• 23 Novembre 2024 15:20

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Moto Guzzi, la tradizione di Mandello che ha conquistato l’America

Lug 1, 2024

È il lontano 1910 quando Carlo Guzzi, figlio di una famiglia della ricca borghesia milanese, sposa una giovane mandellese, conosciuta durante i suoi soggiorni nel paese sul Lago di Como, dove la famiglia possedeva una grande casa per le vacanze. Una volta morto il padre, la famiglia si trasferisce definitivamente a Mandello del Lario e Carlo si appassiona alle due ruote, trascorrendo buona parte del suo tempo nell’officina di Giorgio Ripamonti e maturando la voglia di costruire una motocicletta tutta sua. La svolta fondamentale che porta alla nascita della nota azienda avviene durante il periodo in cui Carlo Guzzi partecipa alla Prima Guerra Mondiale come tecnico motorista nell’Aviazione.

Incontra Giorgio Parodi, figlio di un ricco armatore genovese, e anche Giovanni Ravelli, uno dei migliori piloti dell’epoca, con i quali parla del suo sogno. I tre decidono di fondare, al termine della guerra, un’industria motociclistica apportando il capitale di Parodi, la forza propagandistica del pilota Ravelli e le idee tecniche del Guzzi.

Finito il conflitto, Guzzi torna a Mandello e inizia a lavorare al telaio della sua moto, Parodi convince in padre a finanziare il progetto, ma purtroppo Ravelli, rimasto ancora in aviazione, muore alla guida di un aeroplano. Guzzi e Parodi decidono di portare avanti comunque il progetto, anche in memoria dell’amico scomparso e, proprio per questo, l’aquila ad ali spiegate, che era il simbolo dell’aviazione, diventa il logo di Moto Guzzi.

La prima Moto Guzzi si chiama GP, dalle iniziali di Guzzi e Parodi, viene presentata a Emanuele Vittorio Parodi che accorda il finanziamento per l’apertura della Società Anonima Moto Guzzi a Mandello del Lario, avvenuta il 15 marzo 1921, in una via centrale del paese, che ha preso poi il nome di Parodi, dove ancora oggi sorge lo stabilimento. Moto Guzzi nasce in un momento in cui i prodotti del settore motociclistico non sono all’avanguardia e la concorrenza straniera è scarsa. Carlo propone un mezzo innovativo, studiato personalmente in ogni particolare e produce anche motociclette sportive, dedicate alle corse dei Campionati Italiani dove, già nel 1921, si registra la prima vittoria della Casa mandellese.

Man mano la produzione cresce, grazie anche alle numerose vittorie portate a termine, e quindi il numero di dipendenti aumenta, raggiungendo il picco nel 1956, con ben 1590 tra operai, dirigenti e impiegati. La Lodola è l’ultimo modello progettato interamente da Carlo Guzzi e messo in vendita nel 1960. L’imprenditore lascia poi la conduzione dell’azienda per ritirarsi a vita privata e muore nel 1964.

Cambia il tessuto economico, sociale e demografico di Mandello

L’azienda dà un grande contributo allo sviluppo economico mandellese, apportando ricchezza ed una significativa crescita demografica e occupazionale. Nascono diverse attività commerciali, produttive, sportive, ricreativo-culturali e immobiliari. Le varie aziende che si sviluppano sono tutte legate a Moto Guzzi: chi realizza i silenziatori, chi le cabine per i motocarri, chi gestisce la centrale idroelettrica di proprietà Guzzi. Ci sono quelli che creano le varie componenti, i cavalletti e i portapacchi, oppure le ruote in lega, le minuterie meccaniche, le pedane, i dischi, le frizioni e molto altro.

Carlo Guzzi è molto attento anche allo sviluppo delle attività commerciali, quali rifugi in montagna e lo spaccio aziendale, che vende generi alimentari, abbigliamento, prodotti igienici e molto altro, tutto a carico dell’azienda stessa. Grande importanza anche allo sport, gli operai sono coinvolti nelle discipline che più amano e Moto Guzzi finanzia le varie squadre, tra cui quella di Canottieri, forse la più nota, ma anche lo sci alpinismo, il ciclismo, la pesca, il pugilato, il calcio, il tennis. Promuove anche il Centro Ricreativo Aziendale Lavoratori, che oggi è la Polisportiva di Mandello.

Intense anche le attività ricreative, come le colonie al mare proposte per i figli dei dipendenti Guzzi, e culturali, come i vari corsi di lingue straniere, le mostre artistiche e la scuola di qualificazione aziendale, nata per preparare i futuri dipendenti. Guzzi realizza anche abitazioni per gli operai, case e ville per impiegati e dirigenti, offrendo loro agevolazioni, prestiti e garanzie bancarie.

Tutto ciò porta a una grande crescita per il paese, anche demografica, soprattutto dagli anni ’50, quando molte famiglie del sud Italia iniziano a trasferirsi a Mandello per le varie opportunità di lavoro disponibili. Dopo il 1956, con il ritiro dalle competizioni motociclistiche sia di Moto Guzzi che di altre Case, inizia il calo delle vendite e il declino dell’intero settore, dovuto anche al miglioramento della rete stradale e alla diffusione delle automobili.

Motore V7

Dal 1965 al 1969 Moto Guzzi produce il V7 700, modello turistico e emblema del celebre motore a V longitudinale, uno dei principali simboli distintivi dell’azienda in tutto il mondo. Le origini di questa tipologia di modello sono relative ad un settore differente da quello delle due ruote. Il progetto iniziale del motore a V è infatti di Giulio Cesare Carcano che, nel 1959, lancia questa idea a Fiat come alternativa per la Nuova 500.

All’epoca, Moto Guzzi, Gilera e Mondial si erano ritirate dalle gare e quindi il reparto corse della Moto Guzzi era diventato il reparto sperimentazione. Il motore a V viene realizzato come prototipo per la Fiat Nuova 500 D, le due aziende non raggiungono alcun accordo e quindi il progetto viene accantonato. I prototipi di quel motore sono ancora oggi custoditi nel Museo Guzzi.

Il primo V7 viene presentato ufficialmente, nel 1965, al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano. Grande il successo, soprattutto nelle successive versioni Special e Sport, dotate di grande affidabilità, resistenza e potenza. Un elemento distintivo del V7 è rappresentato dalle facce a specchio sul serbatoio, presenti su tutti i modelli, tranne quello militare, nato con il motore a V di 90°, quello che ha fatto la storia della Moto Guzzi negli ultimi 50 anni, famoso per l’infinita possibilità di modifiche e alleggerimenti. Il V7 è considerato un cult. Visti i record raggiunti dai due prototipi e le numerose richieste della clientela sportiva, la Moto Guzzi, nel 1971, lancia sul mercato la prima versione di serie di V7 Sport, montata a mano presso il reparto esperienze Moto Guzzi: telaio in cromo-molibdeno rosso, livrea verde metallizzata, parafanghi cromati.

Negli anni si sono susseguiti vari modelli, fino al V7 III, nato per celebrare i 50 anni dal primo esemplare. L’ossatura è la stessa, la tradizione che la accompagna anche, ma ci sono diverse novità. È più robusta, grazie alla presenza dei collettori di scarico a doppio tubo e delle teste motore più grandi, nuovo il design, più slanciato ed elegante, e anche specchietti, indicatori di direzione e strumentazione. Il motore bicilindrico a V trasversale, il celeberrimo Twin Moto Guzzi, si presenta quindi in una nuova evoluzione.

Moto Guzzi California e i modelli per le forze di polizia

La Moto Guzzi California è nata nel 1971, destinata al mercato statunitense, dove è diventata famosa per essere la moto della Polizia di Los Angeles. Esposta al Salone di Milano di quell’anno, da allora non è più uscita di produzione, diventando così famosa che nemmeno è più necessario indicare il marchio per definirla.

La California, negli anni, è sempre stata aggiornata e migliorata, senza mai perdere di vista il concetto originale alla base del suo successo. Anche Moto Guzzi Norge è stata dedicata alla Polizia Stradale, però tutta italiana, quella della Milano Serravalle e delle tangenziali, per pattugliare le vie di comunicazione e autostradali lombarde. Tra l’altro, le stesse moto Norge 1200 erano state scelte anche dalla Polizia di Berlino.

I club negli USA

Gli USA sono il terzo mercato, dietro a Italia e Germania, per la casa dell’Aquila, un rapporto di passione e commerciale che si rafforza e cresce costantemente. A New York c’è una sede Guzzi, alla quale si riferiscono i vari concessionari della rete commerciale, e in California c’è un centro tecnico.

Tantissimi quindi i guzzisti a stelle e strisce, che sono ovviamente riuniti in vari club, il più conosciuto dei quali è il Gnoc, Guzzi National Owners Club. Gli stessi che, in occasione delle Giornate Mondiali Guzzi, organizzate dai Moto Club Guzzi di Mandello, dal Comitato e dagli appassionati, si recano in paese, orgogliosi, a bordo della loro motocicletta, per vivere il motoraduno del cuore proprio in Casa, tra le vie di Mandello insieme a milioni di appassionati di tutto il mondo, visitando l’azienda, il museo e la Galleria del Vento, l’originale.

Il rilancio

La Moto Guzzi ha sempre realizzato moto, senza mai smettere, sin dalla sua fondazione. Nonostante ciò, anche la Casa dell’Aquila ha attraversato un periodo di crisi intensa. Dal ritiro e conseguente morte di Carlo Guzzi, nel 1964, inizia un’epoca particolarmente negativa, dovuta anche alla difficoltà che stava colpendo l’intero settore. Per far fronte a questo periodo, nel 1965 viene progettato il motore a V, diventato il simbolo delle Moto Guzzi, tanto da essere ancora utilizzato, grazie all’elevata prestazione. Come abbiamo detto, infatti, era il prototipo di un’utilitaria della Fiat.

Nel 1967 la crisi aumenta e la società viene venduta alla SEIMM, controllata dalle banche creditrici. Nel 1973 viene accorpata a Benelli fino al 1988, quando nasce Guzzi-Benelli Moto, dalla fusione con F.lli Benelli. Sembra un momento di assestamento per la Casa, che però invece è destinata ad essere acquisita, nel 2000, da Aprilia, fino al 2004, quando la crisi si fa sentire nuovamente e Moto Guzzi viene venduta, insieme a tutto il gruppo Aprilia, alla Piaggio.

Dal 2005 trova finalmente una stabilità e vede il vero rilancio delle motociclette, riscuotendo notevoli successi. Una delle moto mai sparite dalla produzione è la California 1400, l’ammiraglia. Ma ci sono anche gli altri modelli di via Parodi che vanno a tutto gas. La Guzzi, infatti, in controtendenza rispetto al mercato, cresce costantemente.

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