AGI – Sono giorni intensi, di dolore e di ricordi, quelli che stanno vivendo i familiari delle vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola: alle 16.49 del 18 gennaio di sette anni fa una valanga travolse e distrusse il famoso resort sul versante pescarese del Gran Sasso, lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone.
Per il settimo anno consecutivo il 18 gennaio i parenti delle vittime si ritroveranno sul luogo del disastro per commemorare i propri cari: alle 15 si terrà una fiaccolata statica davanti l’obelisco dell’hotel, a seguire deposizione di fiori, una messa all’interno del sito e lettura dei nomi dei “29 Angeli”. All’ora precisa in cui la valanga travolse l’albergo il coro di Atri intonerà “Signore delle cime” e infine 29 palloncini bianchi saranno liberati in cielo.
Cerimonia anche a Montesilvano, dove il Comune, alle 10.30, ricorderà le vittime nel giardino di via Nilo a loro dedicato. Sette anni fa l’Hotel Rigopiano, pochi minuti prima delle 17, fu travolto e distrutto da una valanga del peso di 120.000 tonnellate. In quelle stesse ore l’Abruzzo era in piena emergenza neve: nell’entroterra superava anche i due metri. Migliaia di persone erano senza luce e centinaia le richieste di aiuto.
Quel giorno si registrarono anche quattro scosse di terremoto, di magnitudo 5.1, con epicentro nell’Aquilano. Gli ospiti dell’Hotel erano preoccupati, avevano paura e volevano andare via, ma c’era troppa neve. Poche ore prima della tragedia ci furono diverse richieste di aiuto: tra queste le telefonate di Gabriele D’Angelo, cameriere dell’Hotel, morto nel disastro.
Richieste rimaste senza risposta, con gli ospiti dell’albergo bloccati dalla neve e in attesa dalle 15 di uno spazzaneve che non arriverà mai. A distanza di sette anni, i familiari delle vittime aspettano giustizia e sperano nel buon esito del processo che si sta svolgendo in Corte d’Appello, a L’Aquila.
In primo grado il procedimento davanti al gup del Tribunale di Pescara, tramite rito abbreviato, si era concluso con 25 assoluzioni e 5 condanne. La pubblica accusa – rappresentata dal procuratore capo, Giuseppe Bellelli, e dai pm Andrea Papalia e Anna Benigni – aveva invece chiesto 26 condanne per un totale complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione e quattro assoluzioni.
Condannati in primo grado il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, a 2 anni e 8 mesi di reclusione; il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara e il responsabile del servizio viabilità dell’ente, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno); l’ex gestore dell’albergo della Gran Sasso Resort & SPA, Bruno Di Tommaso, e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica per l’intervento sulle tettoie e verande dell’hotel, ai quali è stata inflitta dal gup una pena di sei mesi di reclusione ciascuno.
Nel processo in Appello, che ha preso il via il 6 dicembre scorso, i pm Andrea Papalia e Anna Benigni, applicati all’Aquila per questo processo, durante la requisitoria hanno chiesto la condanna di 27 dei 30 imputati coinvolti nel procedimento. La sentenza di secondo grado è prevista per il prossimo 9 febbraio.