AGI – Canili abusivi, gatti trafitti da frecce vicino Roma, un cane decapitato e l’orsa uccisa tra le polemiche in Trentino: non è stata un’estate felice per gli animali. A questo si aggiungono gli 80mila abbandoni registrati da Legambiente e i canili che d’estate tornano a popolarsi di meticci, cuccioli di molossi e cani regalati a Natale e diventati “indigesti” a ferragosto.
Diana Letizia, direttrice del portale Kodami (dedicato al mondo animale) e autrice del libro “L’abbandono” (Round Robin editrice) racconta all’AGI, che quella del 2024 “è un’estate come tante altre, purtroppo, in cui si punta ancora a fare campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali domestici, cani in particolare ovviamente. Ma i dati puntualmente ci dicono che siamo ancora lontani dal trovare una soluzione a questa piaga e che le nostre ferie coincideranno con il far crescere il numero di soggetti chiusi dietro le sbarre dei canili. Partendo da questa osservazione, ho cercato sempre di trattare il tema su Kodami da un altro punto di vista: agire a valle e non a monte.
Con la campagna “vacanza bestiale”, spingiamo le persone ad adottare d’estate, ad esempio, piuttosto che continuare a dire “non abbandonate”
“Inutile rivolgersi a chi non ha proprio la sensibilità di comprendere che accanto a sè non ha un pupazzo, ma un soggetto dotato di cognizioni ed emozioni. Allora la logica è rivolgersi ad altri, a tutte le persone che hanno intenzione di vivere con un cane ma non hanno consapevolezza ancora di quanto un cane ti cambi la vita, davvero. Con la campagna “vacanza bestiale”, spingiamo le persone ad adottare d’estate, ad esempio, piuttosto che continuare a dire “non abbandonate”. – insiste Diana Letizia – Bisogna infatti capire che l’errore sta alla base, in mancate adozioni consapevoli e anche in un mondo in cui comprare un essere vivente è ancora legittimo e concesso. Eh sì, i canili sono strapieni di cani di razza, solitamente cuccioli acquistati a Natale e poi, diventati adolescenti (e che quindi iniziano a mostrare la loro personalità e a dimostrare soprattutto di non essere peluche) vengono ceduti. Perché poi è ora anche di dare messaggi chiari da parte dei media: è vero che turba molto di più vedere il video di un cane legato a un palo, ma la vera deriva oggi in termini di abbandono per il “miglior amico dell’uomo” si chiama “rinuncia di proprietà”. È un istituto legale, inserito dal legislatore nella legge quadro del randagismo (281/91) che nasceva in realtà per tutelare gli animali di chi improvvisamente si trovasse in difficoltà oggettive e che oggi viene invece ampiamente usato per lasciare i cani nei canili quando non li si vuole più”.
Dello stesso avviso anche la responsabile animali per il Comune di Roma e deputata del Pd, Patrizia Prestipino che promette di portare avanti il tema anche dentro il proprio partito. “L’animale domestico è talmente diffuso che oramai la tutela degli animali è un tema quotidiano per molti e si inserisce in un contesto più ampio che è quello della tutela ambientale” e “bisogna instillare la cultura del rispetto”. E poi promette “ho già incontrato la responsabile Ambiente del Pd e chiederò alla segretaria Schlein per parlare di questi temi. Quello che era concesso anni fa, tipo le carrozzelle, oggi non è più tollerato. L’animale non è un oggetto e – aggiunge – la tutela ambientale è entrata in Costituzione. Quindi non è neppure normale che i prodotti per gli animali abbiano l’Iva al 22%. Dobbiamo introdurre il concetto che l’animale è un essere seziente e fa parte delle nostre famiglie. Farò una battaglia per abbassare l’Iva al 10% e a livello comunale introdurre un bonus per le famiglie in difficoltà economiche che hanno cani e gatti. Sai quante persone in difficoltà abbandonano? E visto che a Roma un romano su tre ha un cane o un gatto, sai quanto aiuterebbe?”.
Farò una battaglia per abbassare l’Iva dei prodotti per animali al 10% e a livello comunale introdurre un bonus per le famiglie in difficoltà economiche che hanno cani e gatti.
Però il tema dei maltrattamenti quest’estate ha tenuto e banco, talvolta con episodi feroci. Diana Letizia spiega però a cosa va incontro chi fa del male a un animale “il maltrattamento animale è un reato previsto dal Codice Penale, in particolare l’Articolo 544 bis e ter recita: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro». Diciamo che questo è un punto di caduta molto blando, ormai. Con la modifica in Costituzione dell’articolo 9 nel marzo 2022 della tutela degli animali – sebbene a causa dei migliaia di emendamenti presentati dalla Lega non ci sia stato l’inserimento della definizione di “esseri senzienti” – la sensibilità nei confronti delle altre specie nel nostro paese è decisamente aumentata rispetto al passato. Le uccisioni di orsi perpetrate dal Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, dimostrano infatti quanto il tema sia sentito e dibattuto a livello nazionale. Nonostante ciò, però, ancora non siamo arrivati a una modifica essenziale dello stesso Codice Penale il cui titolo IX bis è “Delitti contro il sentimento per gli animali”.
Il libro “L’abbandono”
Diana Letizia oltre a essere responsabile del portale Kodami, da tempo sui social racconta il suo amore sterminato per il suo compagno di avventure “Frisk the dog”. Un meticcio che da anni oramai l’accompagna ovunque. “L’abbandono” “è principalmente una storia di amicizia e di relazioni. È un romanzo che parla di lutto e rinascita e vivere con un cane insegna a guardare la vita da un’altra prospettiva. Sicuramente ho tratto ispirazione dalla mia esperienza diretta ma mi piace pensare che un libro, una volta che è stato pubblicato, diventa di chiunque se ne voglia ‘cibare’. La scrittura e la lettura sono infatti nutrienti per l’anima come lo è la relazione con un cane e Frisk a me ha insegnato, tra le altre cose, l’importanza di apprezzare il “qui ed ora” ma, allo stesso tempo, di dare profondamente spazio e valore ai rapporti più profondi. Perché i cani ricordano e ti ricordano che abbandonarsi è un’opportunità, trasformando un verbo che ha sempre un’accezione negativa in qualcosa di estremamente positivo. Ecco, Frisk e i cani che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita mi hanno permesso di capire che si tratta di un viaggio in tre tappe – nascere, vivere e morire – che ognuno di noi compie a suo modo e che nella gioia o nel dolore avere un cane al fianco ti insegna che l’amicizia vuol dire supportarsi l’un l’altro e perdonare quando uno dei due non è capace di farlo. Frisk è un meticcio che ho adottato nove anni fa e mi ha decisamente cambiato la vita, da tutti i punti di vista. Per questo, per quanto devo a lui e ai suoi simili soprattutto che ancora non hanno una persona di riferimento, ho deciso di destinare tutti i diritti d’autore a canili e rifugi che operano seguendo percorsi di adozione consapevole finalizzati al benessere psicofisico di cani e umani”.
Parole, quelle di Letizia, che in questo scorcio di fine estate trovano riscontro, nella figura di Alain Delon che ha disposto di essere sepolto insieme ai suoi 35 cani nella sua villa di Douchy, rifiutando il clamore e le folle che lo hanno accompagnato per una vita intera.