AGI – La Cina fisserà il suo obiettivo di crescita del prodotto interno lordo per quest’anno al 5%, secondo un sondaggio tra gli analisti condotto dal portale di notizie economiche Yicai. Il premier Li Qiang dovrebbe annunciare i target economici del governo cinese per il 2024 all’apertura della sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo domani (5 marzo), come di consueto. Secondo i dati ufficiali, l’anno scorso l’economia cinese è cresciuta del 5,2%, superando l’obiettivo ufficiale del “5% circa” che le autorità si erano prefissate. Gli esperti consultati da Yicai concordano sul fatto che Pechino riporterà l’obiettivo al 5%; per Huang Wentao, capo economista di China Securities, ciò contribuirà a “migliorare le aspettative e a rafforzare la fiducia”, un’opinione a cui fa eco Luo Zhiheng, che ricopre la stessa posizione presso Yuekai Securities e ritiene che l’obiettivo “potrebbe alleviare le tendenze negative dell’economia reale, i recenti crolli dei mercati dei capitali e l’ansia sociale”.
Il capo economista di China Galaxy Securities, Zhang Jun, ha affermato che il target al 5% “dimostrerebbe che il governo ha fiducia nella crescita economica“, man mano che il freno all’economia dovuto alla crisi immobiliare si dissolve e il settore manifatturiero e i consumi sostengono la ripresa. Nelle sue previsioni, Zhang ha aggiunto che il governo di Pechino fisserà l’obiettivo del deficit ufficiale al 3,5%, aumentandolo di mezzo punto percentuale rispetto a quello dello scorso anno, che alla fine è stato portato alla cifra record del 3,8% a fine ottobre, in vista di un’emissione speciale di obbligazioni.
Le aspettative di crescita degli analisti intervistati da Yicai sono in linea con un altro sondaggio pubblicato oggi da Bloomberg basato su 27 economisti, la maggior parte dei quali si aspetta che Pechino riporti il suo obiettivo a “circa il 5%”. Nei giorni scorsi, anche economisti di società come Natixis, Ubs, Moody’s Analytics e Capital Economics hanno scommesso su questa cifra, con quest’ultima che ha sottolineato che si tratterebbe di una decisione “abbastanza ambiziosa”; a questo proposito, la società di consulenza Oxford Economics ha preso le distanze e ha collocato la sua previsione un po’ più in basso, in un range “tra il 4,5 e il 5%”.