Erano anni spensierati, forse eccessivi, ma senza dubbio meno complessi di quelli attuali. E vengono ancora oggi rimpianti. Stiamo parlando degli anni 80, un’epoca in cui non era lo smartphone top di gamma l’oggetto del desiderio, ma il motorino. Avere un mezzo a due ruote, infatti, dava accesso alla tanto agognata indipendenza e consentiva, soprattutto a chi non aveva ancora l’età minima per prendere la patente, di potersi muovere senza dover chiedere ai propri genitori di essere accompagnato. I motorini anni 80 hanno rappresentato un’intera generazione e oggi sono diventati oggetti di culto entrati, in alcuni casi, nel mirino dei collezionisti. Scopriamo i modelli più iconici.
Sì Piaggio: l’oggetto del desiderio
Chi negli anni 80 è stato un adolescente lo ricorderà con piacere e un pizzico di nostalgia. Stiamo parlando del Sì Piaggio, l’evoluzione del Ciao, il motorino diventato di tendenza che ha consentito a migliaia di ragazzi e ragazze di avere accesso a un primo assaggio di libertà. La carriera del Sì Piaggio è stata lunghissima, ben 21 anni in produzione, e questo piccolo record lo ha reso uno dei motorini anni 80 più iconici. Entrato in produzione nel 1978 e uscito definitivamente di scena nel 2001, il Sì Piaggio si caratterizzava per un disegno semplice ma al contempo più contemporaneo rispetto al pari marca Ciao dove il look generale sembrava ancora troppo legato agli anni 70.
Il faro tondo frontale, il telaio dalle linee più morbide, la sella XXL e i cerchi a 4 razze sono stati quei tocchi che hanno consentito al Sì di diventare immediatamente l’oggetto del desiderio per più generazioni. Il Sì Piaggio è stato prodotto in tre serie. Se il design è rimasto pressoché invariato nel corso degli anni, a cambiare è stata la parte meccanica con l’introduzione dell’accensione elettronica di serie per la versione entrata in produzione nel 1987 e l’adozione della marmitta catalizzata per la versione del 1992. Il Sì Piaggio è oggi uno dei motorini anni 80 che sta iniziando ad entrare nel mirino dei collezionisti, specie nelle versioni più rare come la Miami, caratterizzata dalla caratteristica colorizzazione azzurra e da sticker dedicati.
Fifty Malaguti: anima sportiva, cuore italiano
Se tra i motorini anni 80 i modelli marchiati Piaggio la facevano da padrone sul mercato, chi voleva una alternativa meno “mainstream” aveva la possibilità di rivolgere le proprie attenzioni a un modello sempre realizzato in Italia e caratterizzato da un’indole sportiva. Stiamo parlando del Fifty Malaguti, il cinquantino dal look sfrontato diventato immediatamente l’oggetto del desiderio per tutti quegli adolescenti attratti dalla velocità e col pallino delle elaborazioni. Realizzato dalla Casa con sede a San Lazzaro di Savena, e prodotto dal fino al 1997, si distingueva da tutti i modelli concorrenti per via di uno stile decisamente sportivo che lo rendeva unico sul mercato.
Il telaio, infatti, non si presentava totalmente a vista ma offriva una chicca unica. Alla base dello stesso, infatti, era presente una carenatura posta a protezione della parte anteriore a motore. Questa aveva una forma appuntita che nelle intenzioni dei designer avrebbe dovuto regalare uno stile più aggressivo al Fifty. Altro elemento unico era l’imponente tubo di scarico laterale. Questo, più che incrementare le prestazioni aveva la funzione di incattivire ulteriormente l’immagine generale del Fifty Malaguti.
Ci avrebbero pensato poi i proprietari, e i loro elaboratori, a modificare lo scarico per adottarne uno più rumoroso ed in grado di regalare al “tubone” qualche prezioso cavallo in più. Per far capire quanto sia stato iconico il Fifty Malaguti basta cercare “Sabato” l’album di Jovanotti uscito a fine 2014 con in copertina proprio il mitico motorino anni 80.