AGI – “Va fatto a livello mondiale; mi sembra ridicolo che l’Europa, che è un continente più piccolo, pensi di risolvere da sola i problemi dell’inquinamento mondiale. L’unica cosa che otteniamo è distruggere le nostre produzioni e permettere a chi inquina di più nel pianeta di farci concorrenza”. A dirlo è il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, dopo il confronto con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e l’Assessore Regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi rispondendo a chi gli chiedeva cosa possa fare di diverso l’Ue per il clima per non mettere in contrasto le politiche per l’ambiente con quelle per l’agricoltura.
Per il ministro “le nostre aziende sono le più virtuose, i nostri agricoltori, le nostre industrie sono in termini ambientali le più virtuose, dopodiché noi decidiamo di non produrre con criteri virtuosi perché li aumentiamo fino a soffocare la nostra produzione e compriamo da chi produce senza rispettare niente”. A “livello planetario, questa mi sembra una follia e quindi o noi ci adeguiamo a un mondo nuovo, nel quale tutti rispettano le stesse norme, ma non è cosi’ e quindi puntiamo a quello, facendoci caposaldo della sostenibilità ambientale” ma “prima in maniera rigida e di soffocare il nostre imprese ed è avvantaggiare le imprese di chi inquina io ci rifletterei molto”.
Dunque “credo che la nuova commissione europea debba aprire un tema di pragmatismo, guardare i dati e applicare quello che è sostenibile anche dal punto di vista economico e di reddito.non si può pensare che noi da soli siamo in grado di salvare il pianeta. Da soli – ha concluso – non ce la possiamo fare”. Il ministro ha poi aggiunto: “un altro elemento è la pesca: l’Italia ha votato da sola contro il piano pesca perché è un segnale chiaro per dire che vogliamo difendere la pesca“.
E questo “perché i numeri dicono che rispetto ad almeno il -28% delle marinerie europee, l’Italia ha avuto il -40% perché anche nei tavoli dove l’Italia è stata assente, si è deciso di privilegiare alcuni settori della pesca e di avvantaggiarne altri. Così come oggi, nelle politiche ambientali, si parla dello strascico che è diventato il vero problema della pesca che però, guarda caso, incide solo sulle nostre marinerie”.
L’Europa “pensa sempre a vietare o a ridurre ciò che riguarda l’Italia e questo perché è sempre mancato qualcuno che difendesse gli interessi nazionali a Bruxelles. Oggi, fortunatamente – ha concluso – abbiamo un governo che fa questo”.