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Le mani di Cosa Nostra sul gelato. Due arresti a Palermo

Ago 12, 2024

AGI – Le mani di Cosa nostra anche sul gelato. Operazione antimafia a Palermo. Arrestati un boss e un imprenditore e sequestrati beni per un milione e mezzo di euro dai finanzieri del Comando provinciale per concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta fraudolenta. Contestualmente, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha delegato lo svolgimento di perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella disponibilità degli indagati (6 in tutto). Per gli arrestati disposta da gip, su richiesta della procura, la custodia cautelare in carcere.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, si sono concentrate sulla figura di uno storico appartenente alla famiglia mafiosa di Partanna Mondello, Michele Micalizzi, esponente di spicco del mandamento di San Lorenzo (più volte condannato, tra l’altro, per 416 bis e detenuto). Delineati i rapporti di affari tra il boss e il gestore di una società titolare di un noto brand di gelaterie della città di Palermo, Mario Mancuso, a capo della Magi srl, dichiarata fallita nel 2021.

 

È emerso che il mafioso avrebbe esercitato un pervasivo potere di controllo sull’attività commerciale, intervenendo in prima persona sia nella scelta del personale da assumere sia nelle strategie da perseguire a livello aziendale. Il tutto in forza di un profondo legame fiduciario da cui anche l’imprenditore, secondo chi indaga, avrebbe tratto significativi benefici economici, consistiti nella possibilità di espandere sul territorio la propria rete commerciale, anche attraverso la costituzione di nuove imprese in conseguenza della dichiarazione di fallimento della società, intervenuta nel 2021.

 

L’esistenza di tale legame sembrerebbe confermata dal fatto che il mafioso, in più occasioni, si sarebbe prodigato per risolvere questioni private dell’imprenditore, nonché per ricercare fonti di finanziamento e nuovi locali per l’apertura di ulteriori punti vendita e garantirgli al contempo la necessaria protezione rispetto a richieste estorsive avanzate da altri esponenti mafiosi. Inoltre, l’operatività delle gelaterie sarebbe stata fortemente condizionata dalla necessità di assicurare continui utili al clan mafioso, destinati, tra l’altro, al sostentamento dei detenuti e dei loro familiari. Proprio questo avrebbe inciso notevolmente sulla situazione finanziaria della fallita, in ordine alla quale sono state, altresì, riscontrate fuoriuscite di denaro prive di giustificazione, per un importo complessivo di 1.511.855 euro.

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