La cura e la manutenzione degli pneumatici è una delle operazioni più importanti da compiere per la sicurezza dei viaggi in auto. Delle gomme usurate e sgonfie, infatti, mettono a rischio l’incolumità non solo di chi si trova a bordo del veicolo, ma anche di chi viaggia nelle nostre vicinanze.
Una degli interventi a disposizione degli automobilisti è l’inversione degli pneumatici. Si tratta di una procedura che prevede lo scambio tra le gomme anteriori e quelle posteriori dell’auto con l’obiettivo di uniformare l’usura e incrementare il ciclo di vita.
Su questo tipo di operazione, spesso parte di una serie di interventi di manutenzione ordinaria del proprio veicolo, ci sono varie regole oltre che pareri contrastanti in merito all’effettività utilità nel lungo periodo.
A cosa serve l’inversione
L’inversione degli pneumatici punta a prolungare la vita delle gomme stesse, grazie alla possibilità di avere un degrado più uniforme e un’usura maggiormente controllata. Ci sono vari metodi per eseguire quest’operazione che dipende sia dal tipo di gomma che dal sistema di trazione dell’auto. Le gomme invernali, ad esempio, sono soggette a un degrado differente con l’utilizzo rispetto alle gomme estive.
Per le auto a trazione anteriore:
con pneumatici simmetrici è prevista l’inversione in modo incrociato (la posteriore destra va all’anteriore sinistro e la posteriore sinistra all’anteriore destro)
con pneumatici asimmetrici è necessario invertire gomme anteriori e posteriori senza cambiare lato
Per le auto a trazione posteriore:
con pneumatici simmetrici bisogna spostare gli anteriori al posteriore, invertendo i lati, mentre i posteriori vanno all’anteriore senza inversione dei lati
con pneumatici asimmetrici è possibile invertire gomme anteriori e posteriori senza cambiare lato
Con le auto a trazione integrale:
con pneumatici simmetrici bisogna spostare gli anteriori al posteriore, senza invertire i lati, mentre i posteriori vanno all’anteriore con inversione dei lati
con pneumatici asimmetrici bisogna invertire gomme anteriori e posteriori senza cambiare lato
In molti casi, soprattutto da parte dei produttori delle auto, viene consigliato di non ricorrere all’inversione degli pneumatici al fine di non alterare le caratteristiche e il funzionamento di un determinato veicolo.
L’inversione tra pneumatici anteriori e posteriori, infatti, potrebbe portare a una serie di anomalie (vibrazioni e rumorosità, assenti prima dell’inversione). In ogni caso, conviene sempre affidarsi a personale qualificato per valutare la possibilità di inversione delle gomme.
Prima dell’operazione, infatti, è necessario analizzare l’effettivo stato di usura. Dopo l’eventuale inversione, invece, bisognerà effettuare una prova su strada per verificare la presenza di eventuali problematiche relative alla modifica della posizione delle gomme.
Quando cambiare
Non c’è una regola valida in assoluto per quanto riguarda il chilometraggio da considerare per effettuare l’inversione delle gomme. Bisogna sempre fare una valutazione caso per caso. I fattori in gioco sono diversi in quanto l’usura degli pneumatici non è mai omogenea ed è strettamente collegata al tipo di utilizzo del veicolo oltre che alle sue caratteristiche, al tipo di trazione e alle dimensioni.
In linea di massima, l’inversione delle gomme dell’auto va effettuata ogni 10.000 chilometri. Si tratta di un valore medio che può andar bene per tutte le modalità di utilizzo del veicolo oltre che per varie tipologie di auto. Prima di invertire le gomme, in ogni caso, è importante controllarne lo stato e verificare l’usura.