AGI – A gennaio 2025 i lavoratori dipendenti troveranno in busta paga un’indennità di 100 euro. Per averne diritto dovranno avere un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro, con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Lo prevede il decreto Coesione atteso domani in Consiglio dei ministri. Nelle scorse settimane, invece, le bozze circolate parlavano di un bonus all’interno della tredicesima. Se lo scorso anno il governo aveva atteso la ricorrenza della festa dei lavoratori per un apposito Cdm con cui varare i primo taglio del cuneo fiscale per i dipendenti fino a 35 mila euro, ora in vista del 1 maggio e alla viglia della tornata elettorale delle europee arriva un nuovo pacchetto sul lavoro.
Il testo del Dl, presentato ai sindacati a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni assieme ai ministri economici, prevede misure per sostenere l’occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Tra queste la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni. Previste anche specifiche disposizioni per favorire l’avvio di nuove attività, distinte per il Centro Nord e il Mezzogiorno. L’obiettivo del testo, spiegano finti del governo, è quello di sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi. La linea di azione, viene riferito, è quella di sostenere chi cerca un lavoro, chi assume e chi intende mettersi in proprio partendo dalle categorie che oggi più difficilmente trovano lavoro.
La riforma delle politiche di coesione è la prima delle sette aggiunte nella revisione del Pnrr approvata a dicembre dalla Commissione europea. La riforma mira ad accelerare l’attuazione e l’efficienza della politica di coesione europea 2021-2027 in alcuni settori strategici di intervento per i quali vi è un preminente interesse nazionale a superare i divari infrastrutturali tuttora esistenti e ad accrescere la competitività e l’attrattività del Mezzogiorno e dell’Italia tutta. La riforma punta ad accelerare l’attuazione delle politiche di coesione che prevedono per l’Italia 75 miliardi di euro, di cui 43 miliardi di risorse europee.