• 29 Settembre 2024 7:22

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Mahindra, la storia di un colosso indiano dai mille volti

Giu 14, 2024

Se diciamo “Mahindra”, la mente probabilmente correrà a SUV e fuoristrada dalle linee pulite e grande potenza, come la XUV500 oppure a una piccola citycar essenziale ma scattante come la KUV100. In realtà, il colosso indiano ha molto altro da offrire, come per esempio una lunga storia, nata nel 1945. Inoltre, ben poche Case riescono a produrre, oltre le auto, anche le moto, esemplari competitivi sia a due che a quattro ruote, veicoli agricoli e persino servizi di ingegneria per sviluppare componenti e infrastrutture e anche Information Technology. Vediamo di conoscere meglio la più grande Casa automobilistica indiana.

Mahindra, non solo auto

La storia narra che il primo nome di Mahindra, ora noto come Mahindra & Mahindra Limited, prima avesse la stessa sigla – M&M – per due cognomi diversi: Mahindra & Mohammed. L’azienda fu fondata nel 1945 da Jagdish Chandra Mahindra e all’inizio, non si occupava di veicoli: il suo intento, infatti, era commerciare acciaio con Stati Uniti e Gran Bretagna.

L’iniziativa di produrre veicoli arrivò solo due anni dopo, quando Mahindra iniziò a produrre con successo pick-up e fuoristrada sotto licenza Kaiser prima e American Motors poi. Le auto vennero immediatamente apprezzate a livello nazionale e, per estendersi anche al mercato asiatico e d’oltreoceano, la Casa decise di produrre anche veicoli leggeri commerciali e trattori agricoli. Ancora oggi, il brand indiano è noto per l’ottima qualità delle sue creazioni agricole, estremamente potenti e affidabili.

Un grande cambiamento avviene solo nel 2o05, quando M&M viene riconosciuto come il più grande produttore di veicoli dell’India e decide di ampliare la propria rete di servizi. È in quell’anno che nasce MSAT (Mahindra Systems and Automotive Technologies) che punta a sviluppare nuove componenti e offrire dei servizi ingegneristici di alto livello. Sempre nello stesso anno, si occupa di espandersi con una collaborazione con Renault, marchio iconico tanto da vincere anche il titolo Auto dell’Anno anche nel 2024 con Scenic. Questo dà la possibilità a Mahindra di differenziare il commercio in Asia potendo vendere le auto progettate dalla Casa transalpina, come per esempio la vettura che in Europa era nota come Dacia Logan.

Vedono la luce i XUV500 con quattro oppure due ruote motrici e anche la versione autocarro, oppure i due fuoristrada e pick-up o SUV a cinque porte Bolero e Goa. Fra i modelli indiani, inoltre, non possiamo non citare anche il pick-up a cabina singola o doppia Genio, o ancora la Quanto, che ha marce ridotte e trazione che può essere posteriore o integrale, per non parlare della piccola citycar KUV100. La forza di Mahindra, sta nella proposta di un ampio listino dai prezzi ragionevoli e auto affidabili, potenti e robuste.

Fonte: Ufficio Stampa MahindraUn modello autocarro del 2018 di Mahindra GOA

Questi modelli si estenderanno presto a livello globale, potendo contare su un’importante acquisizione avvenuta nel 2016: Mahindra, infatti, diventa proprietaria della mitica Pininfarina Spa, azienda italiana fondata nei lontani Anni Trenta e nota per collaborazioni leggendarie, come le carrozzerie di Ferrari, Maserati, Peugeot e altre Case di primo livello.

La concorrenza interna, inoltre, è stata spazzata via grazie allo stile delle auto, che ha a capo del design Pratap Bose, conosciuto perché era precedentemente impiegato presso la rivale connazionale Tata Motors.

Emozioni anche a due ruote

Abbiamo già menzionato la natura poliedrica di Mahindra. Il brand indiano si è distinto anche nella creazione di veicoli a due ruote dal 2008, quando è diventato proprietario della Kinetic Company. La nuova azienda, Mahindra 2 wheelers, si è allora lanciata nella produzione soprattutto di scooter e di moto di piccola cilindrata, senza lasciare da parte l’impegno sportivo che l’ha portata a gareggiare come Team anche con un giovane Francesco Bagnaia.

Mahindra e Motorsport

Per quanto riguarda l’ambito sportivo, Mahindra non si è certo risparmiata. La Casa, infatti, ha partecipato con orgoglio al Motomondiale dalla stagione 2011 come Mahindra Racing, prendendo parte alla classe 125, che l’anno successivo cambiò nome in Moto 3.

La prima vittoria nello sport a due ruote arrivò nella stagione 2016 grazie proprio a Bagnaia, sul circuito di Assen, il quale poi bissò a Sepang e regalò al Team il miglior piazzamento della storia del motomondiale: un buon quarto posto. Ma le soddisfazioni di quella stagione non finirono lì, in quanto anche John McPhee, su una MG30, moto che però era rimarcata Peugeot, ottenne una vittoria al Gran Premio della Repubblica Ceca.

Le avventure nel mondo adrenalinico del motorsport si estesero anche alle quattro ruote, alla scoperta del Campionato di Formula E, dedito alla sperimentazione dei veicoli elettrici, anche se monoposto. Il nome adottato nel 2014, il primo anno, fu FE Mahindra Racing e per le prime soddisfazioni aspettò solo la stagione successiva, quando nel 2015 Nick Heidfeld ottenne il primo podio all’E-Prix di Pechino. L’impegno portò anche a festeggiare la prima vittoria nel 2017 all’E-Prix di Berlino, conquistata da Felix Rosenqvist.

Fonte: FIA Formula E Media CentreNyck De Vries alla guida di Mahindra M9Electro nell’attuale stagione di Formula E

Attualmente, il Team Mahindra corre ancora nella categoria elettrica e può contare su due piloti di primo livello, come l’ottimo Edoardo Mortara e Nyck De Vries, volto noto per la sua breve apparizione in Formula 1 durante la scorsa stagione, in cui corse otto gare con AlphaTauri e soprattutto per il campionato del mondo vinto proprio in Formula E nel 2021 con Mercedes.

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