Il mercato delle auto elettriche, in Italia, fatica a decollare: confrontando i numeri con quelli di altre Nazioni europee, è evidente constatare come la transizione energetica sia ancora indietro nel nostro Paese rispetto alla media continentale.
I fattori di un mercato che non riesce ancora a conquistare gli italiani sono molteplici: a tal proposito carVertical ha condotto uno studio sui fattori che influenzano la lentezza delle vendite di auto elettriche in Italia. Lo studio mostra che gli ostacoli sono diversi: dai prezzi alti dei modelli a zero emissioni alla mancanza di incentivi, passando per problemi di tipo pratico.
Perché le auto elettriche fanno fatica in Italia
Uno degli ostacoli principali alla crescita del mercato di auto elettriche in Italia è rappresentato dagli incentivi statali che rischiano di essere un’arma a doppio taglio: se da una parte incentivi più elevati possono sembrare una soluzione, dall’altra potrebbero non essere il modo più efficace per aumentare le vendite.
Come sottolineato da carVertical, un budget annuale di 930 milioni di euro per gli incentivi statali potrebbe essere utilizzato solo per meno di 67.363 auto elettriche, pari ad appena il 4,3% della quota di mercato di auto nuove in Italia. Secondo Matas Buzelis, responsabile della comunicazione di carVertical, abbassare l’importo massimo degli incentivi statali potrebbe funzionare meglio in termini di aumento della diffusione dei nuovi veicoli elettrici.
Un altro aspetto da considerare quando si parla di automobili elettriche riguarda le colonnine di ricarica: anche da questo punto di vista, nonostante gli sforzi messi in atto dalle istituzioni negli ultimi tempi, l’Italia appare ancora in dietro rispetto ad altri Paesi europei. Il problema, in questo caso, è di natura pratica: la mancanza di una rete capillare dedicata alla ricarica elettrica scoraggia molti potenziali clienti che sarebbero intenzionati a passare alle auto a zero emissioni.
Infrastrutture e prezzi: i motivi del flop
Se le grandi città dispongono di una infrastruttura di ricarica adeguata, lo stesso non si può dire del resto del territorio. Come sottolineato da Buzelis, questo tipo di problema è molto evidente soprattutto nei quartieri residenziali:
“Trovare un parcheggio libero è spesso un’impresa ardua, figuriamoci un punto di ricarica per l’auto durante la notte – ha spiegato il responsabile della comunicazione di carVertical – quindi l’unico caso in cui un veicolo elettrico ha senso è se l’acquirente dispone di un terreno, un garage o un posto auto privato con un punto di ricarica per ricaricare l’auto durante la notte, oppure se può farlo nel parcheggio dell’ufficio”.
L’analisi di carVertical sui motivi che scoraggiano molti italiani a scegliere un’automobile elettrica affronta anche la questione legata al mercato dell’usato. Un modello a zero emissioni, qualche anno dopo la sua immatricolazione, perde più valore rispetto a una vettura analoga dotata di motore diesel, benzina o gas.
Secondo la società leader nella raccolta di dati per il settore automobilistico, un’auto elettrica in Italia, nel giro di cinque anni, perde in media circa il 46,1% del suo valore di acquisto: una a benzina, invece, si svaluta della metà, il 23,6% per l’esattezza. Le differenze rimangono anche se si allunga il lasso temporale: il valore residuo di un’elettrica di dieci anni è del 33,8%, mentre per una vettura a benzina è del 49,4%.