Ci sono buone e cattive notizie. La buona? L’impianto Marelli di Crevalcore è salvo con la cessione a Tecnomeccanica: le formalità verranno definite oggi, dopodiché l’accordo sarà ufficiale. Quella cattiva? Ai bonus auto non è corrisposto un aumento della produzione. Intervenuto al Tavolo Automotive, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, non risparmia nessuno.
Favoriti i veicoli con componenti fabbricati in Europa
L’onorevole illustra i programmi in serbo per quanto riguarda gli ecobonus previsti negli anni a venire. Sul tavolo, i 5,75 miliardi del fondo automotive istituito nel 2022: dopo i 750 milioni del 2025 (250 sono stati destinati alle coperture del decreto coesione), verrà erogato un miliardo di euro dal 2026 al 2030.
Attualmente è in fase di studio un meccanismo atto a privilegiare i veicoli con componenti fabbricati in Europa, così da supportare le aziende nazionali e attirare altri produttori. Negli scorsi giorni la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha toccato l’argomento con il primo ministro cinese nella sua visita a Pechino, mettendo nero su bianco i termini pattuiti.. La Repubblica del Dragone potrebbe effettuare degli importanti investimenti lungo la nostra penisola, con la creazione di nuovi posti di lavoro.
Se pensa all’andamento degli ecobonus nel 2024, Urso è soddisfatto: “Le significative risorse messe a disposizione delle auto elettriche, quasi 230 milioni, si sono rapidamente esaurite e hanno portato a oltre 25.000 prenotazioni”. Quindi, il ministro muove delle critiche: “Il piano non ha corrisposto all’aumento che avevamo concordato della produzione in Italia di Stellantis. L’azienda ha annunciato lo stop delle carrozzerie a Mirafiori dal 15 luglio al 25 agosto, con il ricorso a nuova cassa integrazione (fino al 4 agosto), così come 5 giornate di cassa tra agosto e settembre a Pomigliano per carenza di ordinativi”.
Il malumore dei sindacati
Al termine dell’incontro, Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, manifesta malumore: “Da questo incontro usciamo con altri dubbi e con una preoccupazione molto evidente, la preoccupazione che in questi mesi abbiamo percepito è diventata reale: quella di una spaccatura, di uno scontro tra Stellantis e il governo“. Seppur gli sforzi economici profusi dall’esecutivo siano stati importanti, tutto ciò potrebbe non bastare per Palombella, il quale auspica “oltre agli incentivi la ripresa di un confronto con un gruppo industriale che ha in mano il destino di migliaia di lavoratori”.
È rammaricato il segretario generale di Fim Cisl, Ferdinando Uliano: “dopo un anno non c’è nessun accordo per il settore. Nel 2025 sia l’indotto, che Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali, se non si interviene per tempo ci saranno licenziamenti di massa”. Dello stesso avviso il numero uno di Fiom, Michele De Palma, che sprona a “passare ai fatti, anche con una posizione condivisa in Europa. Chiediamo un accordo complessivo sul settore con una dotazione straordinaria di risorse economiche e normative per la giusta transizione”.
Anfia esorta ad adoperarsi affinché gli attori della componentistica non vengano “discriminati a parità di competitività rispetto a offerte provenienti da Paesi ultra-low cost” e serba la speranza che “l’accordo con Stellantis possa concludersi in tempi brevissimi con l’impegno concreto dell’azienda ad accrescere le produzioni nazionali”.