Il Balance of Performance è diventato l’argomento del momento. La sua funzione ha conquistato l’attenzione dei media e degli appassionati di motori, tutti si stanno interrogando sul suo utilizzo presente e futuro. Un sistema creato per garantire una competizione equa tra veicoli con caratteristiche diverse. Uno strumento cruciale che sarà sempre più utilizzato nel mondo del motorsport per bilanciare le prestazioni dei veicoli. Il WEC lo utilizza da diverse stagioni, la F1 ci sta pensando concretamente.
Di cosa si tratta
Denominato BoP, il Balance of Performance è uno strumento in grado di bilanciare le prestazioni dei veicoli in una determinata competizione. Nella pratica, si può far funzionare regolando vari parametri, dalla potenza del motore al peso del veicolo, dall’aerodinamica alla dimensione del serbatoio del carburante e molto altro ancora. L’obiettivo finale è quello di creare una situazione in cui la gara sia decisa più dalla bravura del pilota che dalle caratteristiche del mezzo guidato. Il BoP non è capace di decidere come finirà ma sicuramente influirà sulla prestazione globale.
Il potenziale
Il potenziale del BoP è significativo, permette la partecipazione di una vasta gamma di veicoli nella stessa manifestazione, anche con caratteristiche tecniche diverse, senza che uno possa dominare troppo la competizione. I team possono così competere con una varietà di veicoli, aumentando la diversità, lo spettacolo e l’interesse per la competizione. La stessa che magari troppo spesso gode di finali già scritti prima dell’inizio della stagione. Inoltre, il BoP può incoraggiare l’innovazione tecnica tra i team che cercheranno nuove soluzioni per competere al meglio tra i limiti imposti.
Come funziona nel WEC
Nel World Endurance Championship (WEC), il Balance of Performance è un sistema utilizzato per garantire che le vetture prototipo LMP1, le vetture GT Pro e GT Am, abbiano prestazioni simili durante le gare. Vetture molto diverse tra loro in termini di caratteristiche tecniche, come motore, aerodinamica, peso e altro. Il tutto progettato per garantire una competizione equa e che nessuna vettura abbia un vantaggio eccessivo rispetto alle altre, incoraggiando così gare maggiormente competitive e più avvincenti.
Nello specifico può comportare la regolazione di vari parametri, tra cui la restrizione del flusso di carburante, il peso della vettura, l’altezza dell’ala posteriore o la dimensione del serbatoio del carburante. Regolazioni apportate dai regolatori del campionato in base alle prestazioni delle vetture durante le gare precedenti e ai test di valutazione.
La FIA e il Comitato Endurance hanno così disposto limitazioni alle auto dominanti nelle gare precedenti all’evento o nelle prove libere fatta eccezione della 24 Ore di Le Mans. Per le Hypercar ad esempio, dei sensori sono stati posizionati sugli alberi motore delle auto, pronti a limitare la potenza in caso di utilizzo. Nella prima gara del Mondiale in Qatar abbiamo nuovamente assistito a una gara più equilibrata tra la campione in carica Toyota e la Ferrari. Nella classe LMGT3, invece il BoP è imposto tramite delle zavorre per rallentare le vetture in base all’ordine di classifica del campionato.
Il tutto potrà non piacere agli appassionati dell’Endurance ma di sicuro è uno strumento strategico per lo spettacolo. Nel 2024 il parco vetture è sicuramente molto più equilibrato rispetto al mondiale precedente. Il tutto è rimandato anche ai singoli team, ai loro ingegneri e tecnici. Lo stesso Richard Mille, presidente della Commissione Endurance FIA, in una intervista rilasciata a SporstCar365 affermava: “Il BoP non è un cuscino per la pigrizia. Se un partecipante che ha fatto delle scelte errate o non performa si aspetta che il BoP porti tutti sullo stesso livello, sta sognando“.
La F1 ci pensa
Se nel WEC si applica da diverso tempo, la F1 ci sta pensando per seguirne l’esempio. Tanti sportivi sono stufi di vedere i trionfi preannunciati di Red Bull e sognano maggiore competitività nei rivali più accrediti di Ferrari e Mercedes. Non sarà facile inserire il sistema del Balance of Performance in quanto la competizione è più incentrata sulle capacità di progettazione, ingegneria e guida di team e piloti. La FIA fa già affidamento sui regolamenti tecnici, il “Cost Cap” e il numero di unità motrici che ogni pilota può utilizzare durante la stagione.
Al momento non ci sono piani concreti e ufficiali per l’introduzione del BoP nella Formula 1 ma mai dire mai, la Formula 1 è un ambiente in costante evoluzione e i regolamenti possono cambiare in breve tempo in risposta alle esigenze televisive. Alcuni segnalano il rischio di perdita dell’essenza stessa della F1, una competizione ormai troppo tecnologica e sportiva dove l’innovazione e lo sviluppo delle monoposto giocano un ruolo cruciale. Altri ritengono che sia un miglioramento all’attrattività dello sport per un pubblico più ampio.
Il 2026 non è molto lontano e già è stato introdotto con l’arrivo dell’Audi nel Circus, che sia anche l’anno del debutto effettivo del BoP in F1? Logicamente, 2025 permettendo, visto che l’approdo di Lewis Hamilton in Ferrari porterà nuova attenzione mediatica alla manifestazione e qualcosa potrebbe muoversi anche nei confronti di tale aspetto tecnico.