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Come convertire un Diesel Euro 3 in Euro 5

Ago 27, 2024

L’evoluzione delle normative sulle emissioni ha portato a standard sempre più rigorosi per ridurre l’inquinamento atmosferico, soprattutto nei centri urbani. I veicoli Diesel Euro 3, introdotti nei primi anni 2000, non rispettano più i requisiti ambientali di molte città e regioni, dove l’accesso è consentito solo a mezzi con omologazione Euro 5 o superiore. In questo contesto, la conversione di un veicolo Diesel Euro 3 in Euro 5 può rappresentare una soluzione per chi desidera continuare a utilizzare il proprio veicolo, riducendo l’impatto ambientale e rispettando le normative vigenti. Questo approfondimento esplorerà le possibilità tecniche e le implicazioni pratiche di una tale conversione, analizzando le modifiche necessarie e valutandone la convenienza economica.

Differenze tra gli standard Diesel Euro 3 e Euro 5

Gli standard Euro definiscono i limiti massimi di emissioni per i veicoli, al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico. L’introduzione dell’Euro 3 nel 2000 e successivamente dell’Euro 5 nel 2009 ha segnato due fasi importanti nel controllo delle emissioni dei veicoli. Una delle principali differenze tra Euro 3 ed Euro 5 riguarda le emissioni di particolato (PM), piccole particelle solide o liquide presenti nei gas di scarico. Lo standard Euro 3 fissava un limite massimo di 0,05 g/km per le emissioni di particolato. Con l’introduzione dell’Euro 5, questo limite è stato drasticamente ridotto a 0,005 g/km, una riduzione del 90%. Questo ha reso necessario l’uso diffuso di filtri antiparticolato (DPF), dispositivi in grado di catturare e ridurre le emissioni di particolato dai gas di scarico.

Le emissioni di ossidi di azoto (NOx), che comprendono principalmente il monossido di azoto (NO) e il diossido di azoto (NO2), sono tra i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico e dei problemi di salute pubblica associati, come l’asma e altre malattie respiratorie. Lo standard Euro 3 consentiva emissioni di NOx fino a 0,5 g/km per i Diesel. Con l’Euro 5, questo limite è stato ridotto a 0,18 g/km, spingendo le case automobilistiche a sviluppare tecnologie come il sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR), che utilizza un additivo come l’AdBlue per ridurre chimicamente tali emissioni. Oltre ai limiti specifici per PM e NOx, lo standard Euro 5 ha introdotto requisiti aggiuntivi rispetto all’Euro 3, tra cui:

durata dei componenti di controllo delle emissioni: l’Euro 5 richiede che tali sistemi, come il filtro antiparticolato e il catalizzatore, mantengano la loro efficacia per un periodo più lungo, riducendo la necessità di manutenzione frequente;
test più rigorosi: sono stati introdotti test più stringenti per le emissioni durante le condizioni di guida reale, piuttosto che solo durante i cicli di test di laboratorio. Questo ha portato a una maggiore conformità alle norme ambientali nel quotidiano.

Le differenze tra gli standard hanno avuto un impatto diretto sulla progettazione dei motori. Per rispettare l’Euro 5, i propulsori Diesel devono essere dotati di sistemi avanzati di gestione elettronica e iniezione di carburante, che garantiscono una combustione più pulita ed efficiente. I veicoli Euro 3, al contrario, utilizzano tecnologie meno sofisticate, che non sono in grado di raggiungere gli stessi livelli di efficienza nelle emissioni.

Come fare la conversione da Diesel Euro 3 a Euro 5

Convertire un veicolo Diesel Euro 3 per renderlo conforme agli standard Euro 5 è un processo complesso che richiede modifiche significative al sistema di scarico, al motore e alla gestione elettronica del veicolo. Una delle prime e più cruciali è l’installazione di un filtro antiparticolato (DPF). Questo dispositivo è progettato per catturare e trattenere le particelle di fuliggine prodotte dalla combustione, riducendo drasticamente le emissioni di particolato (PM). I veicoli Euro 5 sono obbligati a rispettare limiti di emissioni molto più severi rispetto ai veicoli Euro 3, e senza un DPF, non è possibile ridurre le emissioni di particolato ai livelli richiesti.

Il DPF intrappola le particelle nel suo filtro poroso. Periodicamente, queste particelle vengono bruciate in un processo chiamato rigenerazione, che permette al filtro di pulirsi e continuare a funzionare efficacemente. Nei veicoli Euro 3, questa tecnologia non è generalmente presente, quindi è necessario installare un DPF adeguato. L’aggiunta di quest’ultimo richiede spazio nel sistema di scarico e potrebbe comportare la necessità di adattamenti fisici per fare spazio al dispositivo. Inoltre, l’installazione del DPF potrebbe richiedere modifiche alla centralina del veicolo per gestire correttamente la rigenerazione del filtro.

Lo standard Euro 5 impone limiti molto più rigidi sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) rispetto allo standard Euro 3. Per soddisfare questi requisiti, è necessario migliorare il sistema di iniezione del carburante e il funzionamento del motore. Negli Euro 5, i sistemi di iniezione common-rail ad alta pressione sono spesso utilizzati per garantire una combustione più efficiente e ridurre le emissioni. Il sistema di iniezione nei veicoli Euro 3 potrebbe dover essere aggiornato per consentire una gestione più precisa del carburante, ottimizzando la miscela aria-carburante e migliorando l’efficienza della combustione.

Oltre a ciò, potrebbero essere necessarie altre modifiche al motore per ridurre le emissioni. Ad esempio, l’aggiunta di un intercooler per raffreddare l’aria compressa potrebbe migliorare l’efficienza della combustione e ridurre le emissioni. Il sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR) è una tecnologia chiave per la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto (NOx), una delle principali sfide per i veicoli Diesel. Questo sistema utilizza un additivo chimico, solitamente urea (commercialmente noto come AdBlue), che viene iniettato nei gas di scarico e reagisce con gli NOx per convertirli in azoto e vapore acqueo, due sostanze non nocive.

Negli Euro 3, questo sistema non è presente, quindi deve essere installato ex novo. L’installazione di un SCR richiede l’aggiunta di un serbatoio per l’AdBlue, un sistema di iniezione del fluido e un catalizzatore dedicato nel sistema di scarico. Anche in questo caso, la centralina elettronica del veicolo (ECU) dovrà essere riprogrammata per gestire il funzionamento del sistema SCR, garantendo che l’iniezione di AdBlue avvenga in modo ottimale e che il sistema funzioni correttamente.

La centralina elettronica è il “cervello” del mezzo, che controlla il funzionamento del motore, la gestione del carburante e altri sistemi critici. Per far sì che il veicolo rispetti gli standard Euro 5, la ECU deve essere riprogrammata per gestire i nuovi componenti installati, come il DPF e l’SCR, e ottimizzare la combustione del carburante. La nuova programmazione dovrebbe anche includere funzioni di diagnostica avanzata per monitorare il funzionamento dei sistemi di emissione e segnalare eventuali problemi o necessità di manutenzione.

Le modifiche sopra descritte richiedono non solo un investimento economico significativo, ma anche un’attenta considerazione della compatibilità tra i nuovi componenti e il veicolo esistente. Non tutti i veicoli Euro 3 sono compatibili con queste modifiche, e potrebbe essere necessario sostituire o adattare componenti aggiuntivi, come il sistema di scarico o i sensori. La conversione non conviene da un punto di vista economico per quanto riguarda le autovetture. Si effettua, invece, su veicoli industriali (categoria N1, N2, N3 e anche M3 che sono gli autobus), piuttosto costosi, in quanto comporta una certa convenienza dal punto di vista economico.

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