MILANO – Ore 10.15. Apertura contrastata per le Borse europee, sulla scia della chiusura debole registrata ieri anche a Wall Street. Londra cede lo 0,12%. A Milano l’indice Ftse Mib guadagna lo 0,12%.Parigi scende dello 0,3% mentre è piatta Francoforte. Anche Tokyo intanto archivia le contrattazioni in negativo, con l’indice Nikkei che perde lo 0,47%, scendendo così a 19.255,00 punti. Buone notizie arrivano però sul fronte della crescita dell’economia giapponese: il prodotto interno lordo nel quarto trimestre è cresciuto rispetto al mese precedente dello 0,3%, in aumento rispetto allo 0,2% atteso, mentre la crescita sull’anno è dell’1,2% rispetto all’1%. Positivi i dati del’industria tedesca, che dopo la frenata degli ordini registrata ieri (riferita però allo stesso mese e quindi con un possibile effetto negativo nei mese susccessivi sul fatturato), oggi incassa un incremento della produzione del 2,8% a gennaio rispetto a dicembre e invariata sull’anno.
Apertura in lieve risalita per lo spread, che si attesta a 187 punti con il rendimento del decennale al 2,2%, in leggero aumento rispetto a chiusura di ieri. L’euro è invece in leggero calo sul dollaro: all’apertura dei principali mercati valutari del vecchio continente la moneta unica europea viene scambiata con il biglietto verde a 1,0568.
Sul fronte macroeconomico, si registra anche l’inatteso disavanzo commerciale della bilancia commerciale cinese, il primo tre anni a questa parte con un deficit di 60,36 miliardi di yuan, pari a 9,15 miliardi, dopo il surplus di 51,3 miliardi nel mese di gennaio. Tra i dati attesi, dalla francia gli occupati non agricoli nel primo trimestre, dalla Spagna la produzione industriale a gennaio. Nel pomeriggio negli Stati uniti si aspettano la stima adp dei nuovi occupati a febbraio, il costo unitario del lavoro nel quarto trimestre e la produttività nel quarto trimestre.
Quotazioni del petrolio in calo sui dati delle scorte Usa indicate in aumento. I contratti sul greggio Wti con scadenza ad aprile tornano sotto i 53 dollari a 52,73 dollari al barile. Il Brent perde 37 centesimi a 55,55 dollari. Scende ancora il prezzo dell’oro su cui pesa l’attesa tra gli investitori per un possibile rialzo dei tassi negli Stati Uniti a marzo. Il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1215 dollari l’oncia.