AGI – La Cassazione ha bocciato l’istanza dei legali di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, che chiedevano di analizzare i reperti dell’indagine. Tra questi leggins, slip, scarpe, felpa e giubbotto della ragazza e il dna. Dunque agli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini resta, come già stabilito in precedenza, solo la possibilità di visionare i reperti ma non di analizzarli.
“In attesa della lettura delle motivazioni per esprimere un giudizio ponderato, la prima impressione è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre”. Lo afferma l’avvocato Claudio Salvagni dopo la decisione della Cassazione di non ammettere l’analisi dei reperti dell’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio. A maggio dello scorso anno, la Cassazione aveva accolto la richiesta della difesa di poter accedere ai reperti confiscati nel caso con le dovute accortezze per conservarne l’integrità. Dopo questo primo passaggio, i legali di Bossetti avevano chiesto di poter svolgere nuovo accertamenti tecnici, una possibilità che gli è stata negata. Tra le prove di cui veniva chiesta una nuova valutazione c’era quella del dna che è stato attribuito a Bossetti, condannato per aver rapito la tredicenne all’uscita della palestra di Brembate Sopra il 26 novembre 2010 e averla uccisa lasciando il corpo in un campo.