Il trasporto di cose e persone è un aspetto della nostra vita ormai fondamentale. Ordiamo di tutto online, anche il cibo, e ci spostiamo sul territorio come mai nella storia. Senza corrieri che sfrecciano e senza mezzi di trasporto privati sarebbe difficile immaginare la nostra società e i luoghi in cui viviamo. La città moderna è infatti una diretta conseguenza della diffusione dei veicoli, senza di essi probabilmente vivremmo in comunità più piccole ed attente alla propria autosufficienza.
Paradossalmente però, il problema degli spostamenti è uno degli aspetti più critici di quasi tutte le città. Le difficoltà sono all’ordine del giorno ed è difficile trovare sistemi efficienti e contemporaneamente poco inquinanti. Non esiste purtroppo una soluzione unica, il primo passo che dobbiamo compiere è quello di conoscere le soluzioni offerte e poi di avere il coraggio di applicarle dove possibile. E una possibilità che dovremmo maggiormente considerare sono le cosiddette cargo e-bike, delle bici elettriche in grado di trasportare del carico di medio volume.
Più di un portapacchi
Non si tratta quindi di biciclette dotate di un semplice portapacchi ma di veicoli molto più robusti e progettati con uno scopo preciso. L’inevitabile aumento di peso del telaio è compensato dall’energia elettrica, fornita da un pacco batterie più generoso rispetto alle classiche e-bike. Ne esistono ormai tantissimi modelli, dai più classici ai più particolari, quasi al limite della definizione stessa di “cargo”. Come vedremo purtroppo ci sono ancora dei limiti normativi da superare per sfruttare a pieno l’enorme potenziale che questi veicoli offrono, un potere non sempre compreso da chi legifera in materia di ciclismo.
Pro e contro
Durante la conferenza Velo-City tenutasi a Lisbona nel 2021, si è visto quanto il segmento della cargo e-bike sia in forte espansione. Nel 2020 le vendite sono aumentate del 350% e diversi studi prevedono un’ulteriore crescita soprattutto presso le aziende di consegna. Ma anche uscendo da simili valutazioni tecniche è facile comprendere perché questi veicoli abbiano tante chances di imporsi nel futuro, dove sarà la crisi energetico-climatica a determinare i livelli di produzione e spostamento concessi.
Quali possono essere i vantaggi di utilizzare una cargo e-bike? Innanzitutto bisognerebbe distinguere in base all’uso che se ne vuol fare, se quindi siamo dei privati oppure delle aziende che vogliono investire su questo tipo di veicoli.
In generale però possiamo riportare i seguenti aspetti positivi:
buon volume di carico trasportabile;
maggiore stabilità e sicurezza;
resistenza ai furti;
minori costi;
Con una cargo e-bike i limiti del carico e di pendenza sono egregiamente superati rispetto alle classiche bici: ci si può fare la spesa, trasportare dei pacchi voluminosi, ma anche ospitare una persona (per i modelli che lo prevedono). La stabilità in corsa è maggiore, visto che quasi tutte le cargo hanno almeno 3 ruote; inoltre, a differenza delle normali biciclette, questo tipo di modelli è portato per sua natura ad ostacolare i ladri poiché il loro peso agisce come deterrente in caso di tentativo di furto. I costi di gestione sono poi bassissimi, imparagonabili rispetto a quelli di un furgone o di un automobile
Per contro però ci sono alcuni difetti che bisogna tenere presente:
basse velocità (25 km/h max in PAS, quasi impossibile guidarle senza assistenza);
sensibilità alle condizioni atmosferiche;
ricarica (le batterie sono più pesanti e di solito integrate nel veicolo);
parcheggio (le classiche rastrelliere non vanno bene);
Per le aziende gli ultimi due punti potrebbero non essere così penalizzanti, diversamente dalla bassa velocità che potrebbe invece determinare un fattore di rischio economico. Esistono però strumenti per ridimensionare il problema, come quello sviluppato dall’Università di Monaco TUM per gestire i flussi delle bici grazie ad una rete di micro-depositi posizionati strategicamente nelle città. Inoltre, per contenere la quantità di viaggi in più che le cargo sarebbero costrette a fare rispetto ai furgoni (i quali dispongono di maggior volume libero), si potrebbe creare una collaborazione tra aziende di consegne che compiono tragitti simili. Il team di ricerca della TUM ha calcolato che con soli due partner i km percorsi potrebbero essere ridotti fino al 29%, con tre fino al 42%.
Inquinamento.. artistico
La stessa TUM inoltre rivela in un altro studio come utilizzando delle cargo e-bike si potrebbe risparmiare circa un settimo delle emissioni di CO2 causate dalle consegne . Ma oltre a quello atmosferico, ci sono altri tipi di inquinamento a cui dobbiamo stare attenti e per i quali le cargo e-bike potrebbero risultare utili.
Il primo è sicuramente quello acustico: l’OMS mette in guardia e lo valuta come una delle principali emergenze da affrontare dopo la qualità dell’aria (a cui è direttamente collegato). La fonte di rumore per eccellenza sappiamo essere il traffico urbano e che solo in parte i mezzi elettrici ne sono esenti, essendo anche un problema di attrito e peso sull’asfalto. Gli unici che al momento non soffrono di questo problema sono i veicoli elettrici leggeri, di cui le cargo e-bike fanno parte.
E parlando sempre di peso, potremmo far presente un’altra tipologia di inquinamento, questa volta riguardante il patrimonio storico-artistico. Il continuo passaggio di mezzi pesanti presso luoghi come i centri storici, provoca infatti frequentemente cedimenti e rotture di pavimentazioni antiche, non adatte a sopportare simili carichi concentrati. Inoltre, ci sono le manovre di questi mezzi da tenere in considerazione, le quali hanno in più casi messo in serio pericolo beni storici preziosi.
I limiti e il quadro legislativo
Uno dei limiti principali riguardanti le cargo e-bike è lo stesso che hanno tutti i mezzi di trasporto scoperti. Le condizioni atmosferiche influenzeranno sempre il tragitto, ancor più se viene trasportato del materiale. Il carico può non essere così semplice da proteggere e per questo motivo potrebbero entrare in gioco meccanismi assicurativi che andrebbero ad alzare i costi del servizio, vanificando il risparmio ottenuto su altri fronti. Si tratterebbe tuttavia di limiti superabili in vario modo: i nuovi modelli utilizzati da DHL sono ad esempio delle cargo a pedalata assistita a 4 ruote dove si pedala seduti e il carico viene messo all’interno di un involucro metallico.
Ma il problema più serio riguarda il quadro legislativo europeo, che penalizza enormemente questo tipo di veicoli. Per loro infatti valgono le stesse regole delle normali e-bike (250W e 25 km/h), a meno che non si passi dall’immatricolazione. Inutile dire che simili regole non consentono di sfruttare correttamente il potenziale di questi mezzi, che in questo modo non entrano in competizione con altri veicoli più impattanti ed energivori. Spesso si cerca di aggirare il problema aumentando la capacità del pacco batterie facendo però levitare i costi e il peso dei veicoli, rinunciando così alla possibilità di avere consegne più agili e tempestive.
Ciò è un vero peccato perché le cargo e-bike potrebbero avere un ruolo importante in alcuni contesti. La palla come sempre sta soprattutto in mano a chi decide le regole a livello europeo, che forse dovrebbe valutare meglio a quanti aspetti positivi stiamo rinunciando per rispettare delle normative quantomeno discutibili. Da parte loro anche le amministrazioni dovrebbero far capire la necessità di introdurre veicoli del genere, anche per mettere nelle condizioni i privati di tenere presente modalità di trasporto alternative come quella rappresentate dalle cargo e-bike.