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4G e Banda 800 MHz, tutte le informazioni utili

Feb 21, 2017

Gli smartphone di provenienza cinese, non concepiti per essere commercializzati in Italia, sono privi della banda800 MHz. Questo può compromettere l’accesso alla rete 4G-LTE nel nostro Paese. È nata dunque una forte esigenza d’informazione in merito, legata soprattutto alla comprensione delle effettive limitazioni di una simile mancanza.

La tecnologia 4G-LTE, rappresentando una classica connessione wireless, viene realizzata sfruttando le bande di frequenza. Questo consente di veicolare la rete 4G-LTE solo attraverso queste bande, evitando eventuali interferenze con altre tecnologie wireless.

Immagine corpo LTE 1Immagine corpo LTE 1

Ogni banda è rappresentata da una frequenza (800 MHz NdR) e da un numero. In Italia il bando d’asta per l’assegnazione delle frequenze 4G-LTE è stato indetto il 27 giugno 2011, concludendosi a fine settembre dello stesso anno.

Le bande oggetto dell’asta sono state:

  • banda 800 MHz (20)
  • banda 1.800 MHz (3)
  • banda 2.000 MHz (rimasta senza acquirenti)
  • banda 2.600 MHz (7)

A contendersi queste frequenze TIM, Vodafone, Wind e Tre. Un’asta che si è conclusa, fruttando allo Stato una cifra di poco inferiore ai 4 miliardi di euro, con le seguenti assegnazioni:

  • banda 800 MHz (20): Vodafone, TIM e Wind
  • banda 1.800 MHz (3): Vodafone, TIM e Tre
  • banda 2.600 MHz (7): Vodafone, TIM, Wind e Tre

Le frequenze più basse (come appunto la banda 20), hanno la caratteristica di poter coprire aree più vaste e di permeare in maniera più efficace negli edifici, a discapito però di una più bassa velocità di navigazione rispetto alle frequenze più alte. In particolare:

  • banda 800 MHz (20) fino a 75 Mbps in download
  • banda 1.800 MHz (3) fino a 150 Mbps in download
  • banda 2.600 MHz (7) fino a 112,5 Mbps in download

L’operatore telefonico rappresenta dunque una variabile fondamentale in relazione ad uno smartphone privo di banda 800 MHz. Chi ha optato per Tre non ha mai riscontrato problematiche, in quanto l’operatore in questione non utilizza la banda 20 per il 4G-LTE. Diversa la situazione per Vodafone, TIM e Wind.

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I primi due, avendo a disposizione tutte le frequenze, utilizzano la banda 800 MHz in maniera limitata, spesso in zone rurali o dove risulta particolarmente complicato veicolare il segnale in relazione a particolari condizioni ambientali.

Wind invece non può contare sulla banda 1.800 MHz e dunque, per offrire il 4G-LTE, utilizza spesso la banda 20. Non a caso gli utenti di questo operatore sono quelli che soffrono maggiormente la mancanza di rete 4G quando sono in possesso di smartphone di provenienza cinese.

Il punto essenziale è l’impossibilità di sapere, a prescindere dall’operatore telefonico, con quale banda venga garantita la copertura 4G-LTE nelle zone di proprio interesse. Attraverso i portali web ufficiali di TIM, Vodafone, Wind e Tre ( e non solo NdR) è possibile conoscere la copertura LTE comune per comune, senza però avere la specifica delle singole bande.

Per cui quando si è in possesso di uno smartphone privo della 800 MHz, la possibilità di poter navigare al massimo tramite 3G-HSDPA+ (lo standard di rete precedente al 4G-LTE) è concreta con Wind, Vodafone e TIM.

Di contro però occorre sottolineare come uno smartphone di provenienza cinese, a seconda delle zone, possa tranquillamente riuscire a navigare in 4G-LTE, senza che la mancanza della banda 20 rappresenti un grosso problema, vista la possibilità di utilizzare la banda 1.800 MHz o la banda 2.600 MHz (entrambe presenti in questi smartphone in quanto utilizzate anche in Cina). Una situazione dunque molto soggettiva.

In tutto questo però si è inserita la fusione tra Wind eTre. Il nuovo operatore scaturito da questa joint-venture ha tenuto proprio oggi la prima conferenza ufficiale a Roma, annunciando che l’unificazione della rete si concretizzerà a partire da dicembre 2017. Questo potrebbe portare alla necessità di riscrivere il discorso sulla banda 800 MHz rispetto a quanto detto su Wind e Tre.

In tal senso sarà fondamentale apprendere in che modo avverrà questa unificazione, e quali saranno i cambiamenti in relazione alle frequenze 4G-LTE. Tutti dettagli per i quali si dovrà attendere comunicazione dall’operatore telefonico.

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Occorre infine fare una precisazione. Gli smartphone realizzati da brand cinesi ed immessi ufficialmente nel mercato italiano, hanno la banda 800 MHz. È il caso, ad esempio, dei prodotti Huawei presenti nelle catene fisiche di elettronica o acquistabili attraverso store online italiani o europei. Il problema sorge qualora si decida di importare la versione cinese o di acquistare smartphone di aziende che non commercializzano ufficialmente in Italia.

Xiaomi rappresenta l’esempio lampante di questa situazione. Il quinto produttore su scala globale di telefonia vende i propri smartphone solo in Cina ed in pochi altri mercati. Questo si traduce inevitabilmente nella mancanza di banda 800 MHz nei vari Mi 5, Mi Mix, Mi Note 2 (solo per citarne alcuni).

Ci sono però anche casi ibridi come Meizu. L’azienda cinese infatti ha avviato la commercializzazione in Europa a partire dal 2016 attraverso il proprio store online ufficiale e la grande distribuzione. Nonostante questo però, almeno attualmente, i vari modelli, seppur acquistati attraverso lo store italiano, risultano privi della banda 20.

Meizu ha comunque comunicato che, a partire da marzo 2017, adeguerà con questa caratteristica gli smartphone che saranno commercializzati ufficialmente in Italia.

Il consiglio comunque è quello di dare sempre un’occhiata alla sezione network della scheda tecnica dello smartphone di provenienza cinese che siete in procinto di acquistare, al fine di poter eliminare qualsiasi dubbio. Purtroppo però, in caso di dispositivo privo di banda 800 MHz, solo l’esperienza sul campo potrà fornire indicazioni precise circa l’impatto sull’utilizzo della rete LTE.

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