AGI – Nel vuoto di un giovedì pomeriggio senza seduta, nel Transatlantico di Montecitorio risuona uno stridio. Di li’ a poco, da un ingresso laterale accanto a quelli che immettono nell’Aula della Camera, spunta un uomo che stringe al petto un fagotto azzurro. A un’analisi più accurata il fagotto risulta essere un camice sterile che avvolge un piccolo di gabbiano: le piume ancora grigie, il becco nerissimo. “È uno dei tanti che cadono si lanciano dai nidi in questa stagione e che non riescono a levarsi in volo”, spiega il dottor Giovanni Recine, delle Guardie Zoofile del Norsaa, mentre cerca di tenere ferma la testa del volatile.
“Il becco è affilatissimo, può fare molto male”, avverte. Palazzo Montecitorio, come il resto del centro di Roma, è ormai da molti anni ‘colonizzato’ dai gabbiani che attirano l’attenzione di passanti e turisti, sempre pronti a fotografarli, meno (a volte) a evitarne i ‘ricordini’ che lasciano piovere dall’alto. Lo svezzamento dei piccoli, pero’, puo’ risultare un po’ ‘brutale’: “Sono nutriti dai genitori fino a un anno, un anno e mezzo. Poi, pronti o meno, si gettano dal nido. Chi non è pronto al volo, come questo che abbiamo recuperato, continua ad essere nutrito dal genitore, ma è esposto a mille pericoli. Questo, in particolare, si era infilato nelle sale dell’infermeria e non poteva essere recuperato dal genitore”, spiega ancora.
È stato allora il personale medico in servizio alla Camera dei Deputati a raccoglierlo, tre giorni fa, e a prendersene cura fino all’arrivo del dottor Recine: “Ora lo porteremo alla riserva della Lipu a Villa Borghese. Se ne prenderanno cura. E gli faranno anche un bel corso di volo…”.