Quelli in arrivo potrebbero essere gli ultimi 10 anni dell’endotermico, con le auto a benzina e diesel destinate allo stop entro il 2035 secondo quanto previsto dalle direttive dell’Unione Europea. Ma non una scelta definitiva, perché allo stato attuale molti Paesi membri dell’Ue starebbero cercando di trattare con Bruxelles per rendere meno drastico il passaggio dall’endotermico all’elettrico, con una struttura non ancora pronta e che di certo non lo sarà nella prossima decade. O almeno non sarà pronta ed efficiente come si vorrebbe.
E tra chi si oppone a questo drastico cambiamento c’è anche la presidente del Consiglio nostrana, quella Giorgia Meloni che a più riprese si è detta contraria alla decisione e più incline a utilizzare buon senso e concretezza.
Meloni contro lo stop del 2035
Il nuovo episodio della saga “premier vs stop all’endotermico” è andato in scena alla Camera. La presidente del Consiglio, nelle comunicazioni a Montecitorio in vista del prossimo Consiglio Ue, non si è infatti nascosta né tantomeno ha usato parole dolci sulla decisione dell’Unione sul futuro delle vetture a benzina e diesel.
“Non ha alcun senso auto-imporsi il divieto di produrre auto a diesel e benzina a partire dal 2035” ha detto Meloni, sottolineando che mandare in pensione l’endotermico comporterebbe conseguenze chiare: “Condannarsi a nuove dipendenze strategiche, come l’elettrico cinese. Sostenere il contrario è stata semplicemente una follia ideologica, che lavoreremo per correggere”.
Parole chiare, quelle della premier, il cui obiettivo sarà cercare di far cambiare idea al prossimo Parlamento europeo le cui nomine sono ancora in ballo, seppur quasi definite. E Meloni, in tal senso, è sicura: “Ridurre le emissioni inquinanti è la strada che vogliamo seguire, ma con buon senso e concretezza, sfruttando tutte le tecnologie disponibili senza andare a scapito della sostenibilità economica e sociale, difendendo e valorizzando così le produzioni europee e salvaguardando decine di migliaia di posti di lavoro”.
“Nessuno ha mai negato che l’elettrico possa essere una parte della soluzione per la decarbonizzazione dei trasporti” ha spiegato la presidente e leader di FdI, il cui governo sta però pensando già a come muoversi con le tasse in vista della svolta elettrica, col quasi scontato aumento dei costi di ricarica.
Cosa cambia dal 2035
Ma cosa cambierà effettivamente in caso di via libera definitivo allo stop alle auto a benzina e diesel nel 2035? Per alcuni consumatori ci sarà modo di sorridere, per altri no così come per i produttori. Lo stop, infatti, è “confinato” alla produzione e vendita delle auto con motore termico. A essere colpite in prima persona saranno quindi le Case produttrici che non potranno di fatto mettere più in tra le linee produttive vetture del genere.
Totalmente diverso, invece, è lo scenario per gli automobilisti. Se è vero che dal 2035 potrebbe essere impossibile comprare un’auto nuova a benzina o diesel che sia, non lo sarà di certo circolare con vetture di questo tipo comprate in precedenza perché frutto di una normativa non ancora in atto. Tradotto? Dal 2035 le auto a benzina o diesel potrebbero comunque essere presenti sulle strade europee e potrebbero continuare a circolare regolarmente. Ovviamente, nell’ottica della riduzione delle emissioni, non è escluso che verranno presi dei provvedimenti.