AGI – I mercati iniziano sottotono e contrastati la nuova settimana, in attesa della riunione della Boj del 19 dicembre e dopo aver chiuso abbastanza bene la scorsa ottava. “Questa settimana – commenta Vincenzo Bova, senior analist di Mps – potrebbe esserci una piccola correzione al ribasso dell’azionario”.
Il mercato “comincia a essere meno liquido, per via delle feste in arrivo e una presa di profitto dopo sette ottave consecutive di rialzi è possibile, anche se non prevedo grandi scossoni. Inoltre sull’obbligazionario mi aspetto un leggero rialzo dei rendimenti dei Treasury. Adesso il 10 anni è sceso sotto il 4%. Penso che con l’inizio dell’anno tornerà di nuovo sopra il 4%, ma non subito, lo farà gradualmente, man mano che riprenderà il flusso di emissioni”.
Oltre alla Boj nei prossimi giorni sono attesi gli interventi di numerosi banchieri Bce e Fed e i dati macro più importanti da monitorare saranno, mercoledì, quelli relativi al Pce, l’indice sui prezzi preferito dalla Fed e all’inflazione nel Regno Unito e venerdì quelli sull’inflazione in Giappone, attesi tutti in rallentamento. La banca centrale giapponese si riunirà domani e dovrebbe lasciare la sua politica monetaria invariata, anche se gli operatori saranno attenti a eventuali indicazioni restrittive per il 2024.
La Boj è l’ultima grande banca centrale a riunirsi quest’anno, dopo la Fed, che ha sorpreso i mercati parlando di possibili tagli dei tassi l’anno prossimo e dopo la Bce e la BoE, le quali sono state piu’ aggressive e non si sono pronunciate sui prossimi tagli. Inoltre venerdì scorso il presidente della Fed di New York, John Williams, ha frenato un po’ l’entusiasmo dei mercati, assicurando che “in questo momento non stiamo davvero parlando di tagli dei tassi” alla Federal Reserve. Le sue parole sono arrivate mentre i trader, dopo le parole di Jerome Powell, erano diventati più ottimisti.
“Prevediamo ora tre tagli consecutivi di 25 punti base a marzo, maggio e giugno, seguiti da un ritmo più lento di un taglio a trimestre fino a raggiungere un tasso terminale del 3,25-3,5%, 25 punti base inferiore a quanto previsto in precedenza,” hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs in una nota.
“Cio’ implica – aggiungono gli analisti – cinque tagli nel 2024 e altri tre tagli nel 2025”. Intanto oggi in Asia la Borsa di Tokyo frena di oltre mezzo punto percentuale, in attesa della Boj. “Dall’ultima riunione di ottobre, i rendimenti del decennale nipponico sono diminuiti e lo yen si è apprezzato, dando alla Boj uno scarso incentivo a rivedere la politica in questa fase” commenta l’economista da Barclays Christian Keller.
Seul è in leggero rialzo e non mostra alcuna preoccupazione per il lancio di un missile balistico al largo della sua costa orientale da parte della Corea del Nord. In calo le Borse cinesi, con Hong Kong giù quasi dell’1% e Shanghai che perde intorno allo 0,3%. A Wall Street i future sono in rialzo e così anche quelli in Europa, mentre oggi in area euro è atteso l’indice tedesco Ifo, sulla fiducia degli imprenditori e domani i dati finali sull’inflazione dell’Eurozona, oltre ad alcuni indici di fiducia in Francia (giovedì) e in Italia (venerdì).
Sul fronte banche centrali, oggi inizia la conferenza della Bce sulla politica fiscale che terminerà domani e che vedrà l’intervento sia del capoeconomista Philip Lane, sia della tedesca Isabel Schnabel. Più in generale in settimana interverranno diversi banchieri Bce e Fed, tra cui il presidente della Federal Reserve di Atlanta Raphael Bostic, il quale discuterà dell’outlook economico.
Sul fronte valutario il biglietto verde oggi in Asia si rafforza leggermente, tornando sopra 1,09 sull’euro e sopra 142 sullo yen, dopo essersi indebolito la scorsa settimana. L’oro passa di mano in rialzo a 2.022 dollari l’oncia, sebbene sotto al suo recente picco storico di 2.135,40 dollari. I prezzi del petrolio stanno cercando di stabilizzarsi dopo aver toccato il minimo da cinque mesi la scorsa settimana, per via dell’incertezza sui limiti alla produzione dei Paesi dell’Opec+. In Asia i future sul Wti e sul Brent sono entrambi in rialzo sopra i 70 dollari a barile.