Cambio guida, cambio gamma. Con il passaggio di testimone da Markus Duesmann a Gernot Dollner, avvenuto nella seconda metà del 2023, in Audi filtra un’aria nuova. Delusi dai risultati commerciali ottenuti nel precedente corso, il Gruppo Volkswagen confida di riportare in auge il marchio dei Quattro Anelli.
Per farlo è stata avallata una rivoluzione in piena regola, i cui effetti li scopriremo man mano. Un assaggio significativo lo notiamo, però, già da ora, sotto forma di un addio fino a qualche tempo fa impensabile. Protagonista l’Audi A5, erede dell’A4 svelata negli scorsi giorni. La modifica nella denominazione segna l’avvio di un’era inedita, dove i modelli elettrici riceveranno numeri pari e gli elettrici quelli dispari. Nel mentre, spariscono dalle scene le varianti coupé e cabrio.
Contiuum solo parziale
Se da un lato la nuova A5, disponibile nelle carrozzerie berlina (Sportback) e station wagon (Avant), segue le orme della A4 in termini di nome e posizionamento, dall’altro rappresenta un salto evolutivo importante. Gli esemplari in listino non hanno mai convinto il pubblico, in particolare quello cinese e americano. I magri risultati realizzati in territori ritenuti cruciali nel percorso di espansione avrebbero avuto un ruolo decisivo nella cacciata del precedente CEO, arrivato ai ferri corti con alcuni esponenti del CdA di Wolfsburg.
Tagliare il “cordone ombelicale” deve essere sembrata la soluzione più congeniale. Nell’Audi A5 il design rinnovato, gli interni all’avanguardia e la tecnologia di ultima generazione si fondono con una gamma di powertrain elettrici e ibridi efficienti e performanti. La scomparsa delle varianti a due porte decreta la fine di un’epoca. Coupé e cabrio, sinonimo fin dalla notte dei tempi di sportività ed eleganza, lasciano un vuoto nella famiglia del Costruttore di Ingolstadt. Una scelta sofferta figlia delle mutate esigenze del mercato, oltre che dell’intenzione della compagnia di concentrarsi sui segmenti a maggiore crescita, come i SUV e le macchine a batteria.
TT e R8 in pensione
L’abbandono non è l’unico indicatore dello sconvolgimento in atto. Difatti, i portavoce ufficiali hanno di recente comunicato lo stop alla fabbricazione di una coppia di icone sportive: la TT e la R8. Dopo tre generazioni e le più di 650.000 unità vendute, la TT non avrà un capitolo ulteriore. Lo stesso discorso vale in proposito alla supercar R8, la quale non avrà un prosieguo con motori a otto e dieci cilindri. In compenso, il brand prepara il lancio di un’erede spirituale della R8 in chiave moderna e sostenibile: il lancio sarebbe in programma tra il 2027 e il 2028.
Seppur dolorosa, la decisione di congedare coupé e cabriolet da parte di Audi non rappresenta un caso isolato. Anzi, il comparto dei veicoli a due porte, di nicchia per loro stessa natura, sta subendo un calo costante da anni. Tra le realtà generaliste, resistono solo poche eccezioni, capitanate dalla Mazda MX-5. Invece, se parliamo di competitor premium, BMW mantiene un ampio assortimento, al contrario di Mercedes. I vertici di Stoccarda hanno, infatti, da poco semplificato la relativa offerta unendo la Classe C e Classe E Coupé e Cabrio in un unico modello, la CLE.