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Facebook, arriva il “non mi piace”. Ma è solo sulle chat di Messenger – La Repubblica

Mar 6, 2017

GRANDI novità in casa Facebook. Quelle appena implementate – o in fase di test – sono infatti funzionalità che solo qualche tempo fa sarebbero apparse impossibili. Il social network di Mark Zuckerberg ha infatti iniziato, come promesso, a etichettare le notizie false (o almeno, ritenute tali) nelle versioni statunitense e presto in quelle francese e tedesca. I link contenenti notizie o articoli in odor di bufala verranno incorniciati da un richiamo grafico che avvisa gli utenti del fatto che sono “Disputed”, cioè “Contestate”. Non saranno dunque cancellati dalle bacheche ma avranno scarsa visibilità e, appunto, saranno segnalati in modo vistoso in quanto messi in discussione da terze parti come PolitiFact, FactCheck o Snopes, siti specializzati nel cosiddetto “debunking”. Sarà anche spiegato perché sono ritenute infondate. La prima è stata una presunta news del sito satirico The Seattle Tribune su un dispositivo Android di Donald Trump ritenuto poco sicuro e fonte di diverse fughe di notizie dalla Casa Bianca. Non solo fake news, però: a Menlo Park sta anche per sbarcare il famigerato pollicione all’ingiù.

La piattaforma starebbe infatti testando l’agognata reaction “negativa”. Il “Dislike” non dovrebbe tuttavia arrivare nelle bacheche, cioè non dovrebbe arricchire le sei faccine disponibili per commentare un qualsiasi contenuto lanciate esattamente un anno fa. Farà invece il suo atteso esordio all’interno del più controllato perimetro di Messenger. A scovare l’esperimento, a quanto pare disponibile a un numero limitato di utenti, è stato un lettore che l’ha segnalato al sito tecnologico TechCrunch. In pratica ogni frase di una conversazione all’interno di una chat potrà essere a sua volta oggetto di una precisa “reaction”. Basterà tenerlo premuto per veder apparire una serie di faccine e simboli: fra questi c’è anche il pollice verso. Un uso che per il momento sarebbe limitato e per giunta ben contestualizzato – al contrario di ciò che il top management del social sostiene da sempre, cioè che quella reazione innescherebbe nelle bacheche troppi fraintendimenti – ma che finirebbe per farsi strada anche in altre sezioni del sito. C’è da scommetterci.

Facebook ha confermato la novità spiegando di testare “continuamente nuovi modi di rendere Messenger più divertente e coinvolgente. Si tratta di un piccolo esperimento in cui consentiamo alle persone di condividere un’emoji che ben rappresenti le loro sensazioni rispetto a un singolo messaggio”. Insomma, se dovesse funzionare la caratteristica potrebbe farsi spazio su scala globale. Fra l’altro questo meccanismo che consente di commentare ogni singolo messaggio sembra ricalcare l’opzione già disponibile nell’ultima versione di Messaggi di Apple per come rivoluzionata da iOS 10: pochi ne hanno contezza ma, tenendo premuto ogni singolo elemento di testo, gli si può affiancare una reazione fra cui, guarda caso, anche il pollice all’ingiù insieme a un punto interrogativo, due esclamativi, una risata, un pollice all’insù e un cuore. Funzioni a loro volta già sperimentate dal social professionale Slack. Per ultimo, perfino all’interno di Messenger è disponibile un set di adesivi con l’amatissimo pollice che boccia.

Il punto è che gli utenti, almeno secondo Facebook, usano Messenger per coordinarsi, organizzarsi, lanciare proposte, fare e disfare gruppi per lanciare una serata o una gita con gli amici. C’è chi, in barba a ogni piattaforma dedicata, ci lavora. Insomma, in quel contesto il pollice all’ingiù avrebbe un suo senso. Significherebbe inequivocabilmente un “No”. Discorso diverso per le timeline, dove quella reaction rischierebbe di generare troppa negatività (come se non ce ne fosse già abbastanza) sulle bacheche degli utenti. Una posizione molto “politica”, questa, che ogni executive del gruppo non perde l’occasione per sottolineare.

Dopo le Storie, cioè i contenuti che scompaiono dopo 24 ore, e l’aggiornamento complessivo della fotocamera interna all’applicazione con l’introduzione dell’opzione Direct – in sostanza le Storie private, destinate a uno o più amici – Facebook lancia (o prova) dunque una serie di novità che nel giro di pochi mesi potrebbero cambiarne le fattezze in profondità. Ma gli utenti non saranno contenti finché il pollice cattivo non sbarcherà sulla bacheca.

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