• 30 Settembre 2024 11:30

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Troppe carenze e criticità, la Corte dei Conti boccia le ciclovie turistiche

Giu 25, 2024

AGI – Sono “numerosi” i ritardi rilevati nella progettazione e nella realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche e degli interventi a sostegno della ciclabilità cittadina, con riflessi critici sulla gestione delle ingenti risorse messe a disposizione tra il 2018 e il 2023. Lo evidenzia la Corte dei conti nella relazione della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato che analizza lo stato di avanzamento complessivo delle 10 ciclovie nazionali (tra cui la quella del Sole Firenze-Verona, la Venezia-Torino, quella dell’acquedotto pugliese e il Grande raccordo anulare delle biciclette a Roma), per la realizzazione di altrettanti itinerari archeologico-culturali a bassa velocità, con la titolarità dei Ministeri delle infrastrutture e trasporti, della cultura e del turismo.

 

Sul piano della programmazione – specifica la Corte – le carenze emerse sono legate anche alla tardiva adozione (agosto 2022) del Piano Generale della mobilità ciclistica, atteso sin dal 2018, e le lentezze procedurali osservate hanno inciso direttamente sulla gestione delle risorse, con numerose criticità inerenti al loro effettivo utilizzo e indicative di una capacità di spesa davvero ridotta. Per la magistratura contabile, inoltre, “l’insufficiente coordinamento fra le PA interessate è stato elemento di particolare problematicità sul versante realizzativo”, anche in considerazione delle tempistiche dell’intervento Pnrr sul “Rafforzamento della mobilità ciclistica”, tuttora in corso. 

 

La differenza tra costi medi sostenuti per le varie ciclovie, segnala la Corte dei conti, “oltre a rendere indispensabili interventi all’insegna di una maggiore economicità”, evidenzia “la necessità di un controllo centrale più efficace e coordinato nella gestione delle risorse e delle procedure, per il rispetto dei criteri programmatici e, in caso di interventi non più avviabili, per il recupero delle risorse erogate e l’eventuale riutilizzo, che renderanno fondamentale la collaborazione con il Mef”.

 

Le lentezze procedurali, segnala la magistratura contabile, “si sono riflesse anche in termini di gestione delle risorse dei capitoli considerati che ha mostrato diverse criticità legate alla formazione di ingenti quantità di residui e anche di economie, con una capacità di spesa, in conto competenza, davvero ridotta ed una gestione di cassa improntata prevalentemente all’utilizzo dei residui”.

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