E se fosse stata solo la punta dell’iceberg? Lo scandalo riguardante gli airbag Takata potrebbe aver portato alla luce le inefficienze del gruppo Stellantis. Dopo il richiamo di 600.000 esemplari fra Citroën C3 e DS3, ora delle nuovi nubi si addensano sul colosso automobilistico. Lo scrive l’autorevole Le Parisien, che teme il provvedimento possa andare a riguardare ben otto milioni di vetture. Qualora le ricostruzioni dovessero rivelarsi corrette, il danno economico e d’immagine sarebbe ragguardevole.
“Secondo le nostre informazioni, questi modelli non sono gli unici interessati per i due marchi”, spiega il quotidiano transalpino. Tra quelli indicati vengono segnalate le C3, le DS4 e le DS5, prodotte nella stessa decade 2009-2019. Tutte e tre hanno lo stesso airbag realizzato dal fornitore e “saranno quindi alla fine anch’esse oggetto di un massiccio richiamo”. Ad avviso della testata le lettere verranno inviate fra poco sulla base dell’età delle macchine, con diverse centinaia coinvolte nella sola Francia. Il caso potrebbe riguardare da vicino parecchi conducenti italiani, dato l’ampio successo riscosso pure dalla C4 lungo la penisola.
Salta fuori anche un altro nome
Di rimando, Stellantis sottolinea: “Non siamo in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo attualmente su C3 e DS3, dove chiediamo ai loro proprietari di smettere immediatamente di usare la loro auto perché riteniamo che il rischio sia troppo grande”. In definitiva, mentre le due francesi potrebbero avere degli “airbag mortali”, per il resto degli esemplari coinvolti vi sarà modo di andare avanti a circolare, senza il timore di mettere la propria incolumità in pericolo. Certo, un intervento sarebbe comunque opportuno farlo eseguire a professionisti del settore, ma con minor carattere di urgenza. A tempo debito, le parti interessate riceveranno ogni comunicazione del caso.
Nella sfilza di nomi tirati in ballo da Le Parisien, figura pure un marchio tedesco, sempre del colosso nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Peugeot Groupe. Stiamo, ovviamente, parlando di Opel, che nel recente periodo ha rivisto in maniera sensibile la sua gamma. In passato ricorreva, a sua volta, agli airbag di Takata, per un totale da mani nei capelli. In totale, “8 milioni dei suoi (di Stellantis ndr) veicoli finiranno per essere presi di mira in Europa. E saranno quindi oggetto di un enorme ulteriore richiamo”.
La campagna più difficile
Stéphane Coquant, viceresponsabile dei richiami e della gestione della crisi di Stellantis, sottolinea: “Gli airbag Takata che li equipaggiano non sono necessariamente gli stessi di quelli presenti sulla C3 e sulla DS3, ma preferiamo usare cautela”. Seppur riconosca che sia “di gran lunga la campagna più difficile che ho dovuto gestire”, preferisce andarci cauto. Il danno economico già registrato è considerevole, pari a quasi un miliardo di euro, stanziati per il ricambio dei componenti difettosi. In Italia sono in procinto di arrivare 25.000 auto sostitutive e il numero andrà forse a crescere in misura esponenziale, laddove le stime de Le Parisien trovassero conferma. O forse no, forse avrà ragione il gruppo a raffreddare gli animi. Al di là dell’impatto sulle casse societarie, la reputazione dei brand è messa in discussione.