AGI – La Comunità dell’Istituto San Giuseppe al Trionfale e i residenti del quartiere Prati di Roma possono tirare un grosso sospiro di sollievo. I condomini dello stabile di via Girolamo Savonarola al civico 39, riuniti ieri in un’assemblea straordinaria, hanno bocciato all’unanimità (a parte un’astensione) la richiesta della società Iliad di installare un impianto di telefonia mobile sul tetto del palazzo a un canone annuo di 20mila euro. Appare, al momento, scongiurata l’iniziativa portata avanti dal gestore Tlc il cui progetto aveva allarmato non poco tutto il mondo che ruota attorno all’Istituto che ospita una scuola dell’Infanzia, una Primaria, una parrocchia e un oratorio, realtà che ogni giorno vedono il coinvolgimento di centinaia di bambini e di famiglie.
“Siamo contenti della decisione del condominio di bocciare quasi all’unanimità la proposta di installazione dell’antenna – ha commentato don Salvatore Alletto, direttore della scuola San Giuseppe nonchè superiore della Comunità di San Giuseppe al Trionfale -. Mi sento di ringraziare i condomini per la sensibilità e l’attenzione dimostrate. Speriamo presto si arrivi ad una regolamentazione della localizzazione degli impianti di telefonia mobile. Quello della scuola e della Comunità di San Giuseppe al Trionfale è un sito sensibile che va protetto”.
Che l’intera struttura faccia parte dei ‘siti sensibili’ lo si evince in effetti dalla tavola 1.01 allegata alla deliberazione di Giunta capitolina n. 17/2023, con cui è stato approvato lo schema di Regolamento comunale relativo alla localizzazione degli impianti di telefonia mobile. Come si legge sulla pagina web del Comune di Roma, “lo schema di Regolamento è diretto ad assicurare il corretto insediamento urbanistico, territoriale e ambientale degli impianti, minimizzando l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. In particolare, “i criteri adottati per l’individuazione dei siti classificabili come “sensibili” sono particolarmente orientati alla protezione dell’utenza più fragile: i bambini in tenera età, gli adolescenti, i malati, gli anziani e le persone diversamente abili”. All’esito del procedimento di consultazione pubblica (il cui termine è scaduto il 22 maggio 2023), il Regolamento è in attesa di approvazione definitiva da parte dell’Assemblea capitolina.
Nei giorni scorsi, alla luce della polemica sollevata dall’intero quartiere, Iliad ha provato a spiegare che “ogni antenna presente sul territorio italiano viene realizzata solo dopo aver acquisito le necessarie autorizzazioni previste dalla legge” e che “le autorizzazioni stesse vengono rilasciate da vari enti pubblici, fra cui Comune e Agenzia Regionale per la protezione ambientale, che si assicurano che ogni antenna venga realizzata e funzioni nel pieno rispetto delle prescrizioni di legge”.
Precisazione di Iliad a parte, nelle ultime ore a supportare la mobilitazione dell’Istituto San Giuseppe è stato anche l’ex coordinatore dei comitati romani per la difesa dagli effetti dell’elettrosmog: si tratta di Giuseppe Teodoro, attuale vice presidente di Ecoland, l’associazione di promozione sociale che opera nel settore della tutela della salute e dell’ambiente. Teodoro, in previsione del voto assembleare che avrebbe espresso il condominio di via Savonarola, ha diffuso un vademecum di 13 punti, perche’ fossero chiari “i rischi e gli effetti pratici, a cui possono andare incontro, spesso inconsapevolmente, i cittadini che avallano la scelta di accogliere un’antenna, ancorché spinti da mere ragioni business economico”.
Tra i punti più importanti, quelli secondo cui “gli immobili che ospitano un’antenna si svalutano dal 30 al 50%, con il lastrico solare che sarà interdetto ai condomini per tutta la durata dell’affitto (assimilato a contratto di locazione commerciale: in genere 18 anni = 9+9) e l’avvertimento che quasi sempre il gestore che per primo si accaparra il sito, installando l’antenna, subappalta poi gli spazi dello stesso lastrico a disposizione ad altri operatori telefonici, contribuendo a generare nei dintorni un potente polo elettromagnetico. In ogni caso – ha ricordato Teodoro – l’assemblea condominiale può sempre approvare un Regolamento che esclude l’installazione di antenne sopra l’edificio, fermo restando che prima occorre verificare se in prossimità del luogo indicato per l’installazione preesistono siti sensibili (scuole, ospedali, case di cura e di riposo), sopra e in prossimità dei quali è inibito installare impianti TLC, e se risiedono o lavorano persone con particolari e gravi patologie (tumori, leucemie, malattie cardiopatiche, portatori di apparecchi elettromedicali e/o pacemaker), la cui condizione risulta incompatibile con i campi elettromagnetici emessi dall’impianto”.