AGI – La Corte d’Appello dell’Aquila ha condannato alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione l’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo per la tragedia di Rigopiano. L’ accusa aveva chiesto per lui la condanna a 12 anni. Nel processo di primo grado Provolo era stato assolto. Provolo era accusato di frode in processo penale e depistaggio, omissione di atti d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, omicidio colposo. Condannato anche l’ex dirigente della Prefettura Leonardo Bianco, a 1 anno e 4 mesi. La decisione della Corte d’Appello è arrivata dopo sette ore di camera di consiglio. I cronisti sono in attesa di essere ricevuti dal Presidente del collegio, Aldo Manfredi per la replica delle sue decisione, visto che il dispositivo è stato letto con l’aula a porte chiuse.
La Corte d’Appello dell’Aquila ha accolto il ricorso della Procura della Repubblica di Pescara contro la sentenza di assoluzione limitatamente alle posizioni del Prefetto Provolo condannato ad 1 anno e 8 mesi di reclusione “con riferimento ai delitti di rifiuto di atti d’ufficio e di falsità ideologica in atto pubblico, (per la mancata convocazione della sala operativa) con concessione dei benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione”. Così si legge nel dispositivo che il Presidente della Corte D’Appello, Aldo Manfredi, ha letto subito dopo aver pronunciato sentenza alle parti del processo, che si è svolto a porte chiuse. Altro appello accolto dalla Corte quello riguardante la posizione del Capo di Gabinetto della Prefettura di Pescara, Leonardo Bianco, condannato a 1 anno e mesi 4 di reclusione, con i benefici di Legge”, insieme alla condanna del tecnico comunale di Farindola (Pescara), Enrico Colangeli (2 anni e 8 mesi).
Sono queste di fatto le tre novità della sentenza d’Appello per la strage di Rigopiano. Nessun ribaltone, l’impianto della sentenza di primo grado del 23 febbraio dello scorso è stato confermato: 22 le assoluzioni pronunciate, tra cui l’ex presidente della provincia di Pescara, Antonio Di Marco. Confermate le sentenze di condanna del primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, (2 anni e otto mesi) e per i 2 funzionari della provincia, Mauro Di Blasio e Paolo D’Incecco, (entrambi a 3 anni e 4 mesi di reclusione) responsabili della viabilità e pulizia della strada che conduceva al resort. Condanna confermata a sei mesi di reclusione ciascuno per Bruno Di Tommaso, gestore dell’albergo, e Giuseppe Gatto, il consulente che produsse la relazione tecnica, su richiesta della Gran Sasso spa società che gestiva il resort, per tettoie e verande che poi cedettero con la valanga.