• 20 Settembre 2024 13:55

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Ancora domiciliari per Toti. La Gip: “Può commettere altri reati gravi”

Lug 18, 2024

AGI – Nuova misura cautelare, sempre agli arresti domiciliari, per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. L’accusa stavolta è di finanziamento illecito per la vicenda degli spot elettorali pagati, secondo l’accusa, in maniera poco trasparente da Esselunga e proiettati sul maxi schermo di Terrazza Colombo, in centro a Genova. Indagati, per lo stesso reato, anche l’ex braccio destro di Toti, Matteo Cozzani, l’ex senatore e proprietario di Primocanale Maurizio Rossi e l’ex consigliere di Esselunga, Francesco Moncada. Toti era stato già arrestato il 7 maggio scorso per corruzione. È ai domiciliari ad Ameglia, nella sua villetta. 

 

Nella nuova ordinanza si fa riferimento a “5.560 passaggi elettorali pubblicitari, sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo in occasione delle elezioni amministrative del 12 giugno 2022, del valore di 55.600 euro”. Si tratta di “passaggi materialmente erogati da PTV Spa, ma offerti da Esselunga SPA in modo occulto, cioè senza alcuna delibera da parte dell’organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta ai sensi dell’art. 4 legge 659/81”. 

Lo stratagemma dell’impiegato stupido

Qualora durante un controllo si fosse verificato che i passaggi di spot erano in numero superiore a quelli stipulati da contratto, si sarebbe addossata la colpa a un dipendente incapace, rivelano le carte dell’ordinanza. Del suo impiegato “stupido” parla Rossi, ex senatore e proprietario di Primocanale, anche lui indagato: “la ritenuta inefficienza del programmatore sarebbe stata – scrive il gip facendo riferimento a Rossi – una possibile giustificazione qualora gli fosse stata contestata la divergenza tra passaggi elettorali previsti da contratto e quelli realmente trasmessi” sul maxi schermo di Terrazza Colombo. Un escamotage per tranquillizzare Moncada che si era detto disponibile a fare tutto, “basta che dormiamo tutti tra due cuscini”.

 

Le ulteriori misure potrebbero incidere sui colloqui richiesti da Toti e già autorizzati dalla gip, Paola Faggioni. A rischio dunque gli incontri di domani con il vicepremier Matteo Salvini e di sabato con l’assessore Marco Scajola. Nei prossimi giorni Toti sarà sottoposto a un nuovo interrogatorio di garanzia, in relazione a questo nuovo filone di indagine.

Nuove misure anche perché Toti è ancora in carica

Giovanni Toti “può commettere altri gravi reati”, scrive Faggioni nella nuova ordinanza, “nei confronti di Toti paiono, in primo luogo, ricorrere le esigenze cautelari del pericolo attuale e concreto che l’indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede e, in particolare, che possa reiterare analoghe condotte di finanziamenti illeciti in favore del proprio partito e movimento politico”. “Tali esigenze cautelari sono desumibili, essenzialmente – prosegue – dalle modalità stesse della condotta e dalla personalità dell’indagato, così come emergente anche dai comportamenti accertati nell’ambito della presente indagine che hanno già condotto alla pronuncia in data 06.05.2024 dell’ordinanza cautelare applicativa degli arresti domiciliari nei confronti del predetto”. 

 

Il pericolo di reiterazione del reato per Giovanni Toti “si configura vieppiù concreto ove si consideri che continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e cariche pubblicistiche con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti”, scrive ancora la gip di Genova , secondo la quale Toti può sfruttare la sua carica di governatore per elaborare una strategia comune utile alla ricostruzione a suo vantaggio dei fatti oggetto dell’indagine: “Gli sviluppi investigativi rendono nuovamente attuali anche le esigenze cautelari stante il pericolo di inquinamento probatorio in ragione del pericolo che l’indagato, ove non sottoposto ad alcun vincolo cautelare, si ponga in contatto con altri indagati per elaborare una strategia comune o che, sfruttando l’influenza derivante dalle funzioni svolte, contatti altre persone in grado di fornire circostanze utili ai fini di una conveniente ricostruzione delle nuove condotte criminose emerse. 

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