• 24 Novembre 2024 15:31

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Bollo auto, chi non deve pagarlo: prescrizione, esenzioni e rimborso

Giu 7, 2024

Il pagamento del bollo auto continua a essere una delle questioni più discusse dai proprietari di veicoli in Italia. Questa tassa è soggetta non solo a regolamentazioni di ambito nazionale ma anche a specifiche disposizioni regionali. L’incasso dell’imposta è gestito dalle singole regioni e dalle province autonome di Bolzano e Trento che ricevono gli importi pagati dagli automobilisti ogni anno.

Ci sono eccezioni: in Friuli-Venezia Giulia e in Sardegna, ad esempio, è l’Agenzia delle entrate a occuparsi della gestione della tassa.

Chi deve pagare il bollo auto

Il pagamento del bollo auto è un obbligo fiscale annuale per tutti i proprietari di un veicolo iscritti al Pubblico registro automobilistico alla data di scadenza del termine di pagamento. Questa responsabilità si estende anche a situazioni specifiche come i veicoli in leasing, usufrutto, o acquistati con patto di riservato dominio, dove sono tenuti al pagamento rispettivamente gli utilizzatori, gli usufruttuari o gli acquirenti registrati al Pra.

Per i veicoli con contratto di noleggio a lungo termine senza conducente, la tassa automobilistica grava sugli utilizzatori, anche se di fatto è la società di noleggio a saldare l’imposta, distribuendo poi il costo nei canoni mensili di noleggio. Il bollo deve essere pagato indipendentemente dall’effettivo utilizzo del veicolo su strada, poiché si tratta di una tassa legata al possesso del veicolo piuttosto che alla sua circolazione.

Il pagamento può essere effettuato in un punto di riscossione autorizzato presente sul territorio nazionale. Solo le autorità regionali sono competenti a effettuare i controlli sulla regolarità del pagamento del bollo. Di conseguenza, non è necessario portare con sé la ricevuta del pagamento né esibirla alle forze dell’ordine che non hanno la facoltà di verificarne il pagamento tramite autovelox o sistemi tutor.

Quali sono le scadenze da rispettare

Il bollo auto deve essere saldato da chi risulta proprietario del veicolo all’ultimo giorno utile per il pagamento. Ad esempio, se il termine scade il 31 dicembre, chi risulta proprietario il 31 gennaio successivo è tenuto al pagamento. Se un veicolo è stato immatricolato per la prima volta a settembre, il pagamento del bollo sarà dovuto entro la fine di ottobre dell’anno successivo e in ogni anno successivo nella stessa data. Questo sistema garantisce che ogni anno vi sia un punto fisso di riferimento per il rinnovo del bollo.

In alcune regioni italiane, la data di scadenza del bollo può variare in base a termini fissi stabiliti localmente, a seconda del mese di immatricolazione originale del veicolo. In Lombardia la normativa prevede una variazione: qui il pagamento deve essere effettuato da chi è proprietario al primo giorno successivo alla scadenza del termine. I sistemi di riscossione automatici sono programmati per identificare la scadenza, facilitando così il processo per i proprietari di veicoli.

Cos’è il ravvedimento operoso

Il mancato pagamento puntuale del bollo auto può comportare costi aggiuntivi per i proprietari di veicoli, sotto forma di sanzioni e interessi legati al ritardo accumulato. Questi costi aggiuntivi variano a seconda del periodo di ritardo con cui si effettua il pagamento.

Per chi salda il bollo auto tra il quindicesimo e il trentesimo giorno dopo la scadenza, la sanzione applicata è pari all’1,5% dell’importo originale, più gli interessi legali giornalieri, che ammontano annualmente all’1,25%. Se il ritardo si estende dal trentunesimo al novantesimo giorno, la sanzione aumenta all’1,67% dell’importo dovuto, con gli stessi interessi giornalieri.

Per i pagamenti effettuati oltre il novantesimo giorno ma entro un anno dalla scadenza, la sanzione sale al 3,75% dell’importo del bollo, mentre i pagamenti ritardati di oltre un anno ma entro due anni vedono applicata una sanzione del 4,29%. Ancora più gravosa è la situazione per chi paga dopo oltre due anni dalla scadenza ma prima che la violazione venga ufficialmente contestata dalla Regione, con una sanzione che raggiunge il 5%.

In caso di pagamento a seguito di un accertamento formale o di un’ingiunzione, la sanzione si aggira intorno al 30% dell’importo originario, a cui si aggiungono gli interessi legali. Esiste comunque un’opzione per mitigare le sanzioni attraverso il cosiddetto ravvedimento operoso veloce. Se il pagamento viene effettuato entro 14 giorni dalla scadenza, la sanzione si riduce a solo lo 0,1% per ogni giorno di ritardo, oltre agli interessi giornalieri.

Prescrizione bollo auto, quanto scatta

Comprendere i tempi di prescrizione del bollo auto è fondamentale per i proprietari di veicoli, al fine di evitare il pagamento di somme non dovute. La legge stabilisce che il periodo di prescrizione per il bollo auto è di tre anni, ma è utile sapere come questi anni vengono calcolati e quali eventi possono interrompere o riavviare questo periodo.

La prescrizione inizia dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui il bollo doveva essere originariamente pagato e scade il 31 dicembre del terzo anno. Ad esempio, se il bollo del 2019 non è stato saldato e non ci sono stati atti interruttivi, un avviso di pagamento inviato nel gennaio 2023 sarebbe considerato illegittimo, poiché oltre il termine di prescrizione.

Gli atti interruttivi, come un avviso di accertamento, un sollecito di pagamento, la notifica di una cartella esattoriale, un’intimazione di pagamento, un preavviso di fermo dell’auto, o un atto di pignoramento, hanno il potere di azzerare il tempo già trascorso e far ricominciare il conteggio per la prescrizione.

Chi paga il bollo auto: le esenzioni

Anche nel 2024, il pagamento del bollo auto vede confermate diverse esenzioni dal pagamento per categorie di veicoli e proprietari, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Tra i beneficiari ci sono le auto di proprietà di persone con disabilità che soddisfano i requisiti della legge 104, le auto storiche di oltre trent’anni, le minicar e i veicoli intestati a organizzazioni senza scopo di lucro.

Prevista anche l’esenzione totale dal pagamento del bollo per i veicoli elettrici nei primi cinque anni dall’immatricolazione, che si estendono a sette anni in Campania. Altre esenzioni riguardano le vetture esposte dai concessionari per la rivendita, nonché veicoli con specifiche alimentazioni come Gpl, gas metano o ibride, in diverse regioni tra cui Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta.

In Puglia, l’esenzione è estesa anche ai veicoli che sono stati oggetto di furto o demolizione. Allo stesso tempo, in Toscana, sono esentati dal bollo i veicoli utilizzati per il soccorso sanitario, quelli in uso a organizzazioni di volontariato e a organizzazioni non governative. Questa facilitazione si applica anche in regioni come la Provincia di Trento, Basilicata, Emilia-Romagna e Lombardia per le organizzazioni non lucrative.

Per quanto riguarda le auto storiche che hanno superato i vent’anni di età, è prevista una riduzione del 50% sul pagamento del bollo, una misura che mira a preservare il patrimonio automobilistico storico.

Cos’è e quanto è previsto il rimborso del bollo auto

Il rimborso del bollo auto è soggetto ai regolamenti stabiliti da ciascuna regione italiana. In genere i contribuenti possono richiedere il rimborso della tassa automobilistica in diverse situazioni:

doppio pagamento: se il bollo è stato pagato due volte per lo stesso periodo di imposta;
pagamento in eccesso: quando l’importo versato supera quello dovuto;
pagamento non dovuto: nei casi in cui il pagamento sia stato effettuato ma il veicolo sia stato poi venduto, rubato, o demolito.

In particolare, nei casi di furto o rottamazione del veicolo, il rimborso può essere gestito direttamente al momento del pagamento del bollo per un nuovo veicolo. Per farlo è necessario presentarsi presso un punto di riscossione autorizzato, fornendo la documentazione che attesti il furto o la demolizione del veicolo precedente.

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