AGI – Si infittisce il mistero attorno alla morte di Roberta Bertacchi, la 26enne di origini milanesi e residente a Ruffano, nel Leccese, trovata priva di vita sul balcone della casa presa in affitto da qualche tempo a Casarano, la mattina dell’Epifania, con una sciarpa della squadra di calcio locale stretta attorno al collo a mo’ di cappio. Se la procura continua a indagare a carico di ignoti per istigazione al suicidio, un battere e levare di contraddizioni e zone grigie nel racconto del fidanzato della ragazza, 35enne del posto, aggiunge interrogativi e dubbi sulle ultime ore di vita della ragazza, che da lui aveva ricevuto in dono la sciarpa con cui si sarebbe tolta la vita.
Se agli investigatori l’uomo aveva infatti raccontato di aver visto l’ultima volta Roberta la sera del 5 gennaio in un pub del paese e di essere rientrato in casa propria dopo averla accompagnata, quattro amici della 26enne lo smentiscono in maniera categorica raccontando che il 35enne era stato in casa di Roberta la notte precedente il decesso, fino a tarda ora altre due volte e ci aveva litigato, come già aveva fatto nel pub. Questa la novità che si aggiunge. Ma perché l’uomo avrebbe mentito ai Carabinieri? Al vaglio ora anche i contenuti del telefono cellulare della ragazza, la cui madre non ha mai creduto all’ipotesi di un suicidio.