La prematura scomparsa di Paul Walker ha lasciato una ferita irrisanabile per i fan di Fast and Furious. Soltanto due giorni prima aveva aperto il profilo personale di Twitter, dove augurava ai suoi amici di penna un felice giorno del Ringraziamento. Era grato verso la vita e le sorrideva più che mai. Nessuno poteva immaginare quanto sarebbe accaduto di lì a poco.
Il 30 novembre 2013 fu vittima di un terribile incidente stradale insieme all’amico George Rodas. Dotato di un cuore nobile, l’attore aveva trascorso quella giornata a un evento di raccolta fondi organizzato dalla sua fondazione, Reach Out Worldwide, destinata ai soccorsi in caso di calamità. Lui e Rodas salirono a bordo di una Porsche Carrera GT, un bolide bello e veloce, ma anche difficile da gestire.
L’iniziativa tenne banco presso un’officina ad alte prestazioni di proprietà dei due a Santa Clarita, poco lontano da Los Angeles. Rodas era al volante, Paul sul sedile del passeggero. A pochi metri dall’officina, Rodas perse il controllo del mezzo andando a colpire un marciapiede, un albero, un lampione e un altro albero, prima di prendere fuoco. Fu uno spettacolo atroce.
A nulla valsero le operazioni di salvataggio seguenti. I testimoni oculari raccontarono scioccati l’accaduto. Il bolide era avvolto nelle fiamme e la violenza dell’impatto spense qualsiasi velleità di compiere il miracolo. In seguito, la moglie di Rodas tentò un’azione legale contro Porsche, accusandola di difetti nella meccanica, rea di strappare, in maniera prematura, la vita agli occupanti.
Paul Walker aveva soltanto 40 anni (due in più rispetto a Rodas) e una brillante carriera avanti, frutto di una dura gavetta iniziata in tenerissima età e con una volontà di ferro di tirare dritto, nonostante la consacrazione professionale sembrasse non arrivare mai. Nessuno meglio di lui poteva calarsi nei panni di Brian O’Conner, il poliziotto sotto copertura di Fast & Furious, anima della saga dal primo capitolo. In memoria di un artista, amato dai fan e amante dei motori, ripercorriamo i successi e il drammatica epilogo.
Dal primo spot a Fast and the Furious
Cresciuto in una famiglia di sportivi e modelli, Paul Walker, nato a Glendale, California, il 12 settembre 1973, mostrò fin da subito un talento naturale per la recitazione. Il suo debutto davanti alla telecamera avvenne in tenerissima età, quando a soli due anni fu scelto per uno spot pubblicitario. La vocazione recitativa risuonò forte in lui, senza venire meno durante il percorso di crescita e formazione.
Ottenne una serie di piccole parti in show come Highway to Heaven e Charles in Charge. Conseguito il diploma presso la Village Christian School di Sun Valley, California, nel 1991, la sua stella non esplose nell’immediato, ma ebbe il merito di perseverare, mosso da un sincero e un genuino interesse per il set. Stare dinanzi alla telecamera gli piaceva e avrebbe lottato duro.
Il 2001 segnò la svolta in carriera. Nel ruolo un coraggioso poliziotto sotto copertura in The Fast and the Furious, si impose all’attenzione del pubblico internazionale. Conobbe così Vin Diesel, la co-star della pellicola e futuro amico fraterno. Il carisma di entrambi permise di sbancare i box office in America e nel mondo intero.
Sebbene svolgesse una professione differente, al personaggio si sentì subito legato in maniera inscindibile. Ad accomunarli, la passione dei motori, e la capacità di calarsi nella parte valse il gradimento di pubblico. Che riusciva a identificarsi nel beniamino, un ragazzo intento a vivere il suo sogno fin da bambino.
Tutto filava a meraviglia, pure nel privato: dalla compagna Rebecca McBrain, Walker ebbe pure una figlia, Meadow Rain. Al settimo cielo, desiderava condividere un po’ della sua fortuna con chi era stato meno baciato dalla buona sorte.
Incidente fatale
Quel 30 novembre 2013 stava semplicemente trascorrendo del tempo con i suoi cari, pensando alle festività natalizie. Un contrasto stridente con la tragica fine che lo attendeva. Mentre si apprestava a partecipare a un evento organizzato dalla fondazione, un giro di prova a bordo di una sportiva si trasformò in una tragedia. L’impatto violento e l’incendio successivo non lasciarono scampo all’attore e al suo amico Roger Rodas.
Le indagini sull’incidente fugarono i dubbi sulle modalità della morte di Paul Walker: eccessiva velocità. Affidata a Rodas, la Porsche Carrera GT andava tra le 80 e le 100 miglia orarie quando perse il controllo (tra le 130 e i 160 km/h), e andò a sbattere contro un albero. Ciò che doveva essere un momento di festa assunse contorni cupi e tristi.
Gli occupanti non ebbero scampo. rimasti intrappolati all’interno dell’abitacolo, le fiamme li divorarono davanti agli occhi increduli dei presenti. Se Walker morì a causa delle gravi ustioni rimediate, la violenza dell’impatto costò caro a Rodas.
Nel 2015, la figlia dell’attore, Meadow, intentò una causa per omicidio colposo, attribuendo la responsabilità dell’accaduto ai difetti di progettazione della macchina. Alla fine, un’analisi approfondita fece cadere le accuse e attribuì la colpa a pneumatici usurati e alla velocità eccessiva. Gli airbag di ambedue le vittime erano entrati in funzione come previsto.
L’autopsia consentì di recuperare ulteriori dettagli su Paul Walker, il quale riportò ferite nella mascella sinistra, nella clavicola, nel bacino, nelle costole e nella spina dorsale. Inoltre, nella sua trachea fu trovata della fuliggine. Porsche affermò che la Carrera GT era stata “maltrattata e alterata” in modi non prevedibili. Il contenzioso tra le parti finì due anni dopo. Gli eredi di George Rodas riconobbero un risarcimento di 10,1 milioni di dollari a Meadow.
Kristine Rodas provò anch’essa ad adire le vie legali verso il Costruttore di Stoccarda, a cui imputò di produrre componenti meccanici difettosi. Tuttavia, le richieste vennero respinte in tribunale. L’argomentazione secondo cui la Porsche Carrera GT non fosse equipaggiata a dovere per gestire un impatto laterale fu confutata dai periti.
Infatti, lo schianto letale avvenne frontalmente e le ferite Rodas le riportò una volta scagliato dalla parte del passeggero. Inoltre, recitava la sentenza, gli avvocati della famiglia non avevano presentato delle prove in grado di avvalorare la tesi. Nel 2018 il caso venne risolto, anche se i termini non furono mai comunicati.
Poiché la tragedia accadde nel pieno delle riprese di Fast and Furious 7, Universal Pictures annunciò una pausa nella produzione fino al raggiungimento di un accordo con la famiglia. Il fratello Cody Walker aiutò la troupe a completare le riprese.