Le Fp3 del Gran Premio di Ungheria dovevano confermare il presunto passo avanti della Ferrari visto nella giornata di venerdì. Questo l’obiettivo del Cavallino Rampante che aveva stretta necessità di uscire dall’impasse tecnica nella quale è scivolata dal Gran Premio di Spagna. Prime prove libere dove la rossa aveva fatto vedere buone cose. Arriva così il sabato, dopo una notte passata al simulatore driver-in-the-loop a lavorare sodo. Le due vetture italiane scendono in pista e mostrano un bilanciamento di base discreto all’inizio del primo run. Poi, quando si inizia a spingere e fare sul serio le cose cambiano. Si palesa di immediato una certa instabilità al retrotreno nelle curve ad alta velocità di percorrenza del secondo settore.
Con gli pneumatici Soft si testa il giro secco e Ferrari mostra una certa fatica. Per questo, dopo aver studiato a dovere il comportamento della monoposto, i tecnici di Maranello decidono di mettere mano su entrambe le SF-24. Un ritocco al sistema sospensivo per irrigidire di uno step le barre anti rollio. Il provvedimento serviva per stabilizzare la monoposto nelle curve rapide, a discapito di una leggera perdita di grip meccanico nei tratti più guidati. Tuttavia, sebbene il rear-enddelle rosse sia parso più composto a monte della rettifica, i riscontri cronometrici nel T2 non erano affatto buoni. Tre decimi persi su Norris, primo alla fine delle Fp2, solo in questa parte della pista.
Come abbiamo sottolineato ieri andava Ferrari parecchio bene nel T1. Il problema però resta, perché il vantaggio accumulato in questo settore non riesce a “coprire” il delta che le due SF-24soffrono nel T2. Un bel grattacapo per il team che nelle 2 ore e mezza che anticipavano le qualifiche ha cercato di sistemare ulteriormente la messa a punto dell’auto. La sensazione era sempre la stessa: la coperta di set-up è troppo corta. Lo si nota anche in un contesto competitivo come quello magiaro, dove il compromesso aero-meccanico è decisamente meno complicato rispetto ad altri layout. I ferraristi non erano affatto contenti al termine delle ultime libere, confusi sulla strada da prendere per ottimizzare la sessione classificatoria.
F1, Ferrari si perde ancora nella qualifica iungjhereers
La qualifica della Ferrari mostra dei risultati sulla falsa riga dell’ultimo mese. Quarto posto per Carlos Sainz e sesto per Charles Leclerc. Situazione che non soddisfa affatto, specie se consideriamo la doppia defezione di George Russell e Sergio Perez, entrambi eliminati in Q1. Davvero troppo poco accontentarsi di questi piazzamenti. Il linea generale il discorso resta sempre il medesimo: la SF-24 mostra diversi difetti che sommati fra di loro creano la confusione prestazionale da cui la rossa proprio non riesce a uscire. Il compromesso aero-meccanico scelto per costruire il giro secco si mostra poco competitivo: un dato di fatto non opinabile, in quanto la vettura italiana non riesce proprio a performare.
Poco prima della sessione classificatoria arriva una leggera pioggia, peraltro del tutto inaspettata. L’asfalto si inumidisce e la tua temperatura crolla. Va a picco, per intenderci, passando da 42 a 29 gradi. Di conseguenza cambia la maniera di attivare le mescole, in quanto il ciclo isterico per portare in temperatura le gomme si complica. Ferrari ha basato la messa a punto della vettura con una colonnina di mercurio decisamente più alta. Il repentino abbassamento delle temperature ha spostato il corretto punto di lavoro dell’auto e di riflesso parte del grip è andato perso. Sebbene non possiamo dire che la rossa abbia sofferto i grossi problemi con le gomme del recente passato, indubbiamente il contesto odierno non ha per nulla aiutato la SF-24.
Nel primo terzo della sessione stoppato per il botto di Perez, il team italiano è stato bravo a credere nell’evoluzione della pista sino all’ultimo. Ferrari ha infatti caricato di benzina la vettura per realizzare il massimo dei giri disponibili sino al termine della Q1. Elemento non considerato da Mercedes per l’auto di Russell, ad esempio, che proprio per questo fattore è stato costretto ad alzare bandiera bianca e terminare anzi tempo la qualifica. In Q2 il Cavallino Rampante si è difeso con la pista che andava sommando grip con il passare dei minuti. Mentre nell’ultima parte della sessione, ancora una volta, tutti i limiti della SF-24 sono di fatto emersi in maniera evidente e imbarazzante.
Fonte: Sainz Media Centerlo spagnolo Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) in sella della sua SF-24 – GP Ungheria 2024
Il retrotreno della Ferrari non riesce a trovare la quadra. Ne abbiamo avuto prova ancora una volta. Sì perché nonostante a Budapest l’ala posteriore fosse da medio-alto carico, specifica già utilizzata tra le stradine del Principato per intenderci, l’instabilità sul rear-end continua a palesarsi in maniera insistente e alquanto fastidiosa. Stesso discorso per il sovrasterzo “endemico” a centro curva che oramai simpatizza per la rossa. Altro problema della SF-24 è il tedioso fenomeno del bouncing e va tenuto presente che caricare troppo il retrotreno della rossa significa favorirne la generazione. Idem come sopra se le altezze da terra vengono minimizzate. Un dedalo intrecciato di combinazioni nelle quali il team di Maranello si è perso e continua a farlo.
A costo di essere ripetitivi non possiamo che insistere su determinate tematiche, in quanto cambiano le piste ma i grattacapi della rossa restano gli stessi. Irrigidire la vettura a livello sospensivo ha reso più prevedibile le due Ferrari nelle curve rapide ma, di riflesso, lo abbiamo toccato con mano in qualifica, tale provvedimento ha tolto aderenza nei tratti più guidati. Per questo nel primo settore il vantaggio della SF-24 si è dileguato. I “due Carlo” hanno cercato di dare il massimo. Sainz è stato particolarmente bravo in curva 1, dove grazie a una combinazione particolare tra freno motore e brake balance è riuscito a massimizzare il T1.
Al contrario Leclerc ha sofferto per tutto il fine settimana questa parte della pista e gran parte del distacco tra i due risiede proprio in questo fattore. Pensando alla corsa di domani la positività nell’ambiente Ferrari non è molta. Nelle prove realizzate da Sainz con tanta benzina a bordo, il venerdì nelle Fp2, il tema degrado ha fatto storcere il naso al team. Un consumo oltre la media che non promette nulla di buono, sebbene vada ricordato che la vettura dello spagnolo montava le mescole Soft. Fare previsioni è sempre difficile ma il risultato atteso per la SF-24 alla fine della corsa pare di facile lettura. Anche per chi non mastica F1 tutti i giorni della settimana…