Dopo l’Etna, lo Stromboli. Nella notte è ripresa l’attività vulcanica nell’isola a largo della Sicilia dopo qualche ora di stop. Lo ha reso noto ieri sera l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pubblicando diverse immagini dell’eruzione. La lava fuoriuscita dalla bocca del vulcano si è riversata nel mare, cosa che ha provocato l’innalzamento di una fitta nube di vapore. La prima attività è stata registrata nella mattinata di ieri. L’eruzione è continuata poi dopo il tramonto.
L’eruzione dello Stromboli arriva dopo quella di venerdì scorso dell’Etna, fenomeno che ha fatto chiudere l’aeroporto di Catania per qualche ora. Due eruzioni di due vulcani diversi ma relativamente vicini, ma sulle quali non c’è connessione: “Tra Etna e Stromboli non ci sono collegamenti. Non esiste un ‘serbatoio unico’ tra i due vulcani che hanno origini differenti. La zona geologica in cui si trovano è ovviamente simile ma non c’è alcuna connessione”, spiega il vulcanologo Mario Mattia all’Adnkronos.
Intervistato dall’agenzia di stampa, lo studioso rassicura anche sui potenziali pericoli che questi fenomeni stanno provocando nella zona, non solo a livello vulcanico quanto anche a livello sismico: “Al momento non ci sono assolutamente pericoli particolari legati a variazioni estreme ma resta il fatto che, essendo nel periodo estivo, vanno seguite con grandissima attenzione“, spiega, aggiungendo: “Quello della coincidenza delle due eruzioni è un problema, se vogliamo, solo per chi ci deve lavorare e deve ‘gestire’ tutta la fase dell’emergenza sia a Stromboli che sull’Etna se penso ad esempio a Catania con ciò che comporta la caduta di cenere sulla normale operatività dell’aeroporto”.