Se nel 2023 il test-ride BMW Motorrad era stato dedicato al modello custom per eccellenza, ovvero la R18 Transcontinental, questa volta si presenta l’occasione di provare l’ammiraglia della Casa Dell’Elica: la R 1300 GS, ovvero quanto di più lontano dalla filosofia custom.
Una volta ritirata nella configurazione Option 719 Tramuntana, devo decidere a quale prova sottoporla, ma visto che si trovano recensioni e test di ogni tipo fatti da gente bravissima e competente, decido di stressarla in modo inedito, usandola come un motociclista medio qualsiasi (che per altro sono). La sottoporrò al tipico giretto di qualche giorno con gli amici in Toscana e al temibile test del “hard commuting” ovvero casa-lavoro in modalità sia urbana che extraurbana. Sopravviverà ad un uso ben al di sotto dei suoi limiti tra le grinfie di un cinquantenne con panzetta? Come risponde una moto in grado di fare quasi tutto ad un pilota che non le chiede di fare quasi niente? Perchè se una moto non proprio per tutte le tasche (in questa configurazione supera i 24.000 euro) è la seconda per vendite oggi in Italia, vuol dire che si tratta di un mezzo in grado di soddisfare non solo i palati esigenti ma anche la gente di bocca buona. Partiamo quindi dal viaggio.
Il viaggio
Dopo mesi dedicati ad organizzare minuziosamente il giro sulle Dolomiti (ovvero stampare un po’ di magliette con le Tre Cime di Lavaredo), alla fine si parte per la Toscana. Le Dolomiti sono piene di neve e il meteo non promette nulla di buono: meglio puntare verso sud. E le magliette? Si pensa di aggiungere l’aggettivo “Senesi” a “Dolomiti” e tenerle comunque buone. Si parte di giovedì mattina e fino a Sasso Marconi percorriamo l’autostrada A1. Vorrei provare il cruise control adattivo, una funzionalità perfetta per i lunghi tratti veloci, ma il caos è tale da dover essere sempre attivi nella guida.
L’unico posto dove la maggioranza degli italiani sta a sinistra è in autostrada: occupare la corsia libera più a destra è evidentemente vissuto come una vergogna paragonabile solo ad uscire in lacrime dal cinema. Le auto si accatastato nella corsia di sorpasso (dove ho visto un furgone tallonare ferocemente una Lamborghini Urus), in quella centrale viaggia la maggioranza dei camion mentre in quella a destra viaggiano i pochi camion che per legge si ricordano che lì dovrebbero stare, mentre di auto in prima corsia neanche l’ombra. In questo girone infernale chiamato A1 la R 1300 GS si muove a proprio agio, il motore spinge perchè ne ha tanto anche ai bassi ed è sempre pronto a toglierti da qualsiasi situazione sgradevole, grazie a una coppia monstre e ad una cavalleria di tutto rispetto (145CV).
Negli specchietti è presente un sensore che segnala la presenza di mezzi negli angoli morti, ottimo in questi contesti. Lasciata l’autostrada Milano-Mordor, finalmente si sale sugli Appennini lungo la strada della Futa fino al passo della Raticosa, dove siamo testimoni di un comizio tenuto da un attempato motociclista della zona da cui apprendiamo che Valentino Rossi non è mai stato buono ad andare in moto ma ha goduto dei favori di fantomatici “loro” che lo facevano vincere dandogli le gomme migliori. Dopo questo distillato di complottismo motoristico, ripartiamo ed arriviamo a Siena dove facciamo base nei due giorni successivi per percorrere le crete senesi e visitare Asciano, Montalcino e Pienza, poi sulla Siena-Grosseto verso San Galgano, San Gimignano fino a Montespertoli. Sono giorni a zonzo tra alcune delle strade più belle del mondo, appoggiate delicatamente dal cielo sopra le colline. Prima la natura ha disegnato i colori e le forme di questa terra, poi l’uomo le ha modellate con i borghi e le coltivazioni, mantenendo quell’equilibrio fatto di poco e di bello, l’opposto di quella tirannia del troppo in cui sprofondiamo insoddisfatti ogni giorno. In cima ad ogni colle, un casale o un castello dominano la valle incastonati in una corona di cipressi. Guardarsi intorno vuol dire lasciarsi attraversare da una bellezza che l’uomo e la natura hanno costruito insieme nei secoli, guidare qui vuol dire far seguire una curva ad un’altra, senza fretta.
La ciclistica della R 1300 GS
La ciclistica della R 1300 GS su queste strade miste a medio-bassa velocità rasenta la perfezione grazie a telaio e ammortizzatori: tu imposti la curva, lei si preoccupa di tutto il resto e ti lascia tutta la serenità necessaria a godertela. Certo, la moto è alta e per chi è abituato a viaggiare su mezzi rasoterra l’effetto pendolo un po’ si sente, ma è una questione di fisica e ci si abitua in fretta. L’ultima sera andiamo a cena in un ristorante splendido in cima a una collina, dove il padrone si siede al tavolo con noi e ci spiega i segreti, le strategie e le dinamiche del Palio di Siena ovvero una sintesi di tutta la meraviglia e tutti i limiti del nostro Paese.
Si fa tardi e scendiamo al buio, l’impianto luci frontale esprime tutta la sua potenza e la sua efficacia. Il giorno del rientro lo passiamo a prenderci un sacco d’acqua in autostrada, buon modo per provarla anche in queste condizioni. La mappatura Rain è un ottimo contributo a farti sentire sicuro, anche se qualsiasi mappatura inclusa la Dynamic Pro è assistita dal controllo di trazione dinamico che rende tutto di facile gestione. Una volta sollevato al massimo il parabrezza attraverso i comandi al manubrio sei pronto per viaggiare in tutta sicurezza anche in autostrada sotto una pioggia battente. Come si comporta quindi la R 1300 GS in un viaggio di qualche giorno sulle rinomate dolomiti senesi (pioggia inclusa)? Come è giusto aspettarsi da una moto così importante: si mette al servizio dei tuoi limiti.
La moto, il suo motore, la sua ciclistica e le sue soluzioni tecnologiche sono tutte lì per toglierti ogni pensiero e farti divertire in sicurezza. È questa la ragione per cui quando si gira, è facile accorgersi che tanti di quelli che viaggiano in moto lo fanno con un GS BMW. Ok, ma se è una moto praticamente perfetta per viaggiare, come si comporta nell’uso quotidiano sui tratti casa-lavoro? Alla prossima puntata.