AGI – E’ l’11 aprile 2024. “Claudio, la Cassazione ha rigettato il ricorso. Sentenza di assoluzione confermata. E’ finita”. “In che senso è finita, fammi capire”. “E’ finita! E’ finita!”. “Ma…”. “Claudio adesso chiudo così la smetti di farmi domande e realizzi che è davvero finita”.
Claudio è Claudio Foti, il “Lupo di Bibbiano”, assolto da tutte le accuse maturate in una delle indagini più mediatiche degli ultimi anni, e dall’altra parte del telefono c’è il suo avvocato, Luca Bauccio. ‘Il Lupo di Bibbiano’, proprio così il penalista milanese intitola il libro pubblicato nella Collana BeHopeBooks, narra del processo allo psicoterapeuta accusato di lesioni personali gravissime ai danni di una paziente minorenne, di abuso d’ufficio e frode processuale perché avrebbe creato falsi abusi. “Il Lupo di Bibbiano – scrive nel prologo – è la ricerca di una risposta alla domanda elementare che viene da farsi sempre quando un presunto innocente, lapidato per anni come colpevole, viene assolto: perché? Com’è stato possibile? Quali errori, quali intenzioni, quanta fede e quanta malafede hanno costruito l’ingiustizia? Qual è il siero malefico che ha sovvertito ogni parametro di civiltà?”
Sostiene Bauccio che la risposta sia nelle carte del processo ma anche fuori.
Il ‘Lupo di Bibbiano’, volato in pochi giorni dall’uscita nei primi posti delle classifiche su Amazon a riprova di quanto il tema sia ancora ‘caldo’, mette nel mirino “il terribile connubio tra media e giustizia, dove è proprio la giustizia al traino di influencer improvvisati cronisti di giudiziaria, esecutori di piani che non hanno nulla a che fare con la giustizia”.
È l’era, denuncia l’autore, della giustizia del like. La “sudditanza da parte di alcuni giudici al podcast Veleno e alle sue tesi e ricostruzioni” è per Bauccio l’esempio più eclatante di “questo connubio dove l’oggettività sfuma nell’opinione”.
Il legale si ispira al genere del racconto- documento con l’intento di ricostruire come in un thriller l’incontro con il cliente, la scelta della strategia, la tecnica di difesa, gli incontri decisivi, i retroscena. Si ritrovano dialoghi, ricostruzioni d’ambiente e momenti privati e intimi che permettono di fare entrare il lettore nella vicenda processuale e umana. “Potrebbe essere una storia già chiusa. Il lupo era solo un signore coi i capelli in aria e quell’espressione sconcertata che hanno certi ‘strizzacervelli’. Potrebbe finire qui ma vorrei raccontarvi qualche dettaglio, qualcosa che è accaduto davvero e che fa prevedere che questa storia possa ripetersi. In un luogo, contesto, momento qualunque. Questa storia parziale, disordinata, ma reale, merita di essere raccontata. Con gli occhi, con la mente e l’umore mio, l’avvocato del lupo di Bibbiano”.