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Milano, la rivolta dei writer in difesa del Blu, il Banksy italiano: “Non cancellate il suo murale dal museo”

Mar 9, 2017

“Ti va se copriamo con una colata di cemento l’Arco della Pace?”. “Copriamo il Quarto stato che è diventato un po’ obsoleto con tutti quei poveracci in marcia?”. Mettete una crocetta su “sì o no”. Sull’intestazione si legge “Sondaggio #occupypac”. Una protesta simbolica contro il sondaggio che il Padiglione d’arte contemporanea porterà avanti in questi giorni per decidere il destino del murale che Blu – il Banksy italiano – ed Ericailcane hanno realizzato nel 2007 su una facciata del museo, in occasione della mostra che per la prima volta in Italia ha consacrato il mondo della street art e del writing all’interno di un museo, “Street art, Sweet art”. Proprio nella giornata di apertura del convegno che festeggia i dieci anni da quell’esposizione, sono gli artisti ad appropriarsi di palco e microfono. Appendono uno striscione con lo slogan “#occupypac” e Davide Tinelli, in arte Atomo, prende la parola per spiegare il gesto, mentre altri lanciano coriandoli nella sala e sul pubblico.

Al centro della polemica l’atteggiamento delle istituzioni e del museo verso il mondo della street art, ma anche il destino del murale di Blu, l’artista che con un gesto clamoro a Bologna cancellò i suoi celebri, splendidi graffiti dai muri per impedire che venissero esposti in mostra, in una battaglia mai risolta fra artisti di strada e sistema culturale ufficiale.

“L’azione performativa e gioiosa di simbolica occupazione del Pac da parte del gruppo di artisti e critici in autogestione – legge Atomo dal comunicato – è stata decisa in risposta alla convocazione di un convegno, a cui partecipiamo in maniera fortemente critica, che ha lo scopo non troppo celato di giustificare e fornire copertura culturale all’eventuale e probabile decisione di cancellare il murale di Blu sulla facciata del Pac”. Per questo, “critichiamo duramente la posizione populista e demagogica della direzione del Pac per indire un sondaggio-farsa sulla permanenza o meno del murale di blu sulla facciata del Pac, unico lascito della mostra di dieci anni fa”.

Per gli street artist questo “è uno scarico di responsabilità e cartina di tornasole di un atteggiamento pilatesco dell’amministrazione rispetto al più ampio problema della tutela dei muri dipinti in città, anche illegalmente, che in questi dieci anni sono stati sistematicamente cancellati e coperti, con l’effetto del proliferare di tag e scritte, usate poi come pretesto per una repressione indiscriminata e selvaggia”.

Tutta una scusa quindi per agire nello stesso modo anche con l’opera di Blu ed Ericailcane, un intervento “mal sopportato per dieci anni”. Tanto che, lamentano alcuni artisti intervenuti

ieri, “su un angolo del dell’opera di Blu c’è una prova colore per coprire il murale”. Una polemica che respinge al mittente il direttore del polo museale, Domenico Piraina, che sostiene che sia una pennellata di vecchia data. Ma non convince i partecipanti. “Il murale dà fastidio da quando è stato fatto”, spiega Atomo. “Con la cocaina e la scena da party di città, per pudicizia, alle istituzioni non è mai piaciuto”.

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