Le strade italiane continuano ancora oggi a essere teatro di incidenti mortali. Non passa giorno, infatti, senza che in televisione o sul web vengano raccontati tremendi fatti di cronaca come quello, agghiacciante, avvenuto al casello di Rosignano pochi giorni fa, che ha visto la morte di tre persone e il ferimento di altre 5, alcune in modo grave ma salve per miracolo.
Spesso è la distrazione alla guida il primo elemento determinante quando si verifica un incidente, e l’utilizzo dello smartphone al volante è ancora oggi una delle pratiche maggiormente diffuse, ma anche l’alta velocità in molti casi gioca un ruolo determinante.
Incidenti mortali: i numeri da brivido dell’Italia
Per comprendere al meglio come si comportano alla guida gli automobilisti di tutto il mondo, il portale britannico Etyres ha condotto una ricerca elaborando i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità relativi proprio ai sinistri stradali. Ebbene, nel periodo intercorrente tra il 2000 e il 2019 è stato registrato un deciso calo di decessi.
Se, infatti, nel 2000 il numero di vittime per incidenti stradali era pari a poco meno di 8 milioni, nel 2019 questo valore si è più che dimezzato sino a toccare quota 3 milioni. Certo, stiamo parlando di numeri che mettono i brividi se si pensa al dolore provocato ai familiari delle vittime, ma bisogna cercare di guardare il bicchiere mezzo pieno e apprezzare il deciso calo di vittime registrato in questo lasso di tempo.
La ricerca di Etyres, che si è fermata all’anno precedente la Pandemia, ha preso in considerazione anche tutti i Paesi europei inclusa l’Italia e i dati relativi agli indicenti avvenuti sulle nostre strade non sono affatto confortanti. Se, infatti, la peggior nazione europea è la Polonia con un numero di vittime pari a 5.112, l’Italia ha ottenuto un poco ragguardevole secondo posto, con un totale di ben 5.034 decessi all’anno nel periodo oggetto dello studio.
Un valore da pelle d’oca e che fa riflettere soprattutto se si analizza un altro dato fornito dal portale britannico: ogni 800 Km sono state 17 le vittime sulle strade italiane. Sono numeri, questi, che fanno capire quanto sia fondamentale una educazione alla guida nei confronti di tutti gli automobilisti a prescindere dalla fascia d’età e che fanno riflettere soprattutto pensando al tremendo incidente accaduto di recente al casello di Rosignano.
Incidenti mortali: Cina e India maglia nera
Se la situazione europea non è affatto rosea, ben peggiore è quella nel resto del mondo. Stando allo studio condotto dal portale inglese, infatti, i numeri offerti da India e Cina sono catastrofici. 237.266 sono stati i decessi registrati in Cina in 12 mesi, mentre in India le vittime di incidenti stradali ogni anni sono state 199.134.
Numeri impressionanti che, seppur rapportati alla popolazione dei rispettivi Paesi, fanno capire come in queste realtà l’educazione stradale sia ancora un miraggio. Anche in territori come gli Stati Uniti i numeri sono alti – 41.496 vittime ogni anno – ma per nulla simili a quelli visti in precedenza. Inoltre il rapporto di decessi ogni 800 Km è nettamente favorevole agli USA con appena 5 vittime.
Molto più disciplinati gli automobilisti australiani e canadesi. I primi, infatti, contano una media di 1.486 decessi sulle strade ogni anno, mentre i secondi vedono un valore pari a 2.150 morti. Restringendo il campo all’Europa, sono Germania e Francia a poter contare su numeri migliori rispetto all’Italia nonostante una popolazione più numerosa.
In Francia sono stati registrati nel periodo oggetto di indagine una media di 4.746 decessi l’anno, mentre in Germania gli incidenti mortali hanno comportato 4.806 vittime. Numeri alti che fanno capire come ci sia ancora tanto da lavorare per tutelare la sicurezza degli automobilisti in tutto il mondo.