AGI – Più di 38 milioni di italiani (38,2) non praticano sport, solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo. E l’Italia è collocata al ventunesimo posto in Europa per quota di adulti che praticano attività fisica nel tempo libero, visto che solo il 27% della popolazione svolge esercizio fisico almeno una volta a settimana, contro una media europea del 44%.
Sono dati contenuti nel Rapporto Sport 2023, la prima ricerca di sistema del settore sport effettuata in base ai criteri Ue e presentata al Circolo del Tennis del Foro Italico dall’Istituto per il credito sportivo e da Sport e Salute. A illustrare la ricerca il presidente dell’istituto per il credito sportivo, Beniamino Quintieri, il presidente di Sport e Salute, Marco Mezz’aria, con i commenti del vicepresidente vicario del Coni, Silvia Salis, e del presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli.
Nel dettaglio, il 33,7%, pari a 19,7 milioni di italiani, non pratica sport in assoluto; il 31,7%, pari a 18,5 milioni, pratica solo qualche attività; il 6,4%, pari a 11 milioni, pratica saltuariamente lo sport, e solo il 23,6%, pari a 13,8 milioni, pratica sport in modo continuativo. In considerazione dell’alto tasso di sedenterietà, risulta quindi fondamentale – è stato sottolineato – l’attuazione di un’azione di sistema per la costruzione di una ‘cultura dello sport’ attraverso politiche multisettoriali in una visione sinergica pubblico-privato.
E in questa prospettiva, quello la scuola diventa uno dei terreni chiave su cui intervenire, attraverso programmi di educazione sportiva e piani di valorizzazione dell’edilizia scolastica: basti pensare che 6 scuole su 10 sono prive di palestra. Importante è in prospettiva, ma non a lungo termine bensì a breve e medio termine, la pianificazione e architettura degli spazi urbani: solo il 16% degli italiani usa infatti la bicicletta, contro una media europea del 24% (con punte del 50-60% in Danimarca e Paesi Bassi).
Si ritiene che uno sviluppo urbano che amplia le aree pedonabili, le piste ciclabili, le zone verdi e gli spazi pubblici attrezzati sia un fattore chiave per stimolare l’adozione di stili di vita più salutari e attivi.
AGI – Più di 38 milioni di italiani (38,2) non praticano sport, solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo. E l’Italia è collocata al ventunesimo posto in Europa per quota di adulti che praticano attività fisica nel tempo libero, visto che solo il 27% della popolazione svolge esercizio fisico almeno una volta a settimana, contro una media europea del 44%.
Sono dati contenuti nel Rapporto Sport 2023, la prima ricerca di sistema del settore sport effettuata in base ai criteri Ue e presentata al Circolo del Tennis del Foro Italico dall’Istituto per il credito sportivo e da Sport e Salute. A illustrare la ricerca il presidente dell’istituto per il credito sportivo, Beniamino Quintieri, il presidente di Sport e Salute, Marco Mezz’aria, con i commenti del vicepresidente vicario del Coni, Silvia Salis, e del presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli.
Nel dettaglio, il 33,7%, pari a 19,7 milioni di italiani, non pratica sport in assoluto; il 31,7%, pari a 18,5 milioni, pratica solo qualche attività; il 6,4%, pari a 11 milioni, pratica saltuariamente lo sport, e solo il 23,6%, pari a 13,8 milioni, pratica sport in modo continuativo. In considerazione dell’alto tasso di sedenterietà, risulta quindi fondamentale – è stato sottolineato – l’attuazione di un’azione di sistema per la costruzione di una ‘cultura dello sport’ attraverso politiche multisettoriali in una visione sinergica pubblico-privato.
E in questa prospettiva, quello la scuola diventa uno dei terreni chiave su cui intervenire, attraverso programmi di educazione sportiva e piani di valorizzazione dell’edilizia scolastica: basti pensare che 6 scuole su 10 sono prive di palestra. Importante è in prospettiva, ma non a lungo termine bensì a breve e medio termine, la pianificazione e architettura degli spazi urbani: solo il 16% degli italiani usa infatti la bicicletta, contro una media europea del 24% (con punte del 50-60% in Danimarca e Paesi Bassi).
Si ritiene che uno sviluppo urbano che amplia le aree pedonabili, le piste ciclabili, le zone verdi e gli spazi pubblici attrezzati sia un fattore chiave per stimolare l’adozione di stili di vita più salutari e attivi.