AGI – Arriva l’Esercito per pattugliare, sino al 31 dicembre prossimo, l’esterno del carcere di Badu ‘e Carros, a Nuoro, da dove un anno fa evase un boss della mafia pugliese, il 40enne Marco Raduano, poi catturato in Corsica il 24 febbraio scorso. Una squadra di undici militari “contribuirà a innalzare il senso di sicurezza percepito” dal personale della polizia penitenziaria “e a ripristinare un clima di serenità sul piano operativo”, ha annunciato oggi la prefettura dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Giancarlo Dionisi proprio per affrontare problemi dell’istituto penitenziario, dove gli agenti interni non sono sufficienti a garantire adeguatamente i servizi di vigilanza interna. Vi hanno partecipato, tra gli altri, la direttrice del carcere, Marianna Madeddu, e il comandante della polizia penitenziaria Salvatore Cadeddu. I militari dell’Esercito, coordinati dal questore Alfonso Polverino, presteranno servizio fuori dal carcere.
“Abbiamo denunciato a più riprese lo stato emergenziale in cui il personale di polizia penitenziaria è costretto a lavorare. Turni interminabili, processi lavorativi da riorganizzare urgentemente e una carenza organica che non consente adeguati livelli di sicurezza degli operatori, dell’Istituto e pubblica”, ricorda il segretario generale della Uil PA Polizia Penitenziaria della Sardegna, Michele Cireddu. “Avevamo chiesto l’intervento del Prefetto Dionisi che in più occasioni ci ha ricevuto e ascoltato. Ha pertanto personalmente sollecitato interventi sia ai vertici dell’amministrazione che al sottosegretario alla Giustizia. Purtroppo anzichè interventi concreti sono arrivate solo splendide parole di circostanza , troppo poco per risolvere la grave emergenza in cui versa l’Istituto”. “Esiste una grave emergenza negli istituti della Sardegna – ribadisce il sindacalista -. Chiederemo la convocazione degli altri prefetti delle province sarde, nella speranza che dimostrino la stessa sensibilità e la stessa capacità di azione del prefetto Dionisi”.