“Antinori mi ha abbracciata e mi ha chiesto di fare sesso con lui, ma io gli ho risposto che era più vecchio di mio padre e che non volevo farlo”. E’ quanto ha raccontato questa mattina l’infermiera spagnola presunta vittima di un prelievo forzoso di ovuli il 5 aprile scorso alla Clinica Matris di Milano e sentita come teste nel processo a carico del ginecologo e di altre tre persone. La ragazza ha parlato del periodo trascorso in Italia prima dell’intervento, sfociato nella denuncia, nell’arresto del ginecologo e nel sequestro della clinica.
Una versione, quella della giovane, opposta a
quella del medico che, fuori dall’aula – da cui è stato espulso già da ieri quando è cominciata la deposizione della ragazza – ha continuato a ribadire la sua innocenza. “Ho conosciuto questa donna nel club Villa Isabelita, di Siviglia. Lei si è avvicinata a me e mi ha strappato i pantaloni – ha detto – e io non l’ho più voluta vedere. Da quel giorno ha iniziato a contattarmi perché il suo obiettivo è fare soldi e sesso con me”.