Già nel primo secolo dopo Cristo, Seneca così ragionava in una delle lettere a Lucilio: “Perché la stupidità ci domina con tanta ostinazione? […] Nessuno di noi va a fondo; cogliamo solo quanto è in superficie e i pochi minuti spesi per la filosofia bastano e avanzano per gente tanto affaccendata. L’ostacolo maggiore è che siamo subito soddisfatti di noi stessi.” Millenni dopo, in un piacevolissimo volume edito da Guerini e Associati dal titolo “Come siamo diventati stupidi” che parte più o meno dalla stessa domanda, così conclude Armando Massarenti: “La strategia per tornare intelligenti, che ha segnato il nostro variegato percorso, consiste anche nella capacità di liberarci dei nostri più radicati pregiudizi, dalla pigrizia e dalla tendenza ad autoingannarci”.
A mettere a confronto i due filosofi italiani, quello di duemila anni fa e il mio amico Armando, sembra di sentire riecheggiare la stessa preoccupazione per l’epidemia di stupidità che entrambi ravvisano nei loro contemporanei, e forse anche almeno in parte la stessa avvertenza a liberarci dalla pigrizia mentale e dall’autocompiacimento che si trova nella soddisfazione dei propri pregiudizi; ma se si scorrono le pagine del volume odierno, si scopre tutto il progresso fatto in quello che potremmo chiamare lo studio filosofico della limitazione mentale, il quale, come uno specchio, riflette in realtà un vasto mare di conoscenze acquisite sui meccanismi della cognizione, sulle euristiche piantate nel nostro cervello tanto dalla biologia quanto dalla cultura e dalla società, sul ruolo delle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’accentuare proprio gli aspetti meno razionali del nostro modo di pensare a causa di narcisismo, tribalismo e polarizzazione sociale.
Proprio il navigare attraverso questo mare così vasto ed eterogeneo richiede una guida di acuto discernimento, e l’autore si affida infatti ad alcuni fra i più importanti pensatori contemporanei, con il vantaggio che il lettore scopre spesso luoghi poco frequentati dai non specialisti ma indispensabili per ripulire il proprio modo di pensare a certi argomenti: dal mai troppo lodato Cipolla, si passa a Flynn, a Murray, ad Haidt, e in breve a una vera falange di pensatori moderni, ciascuno citato e usato per contribuire a indicare la strada in un testo vertiginoso per quantità di argomenti trattati.
Il sottotitolo del libro – “una immodesta proposta per tornare intelligenti” – prelude in realtà a un finale pirotecnico, una sorta di autovalutazione che con acuto senso dell’ironia il lettore “tornato intelligente” dovrebbe essere in grado di fare su sé stesso; e certo non val la pena di essere così stupidi, da anticipare qui i dettagli della “immodesta proposta” di Massarenti, rendendo vana la medicina che egli vuole propalarci, e che passa attraverso la lettura di questa sua ultima opera, a tutti consigliata.