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Citroen Mehari, la spiaggina simbolo dell’estate: storia di un mito

Ago 25, 2024

La Citroen Mehari è un’auto simbolo che dal 1968 a oggi ha accompagnato diverse generazioni in giro per il mondo: la sua carrozzeria è dotata di appena 11 componenti e al momento del suo lancio venne definita come un “oggetto mobile non identificato”, prima di diventare un modello iconico.

Citroen Mehari, la storia della mitica spiaggina

Citroen presentò il suo nuovo veicolo sul campo da golf di Deauville il 6 maggio del 1968: un pick-up atipico con una potenza dai 28 ai 32 CV e con una carrozzeria in plastica ABS. Il progetto fu di Roland de La Poype che immaginò una vettura basata sulla piattaforma Dyane 6. A 56 anni di distanza, è ancora frequente imbattersi in quest’auto leggendaria e unica per versatilità e stile, soprattutto nelle località di mare.

La Mehari nacque da un’intuizione che può essere definita geniale: la SEAB fondata dall’imprenditore francese Roland de la Poype, nel 1947 si occupava di materiali innovativi per il tempo, come la plastica e le resine colorate nella massa. Nella flotta dei veicoli SEAB c’erano diversi furgoncini AZU e AK, realizzati da Citroen sulla base meccanica della mitica 2CV e dell’AM16.

Un giorno uno dei furgoncini ebbe un incidente: il conducente ne uscì integro ma la carrozzeria fu seriamente danneggiata, mentre la meccanica non fu intaccata. De la Poype decise di non far riparare il furgoncino perché voleva realizzare lui stesso una carrozzeria in plastica da applicare alla meccanica Citroen, così da creare un veicolo inedito, capace di imbarcare carichi irregolari e voluminosi come un pick-up ma che riuscisse anche a offrire la possibilità di aprirsi del tutto, come una spider.

Un’auto iconica, innovativa e versatile

Dopo anni di prove e studi, nacque la Mehari che si dimostrò subito un interessante veicolo da lavoro e una strepitosa auto da divertimento: essendo leggera, era in grado di affrontare qualsiasi fondo stradale senza difficoltà, non si impantanava nel fango o nella sabbia e non affondava neanche nella neve. Il primo prototipo fu realizzato di color ocra, ma in seguito vennero prodotti altri esemplari nelle tinte più disparate che andavano dal giallo al verde, passando per il rosso, il blu e anche l’argento.

La produzione della Mehari partì con due versioni presenti nel listino Citroen, a 2 e 4 posti: la prima aveva una fiscalità agevolata per i cittadini francesi, la seconda era dotata di una panchetta pieghevole che poteva allinearsi al piano di carico e diventava un pick-up con una sola manovra e non più di dieci secondi di lavoro.

Il nome Méhari è mutuato da quello di una razza di dromedari da corsa, particolarmente robusti e resistenti: l’auto ha conquistato tutti, dai cacciatori ai campeggiatori, gli amenti della spiaggia, della montagna e dell’aria aperta, tutti stregati dal suo irresistibile fascino.

Prodotta per vent’anni, la Mehari ha avuto tre versioni diverse in totale, di cui due edizioni limitate. Citroen, che ha da poco rinnovato la C3, decise inoltre di produrre un numero limitato di tinte con i nomi legati a grandi deserti e catene montuose come Rouge Hopi, Vert Tibesti, Vert Montana, Orange Kirghiz, Beige Kalahari, Beige Hoggar e Jaune Atacama.

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