Lo stop alla produzione di auto con motori termici entro il 2035 potrebbe non essere una decisione definitiva, anzi. Con l’insediamento del nuovo Parlamento Europeo, in seguito alle elezioni dell’8 e 9 giugno, le direttive da Bruxelles potrebbero presto cambiare, con i nuovi eurodeputati che potrebbero orientare la decisione rendendola meno restrittiva. E dalle bozze di priorità d’azione emerge una presa di posizione che potrebbe fare felici molti che all’idea di abbandonare entro 10 anni benzina e diesel avevano storto il naso. Italia con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni compresa.
L’Europa fa marcia indietro
Stop sì o stop no? Potrebbe presto trasformarsi in uno “stop forse“, perché tutto dipenderà da quello che verrà scelto dall’Ue. Una prima decisione era già stata presa, ma i continui scossoni a Bruxelles hanno reso insicura la manovra e ora che il Parlamento si rinnova tutto è messo nuovamente in discussione.
Non a caso, col vento che è cambiato, tutto potrebbe cambiare per lo stop alla produzione di auto benzina e diesel. Il PPE, il Partito Popolare Europeo, punta infatti a far cambiare idea all’Europa, con una presa di posizione chiara che potrebbe influenzare il mercato del prossimo decennio. I vertici europei, infatti, guidati dalla maggioranza di centrodestra di cui fa parte anche Forza Italia, hanno l’obiettivo di rimettere nuovamente ai voti la decisione.
Dalle bozze di priorità d’azione che le principali agenzia di stampa hanno avuto modo di leggere, da Reuters ad ANSA c’è infatti scritto che uno dei primi obiettivi è “rivedere le norme per la riduzione di CO2 per le nuove auto e furgoni per consentire l’uso di carburanti alternativi a zero emissioni oltre il 2035″.
Cosa cambia per i motori termici?
Cosa cambierà è ancora un mistero, perché la bozza del documento non specifica in che modo esattamente la politica sarà rivista in materia di motori termici. Quel che è certo è che Ursula von der Leyen, che appartiene al gruppo PPE e che sta cercando l’approvazione della maggioranza dei legislatori dell’Ue per un secondo mandato nel suo ruolo da presidente della Commissione Ue, avrà un ruolo chiave. Ma la sua riconferma passa anche, e soprattutto, dal gruppo al quale deve attingere per assicurarsi la maggioranza.
L’obiettivo sarebbe quello di rivedere il regolamento dell’Ue sulle emissioni di CO2 per consentire l’uso di carburanti alternativi, col PPE che nel documento programmatico per la nuova Commissione europea, che sarà discusso durante la riunione del gruppo a Cascais, in Portogallo, propone una “strategia per i carburanti sintetici, i biocarburanti, e i carburanti a basso contenuto di carbonio, con incentivi e finanziamenti mirati, da affiancare alla strategia dell’Ue per l’idrogeno”.
Il PPE si impegnerebbe comunque a continuare a realizzare il Green Deal, ma con una modifica. L’intenzione sarebbe quello di trasformarlo in un “Green Growth Deal” per dare più spazio alla crescita e “raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di C02 del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, rafforzando al contempo la competitività dell’Ue e garantendo la neutralità tecnologica”.
Decisioni che, dovessero essere prese dal nuovo Parlamento Europeo, farebbero di certo piacere anche alla premier Giorgia Meloni che di recente si era detta contraria allo stop.