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Fiat 126, la storia di un piccolo mito italiano

Mag 30, 2024

Come si costruisce un piccolo mito? Si parte dal bisogno di muoversi di una popolazione in crescita economica, si unisce al desiderio di libertà e di divertimento, si studia un design compatto capace di parcheggiare ovunque ed ecco nata una quattro posti agile e scattante, destinata ad essere amata in Italia e anche all’estero.

Ripercorriamo insieme le tappe più significative della storia della piccola Fiat 126, dall’anno di nascita, era il 1972, fino al 2000, ultimo anno di produzione. Ma la sua simpatia e versatilità vanno oltre ogni tempo e continuano ancora oggi, con tantissimi amatori in giro per il mondo.

Storia di un mito dalle origini fino al 2000

Un successo internazionale per la piccola utilitaria di casa Fiat, prodotta dal 1972 al 2000, che ha segnato un’epoca, si è trasformata e reinventata, diventando un mito e un simbolo del boom economico italiano e della voglia di libertà degli anni ’70.

Naturalmente, non fu l’unica a caratterizzare quel periodo, altri modelli Fiat saranno destinati a rimanere nella storia come la 127, la 128 e la Ritmo e, come tutte le auto di interesse storico e d’epoca, ha contribuito a rappresentare lo spirito nazional-popolare italiano nel mondo.

La 126 era stata progettata con il difficile compito di sostituire la 500, nella versione R “Rinnovata”, e la sua missione era di presentarsi come la nuova piccola utilitaria, adatta sia ai giovani sia alle famiglie.

La nascita della Fiat 126

Il progetto numero “126”, che diede poi il nome all’auto, sarebbe derivato dal telaio e dalla meccanica della 500 con un design nuovo: squadrato, minimalista e funzionale. La 126 doveva assicurare, quindi, continuità con la 500 e garantire le stesse caratteristiche vincenti: cilindrata e misure compatte, prezzo accessibile e consumi ridotti.

Venne presentata per la prima volta al Salone dell’Auto di Torino del 1972 e fu definita la sintesi perfetta dello stile moderno degli anni ’70, la scelta migliore per impiegati, operai e signore per andare al lavoro e nelle commissioni quotidiane. Insomma, un’auto comoda, solida e versatile.

I vari modelli

La Fiat 126, con i solchi sulle fiancate, le prese d’aria laterali e il cofano a conchiglia, è stata realizzata in diverse versioni nell’arco della sua lunga vita, contando anche la produzione nell’Europa dell’Est, dove ha avuto un grande successo.

Grande novità, rispetto alla 500, furono la posizione del serbatoio sotto il sedile posteriore che lasciava spazio nel vano anteriore e offriva maggiore sicurezza, e l’introduzione del cambio a 4 marce sincronizzato, tranne la prima marcia, che sostituiva la doppietta.

Vediamo la sua evoluzione, attraverso i vari modelli e i restyling di questa piccola ma sorprendente autovettura.

La Fiat 126 Prima serie

La Fiat 126 prese vita sulla base del progetto del City Taxi del 1968 di Pio Manzù, che progettò anche la 127: si trattava di una due volumi, due porte e quattro posti con fari anteriori rettangolari, linee geometriche e un motore bicilindrico raffreddato ad aria, collocato posteriormente.

Rispetto alla 500 aveva gli interni più rifiniti, la struttura irrobustita e maggiore spazio all’interno. Queste le sue misure da miss: 3 metri di lunghezza, 1,37 m. di larghezza e 1,3 m. di altezza; 580 kg di peso e una velocità massima di 105 km/h. La cilindrata era di 594 cc con 23 CV.

Nell’agosto del 1973 venne lanciata anche la versione “Tetto Apribile” con la capote in tela, perfetta per l’estate.

La seconda serie

La seconda serie arrivò nel 1976 con le versioni Base, Personal e Personal 4.

La 126 Personal e Personal 4 erano caratterizzate da paraurti in resina, al posto di quelli cromati, da una nuova meccanica con modifiche a sospensioni, freni e l’alternatore al posto della dinamo e nuovi interni con moderni volante, plancia e rivestimenti in moquette. La Personal 4 era, inoltre, dotata di un divanetto posteriore più ampio. Dal 1977 la Fiat 126 aumentò anche la cilindrata passando ai 652 cc.

La Personal venne poi declinata in quattro allestimenti: Black e Silver, basati sulla Personal4, che diventeranno poi Red e Brown, con interni rifiniti a colore e poggiatesta regolabili.

La 126 Cavalletta

Nel 1976 fu presentata al Salone dell’auto di Torino, anche una versione speciale della 126, denominata “Cavalletta” per via della sua forma e appartenente alla tipologia detta “Spiaggina”, per la versatilità delle sue caratteristiche. Presentava il montaggio di un hard-top, ideale per l’inverno e da togliere in estate, e tutte le accortezze per diventare una simpatica compagna di avventure. Purtroppo, però, non ricevette un grande interesse e la produzione non decollò.

La 126 Unificata e FSM

Nel 1983 viene lanciata la Fiat 126 Unificata in quanto proposta in un unico allestimento, basato su quello della Personal 4, che non era più disponibile nel listino.

Nel 1985 ci fu anche un piccolo restyling con paraurti integrali, nuovi fascioni e nuovi interni: una nuova strumentazione e l’accensione con la chiave, in sostituzione delle levette sul tunnel.

Da questo restyling la 126 Unificata divenne poi Made by FSM, ovvero Fabryka Samochodów Małolitrażowych – Fabbrica di automobili di piccola cilindrata, in conformità con la legge che tutelava il consumatore dall’acquisto di prodotti la cui origine poteva essere erroneamente dedotta dal marchio aziendale, ma che in realtà non era corretta.

La 126 Bis

L’ultimo restyling venne fatto nel 1987 con la 126 Bis che introdusse un portellone posteriore con un ampio bagagliaio, comodo per spesa ed attrezzi, un paraurti più sporgente con luci retromarcia e retronebbia integrate. Le caratteristiche prese d’aria vennero spostate di lato, in corrispondenza dei finestrini posteriori.

Venne introdotto il motore a sogliola, come nella Fiat 500 Giardiniera e nella Bianchina, ovvero un bicilindrico ruotato di 90°, con una cilindrata di 700 cm³, una potenza di 33 CV e raffreddamento ad acqua.

La 126 Bis rimase poi l’unico modello disponibile sul mercato in Europa Occidentale, tranne in Polonia.

La 126 P 650 detta “Maluch

Negli ultimi anni, la Fiat 126 fu costruita solo per il mercato polacco, dove incontrò un grande successo, e terminando definitivamente la produzione nel 2000. Il modello Fiat 126P, detto “Maluch” ovvero “piccola” o “bambino“, fu la diretta discendente della 126 Bis, con l’introduzione di varie innovazioni come l’iniezione elettronica e la marmitta catalitica. Le ultime auto che uscirono dalla fabbrica vennero simpaticamente chiamate “Happy End”.

La produzione della Fiat 126

La 126 venne costruita in Italia, fino al 1979, nei tre stabilimenti di Cassino, Termini Imerese e Desio, ma, già dal 1973 e per la maggior parte della produzione, in Polonia, presso la fabbrica FSM, che si trovava a Bielsko-Biała e poi nello stabilimento di Tychy (protagonista anche del record di produzione della 500).  In Polonia, la Fiat 126 divenne presto un fenomeno popolare, contribuendo, da piccola e comoda utilitaria, alla motorizzazione del Paese.

A partire dal 1985 anche i modelli venduti in Italia furono prodotti in Polonia, con la sigla Fiat 126 “Made by FSM”.

La Fiat 126 vedrà una produzione totale di 4 milioni e 600 mila unità: oltre 1 milione e 300 unità prodotte negli stabilimenti italiani; più di 3 milioni e 300 mila unità in quelli polacchi e 2.000 esemplari in Austria dalla Fiat- Steyr.

Nei primi anni ’90, la 126, commercializzata fino al 1991 per la precisione, venne poi sostituita dalla Cinquecento, prodotta dal 1991 fino al 1998.

Qualche curiosità

Qualche curiosità su questa piccola ma grande vettura:

La Fiat 126 è piaciuta così tanto che è stata l’auto compatta più venduta in Europa, fino al 1998;
Ebbe un grande successo anche in Gran Bretagna, con la versione con guida a destra e tettuccio apribile;
La Fiat 126 Bis raccolse così tanto consenso che venne esportata addirittura fino in Australia;
Questo modello è stato l’ultimo in casa Fiat ad essere prodotto con motore e trazione posteriore;
Venne commercializzata per un periodo anche in Jugoslavia con il nome Zastava 650, pur se la produzione rimase in Polonia.

Tanto è rimasta nel cuore degli appassionati da essere stata protagonista anche di un progetto per farla rinascere, chiamato “New Fiat 126 Vision” e realizzato da un designer italiano. Ma non solo, proprio qualche anno fa l’attore Tom Hanks ha venduto all’asta la sua Fiat 126 Polski del 1974. Veramente un piccolo mito inarrestabile.

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