• 27 Novembre 2024 7:33

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Ministro dei Trasporti italiano: chi è e quali funzioni svolge

Giu 18, 2024

Il ruolo del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è oggi più complesso e articolato ce mai. Da un lato, deve gestire la pianificazione, la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture per la circolazione tramite i canali tradizionali, come strade, ferrovie, aeroporti e porti. Dall’altro, è tenuto a guidare verso una mobilità più sostenibile, efficiente e sicura, in linea con le sfide dell’epoca attuale. Attualmente ricoperto da Matteo Salvini, il ruolo prevede una serie di compiti. Innanzitutto, gli compete disporre o meno il finanziamento di nuovi progetti. Le risorse provenienti da bilancio pubblico, tasse e pedaggi sono spesso insufficienti, perciò ha il compito di esplorare vie alternative, tipo il partenariato pubblico-privato e l’emissione di obbligazioni verdi (o Green Bond).

Per ridurre l’utilizzo dell’automobile privata e la congestione delle città, è preposto a garantire un sistema intermodale, che combini, in maniera efficace, treni, autobus, metro, bici e non solo. Nella fattispecie, cerca di promuovere l’interoperabilità tra le diverse soluzioni, la creazione di hub e l’adozione di biglietti unici integrati. Siccome i trasporti costituiscono una delle principali fonti di emissioni di gas serra e inquinamento atmosferico, occorre vagliare delle strategie all’avanguardia. Tra i vari canali di recente sviluppo spiccano, ça va sans dire, i mezzi elettrici, tuttora limitati a una piccola nicchia in Italia. Eppure, un vento di novità comincia a soffiare anche lungo la penisola, basti pensare agli ecobonus del 2024 delle BEV esauriti.

Al momento, la Commissione Europea ha negato il via libera ai biocarburanti (a differenza degli e-Fuel, promossi soprattutto dalla Germania). A dispetto delle difficoltà incontrate, il Governo confida di fare cambiare idea alle istituzioni comunitarie, vista, peraltro, la diffusione più rapida in confronto ai combustibili sintetici. L’incentivazione all’uso di bici e monopattini, nonché l’efficientamento energetico delle strade può contribuire a ridurre il rilascio di sostanze nocive nell’ambiente. In parallelo, bisogna compiere dei passi avanti sul fronte della sicurezza. Al ministro spetta dirigere la manutenzione delle infrastrutture, investire nella formazione del personale, aggiornare le normative e promuovere tecnologie evolute.

Le opportunità del futuro

Mentre il presente comporta una serie di questioni spinose, si stagliano delle opportunità inerenti al futuro. Lo sviluppo di un network migliore dal punto di vista dell’efficienza e della sostenibilità ha, infatti, il potenziale di creare occupazione in posti quali la green economy, la mobilità intelligente e la logistica. Il dicastero dovrà favorire la formazione e la riqualificazione della forza per l’espletamento di tali professioni. Contrastare lo smog, compreso quello acustico, e la congestione del traffico è in grado di diminuire i problemi di salute, aumentare il tempo libero e rendere i grandi centri abitati maggiormente vivibili. Infine, una rete di trasporti moderna ed efficiente può incrementare la competitività del Paese a livello internazionale, propedeutico a scambi commerciali e a investimenti stranieri nel territorio. L’organo ha il dovere di promuovere l’interconnessione tra l’Italia e il resto d’Europa e del mondo.

Target, priorità e fondi

In conformità agli obiettivi dell’esecutivo e dell’Unione Europea, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti elabora la strategia complessiva. Nel piano definisce i target da raggiungere, le priorità da seguire e i fondi da destinare. Sulla base dei trend imperanti nei giorni nostri, il dicastero disciplina la materia mediante norme e decreti, attinenti ad aspetti quali la sicurezza, la concorrenza, i diritti dei passeggeri e la salvaguardia del Pianeta. Troppo a lungo la Terra è stata messa in secondo piano sia dai capi d’industria sia dalle autorità politiche, fino a provocare l’emergenza climatica. Affinché le generazioni del domani abbiano delle prospettive serve cambiare passo. Per concludere, il ministro ha l’onere di preservare gli interessi del Paese nei forum internazionali e stimolare la cooperazione insieme ad altri Paesi per affrontare le sfide comuni

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