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Il cardinale Ruini: “Aborto, ci opponiamo a una forzatura, si tradisce lo spirito della legge 194”

Feb 23, 2017

CITTÀ DEL VATICANO – “Il mio parere è che si tratta di una forzatura abortista rispetto a quelle che sono la lettera e lo spirito della legge 194”.

Il cardinale Camillo Ruini, presidente dei vescovi italiani dal 1991 al 2007, oggi presidente del comitato scientifico della Fondazione Joseph Ratzinger e fresco autore di “C’è un dopo? La morte e la speranza” (Mondadori), concorda con don Carmine Arice, il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana, che ha dichiarato come “la decisione di assumere, attraverso concorso, al San Camillo di Roma, due medici dedicati all’interruzione di gravidanza, impedendo loro l’obiezione di coscienza, snatura l’impianto della 194 che non aveva l’obiettivo di indurre all’aborto ma prevenirlo”.

Eminenza, perché questa che lei chiama forzatura si verifica secondo lei?

“Per quel che vedo, posso dire che mi sembra davvero una nuova manifestazione di una tendenza sempre in atto a contestare e impedire l’obiezione di coscienza. Il punto è questo: una tendenza che, tuttavia, tradisce quella che è una legge dello Stato che parla in altri termini e sostiene altre cose. Per questo motivo ritengo di dover parlare di forzatura, c’è il tradimento di quanto la legislazione della sua lettera e nel suo spirito dichiara”.

Ma perché, per quale motivo, secondo lei si vuole impedire l’obiezione di coscienza?

“Sull’obiezione di coscienza si è sostanzialmente creata la falsa idea, e la cosa è ben dimostrata anche dai dati forniti dal ministero della Salute nonostante vi sia chi sostenga a torto il contrario, che il numero di non obiettori è insufficiente. Una cosa che non è assolutamente vera. Ripeto perché è importante: il ministero della Salute ha svolto recentemente un’indagine appurando che il numero di medici non obiettori risulta invece sufficiente per coprire ampiamente la domanda di interruzioni volontarie di gravidanza. Anche per questo motivo credo che abbiano ragione i vescovi italiani, e in particolare l’Ufficio per la pastorale della salute con le sue parole di ieri, laddove sostiene che sono questi dati a far dubitare della bontà di questo stesso provvedimento “.

La legge 194 non lascia spazio all’aborto?

“Il suo scopo non è per nulla quello di portare chi lo desidera ad abortire, di aprire possibilità in questo senso, semmai essa intende aiutare a non abortire, e in questo senso davvero parlerei di prevenzione”.

Cosa altro le suggerisce il provvedimento preso all’ospedale San Camillo?

“Una considerazione ulteriore a mio avviso può essere portata: ed è il fatto che oggi si sta affermando sempre più la tendenza a

sottolineare il presunto diritto all’aborto in modo da svuotare il diritto all’obiezione di coscienza”.

Lo si enfatizza per avvalorare la non liceità dell’obiezione, è questo che sta dicendo?

“In sostanza sì. A mio avviso si enfatizza il presunto diritto all’aborto per svuotare il diritto riconosciuto anche dalla legislazione italiana dell’obiezione di coscienza. Questo almeno è quanto penso io”.

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