacchi soddisfano in pieno le altre richieste del CIO come ‘la diffusione planetaria’ e ‘il rispetto dei valori olimpici tradizionali’.
 
Un ulteriore problema storico sarebbe il ‘formato’ di gioco. Le partite a tempo classico, come sappiamo, possono durare moltissimo e, per alcuni, questa lentezza, con la conseguente presunta mancanza di spettacolarità, rappresenterebbe un macigno per la nuova candidatura a sport olimpico. Per ovviare a tutto ciò si è parlato spesso di proporre gli scacchi nella loro versione più veloce, rapid e blitz, più appetibile anche per televisioni e media. Negli ultimi anni, infine, sta maturando una nuova via per vedere gli scacchi alle Olimpiadi: quella degli eSports. È una categoria che non comprende solo i “videogiochi” ma che accoglie tutta una serie di attività sportive che si svolgono ‘virtualmente’, soprattutto online. In questo senso gli scacchi hanno trovato, con il successo di app e piattaforme, una cittadinanza e una candidatura fortissima, anche grazie a Chess.com. Le Olimpiadi degli eSports saranno inaugurate, con la prima edizione ufficiale, nel 2025 in Arabia Saudita.
 
 

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